Frustrazione e sconcerto per una finanziaria che continua a ignorare l’emigrazione italiana Il Segretario Generale Michele Schiavone (foto accanto): In finanziaria chiediamo più attenzione per le politiche degli italiani all’estero Gli interventi di Mariano Gazzola (Vicesegretario per l’America Latina), di Silvana Mangione (Vicesegretario per i paesi anglofoni extra Ue),

di Riccardo Pinna (CdP- Sud Africa) e Gianluca Lodetti (Cdp- nomina governativa) Simone Sperduto/Inform ROMA – Si è tenuta alla Farnesina la conferenza stampa di chiusura del Comitato di Presidenza del Cgie, che ha concluso oggi i suoi lavori. Il punto della situazione, dopo tre giorni intensi di lavoro e di confronti con esponenti politici in rappresentanza del Governo, è stato tracciato dal Segretario Generale, Michele Schiavone, che non ha nascosto le preoccupazioni per un futuro che sembra assai incerto all’orizzonte per ciò che riguarda le politiche del Governo verso gli italiani all’estero. I lavori hanno visto in questi giorni il confronto con diversi esponenti politici e istituzionali come il Sottosegretario agli Esteri, Ricardo Merlo, il Sottosegretario delegato all’Editoria, Andrea Martella, il Sottosegretario delegato al Lavoro, Stanislao Di Piazza, il Presidente di Enit, Giorgio Palmucci, il Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese, Vincenzo De Luca, il Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie, Luigi Maria Vignali. Si è trattato, anzitutto dal punto di vista tecnico, di un Comitato di Presidenza inedito poiché aperto, per la prima volta, ai Presidenti delle Commissione Tematiche in vista del percorso di avvicinamento all’attesissima Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie. E’ un appuntamento che per legge dovrebbe essere permanente – ha evidenziato Schiavone – ma che invece non viene convocato da dieci anni. Fin dall’inizio di questa consigliatura, il Cgie sta lavorando per organizzare questo evento tanto che si era arrivati persino a una data, ossia 20-21 novembre, sulla quale lo stesso Premier Conte si era impegnato nel precedente esecutivo. La Conferenza comunque si farà – ha aggiunto senza mezzi termini Schiavone – e con gli altri attori coinvolti abbiamo in programma di riuscire a tenerla tra la fine di febbraio e la metà di marzo del 2020. Tuttavia manca una data certa: tutto dipenderà dalle coperture finanziarie, ha precisato il Segretario Generale lamentando risorse in generale insufficienti all’interno della finanziaria per quanto riguarda le politiche destinate ai connazionali all’estero. Fino a pochi giorni fa avevamo avuto numeri rassicuranti per il Cgie, ossia una copertura di 1 milione e 16 mila euro; poi improvvisamente abbiamo appreso che la cifra era divenuta pari a 607 mila euro. Per svolgere tutte le funzioni previste dalla stessa legge istitutiva del Cgie, 607mila euro annui non sono sufficienti: non possiamo più accettare che gran parte del lavoro delle rappresentanze ricada quasi esclusivamente sull’impegno volontario. Anche i Comites non sono più in condizione di rispondere e di organizzarsi secondo le programmazioni che si erano dati: per questo la nostra richiesta al Governo è quella di trovare risorse aggiuntive. L’emigrazione deve rientrare a pieno titolo nelle programmazioni politiche del Paese. Tutto questo mentre invece l’art. 101 della manovra finanziaria prevede un raddoppio del contributo per le pratiche di cittadinanza, con un aumento che metterebbe in ginocchio intere comunità soprattutto nelle aree del mondo con situazioni di crisi”, ha puntualizzato con rammarico Schiavone facendo riferimento alla proposta di aumentare da 300 a 600 euro la cosiddetta tassa di cittadinanza. Introiti che andrebbero comunque al Mef per una tassa che viene criticata anche dal Vicesegretario per l’America Latina, Mariano Gazzola, che l’ha rilevato come questa tassa non abbia come contropartita “l’incremento di un servizio”. C’è da ricordare poi come anche la questione legata alla possibilità di rivedere l’esenzione Tasi-Imu per gli iscritti all’Aire pensionati all’estero abbia notevolmente contribuito in questi giorni ad accendere gli animi politici, benché per i pensionati italiani residenti all’estero si tratti di diritti ormai acquisiti che verrebbero in tal modo ingiustamente rimessi in discussione. Si è parlato anche di problemi relativi all’indebolimento della rappresentanza, ossia della riduzione dei parlamentari eletti all’estero, una riforma costituzionale ormai divenuta legge: parteciperemo convintamente alla raccolta firme per il referendum, ha annunciato Schiavone sottolineando altresì la necessità imminente di approvare la riforma di Comites e Cgie, proposta dallo stesso Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. L’obiettivo è quello di dare ai due organismi più peso e prerogative e al tempo stesso ribattere a chi nel Governo e nei Ministeri vorrebbe ridurre la nostra rappresentanza ha puntualizzato Schiavone respingendo le motivazioni della bassa partecipazione al voto degli italiani all’estero e di conseguenza le ragioni del risparmio economico come pretesto per indebolire organismi democratici. Come già anticipato, diversi sono stati gli esponenti politici e istituzionali che si sono confrontati con il Cgie durante questi tre giorni di lavori. Con il Sottosegretario delegato all’Editoria, Andrea Martella, abbiamo parlato di come l’applicazione delle nuove regole volute dalla riforma dell’editoria, di fatto, porterà l’esclusione dai contributi di diversi editori all’estero; con il Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese, Vincenzo De Luca, abbiamo discusso dei corsi di lingua e cultura, alla luce del fatto che il Fondo Cultura scadrà nel 2020 e sarebbe opportuno rinnovarlo per altri 4 anni, ha ricordato Schiavone sollecitando la suddetta Direzione Generale al coinvolgimento anche di Comites e associazioni nei progetti e nelle iniziative. Con il Presidente dell’Enit, Giorgio Palmucci, il Comitato di Presidenza del Cgie ha invece ufficializzato un protocollo d’intesa per fare dei Comites dei presidi di promozione del turismo. Il Sottosegretario delegato al Lavoro, Stanislao Di Piazza, è intervenuto sulle questioni che riguardano il mondo del lavoro italiano all’estero. Al Ministero del Lavoro chiediamo politiche attive affinché ci sia un freno alle partenze che, spopolando intere parti del territorio, impoveriscono il Paese, ha aggiunto Schiavone tornando poi per l’ultima volta sulla questione delle elezioni dei Comites e delle risorse. Qualsiasi escamotage al ribasso non è più sostenibile. Il diritto di voto non è questione di spesa: non lo è in Italia e non deve esserlo neanche all’estero. Per tentare di porre rimedio a questa situazione che si sta creando, il Cgie sentirà i parlamentari eletti all’estero: abbiamo bisogno di dialogare con loro per costruire proposte in linea con le nostre esigenze. Non vogliamo regali da nessuno, ma il minimo necessario per fare il nostro lavoro, ha rimarcato il Segretario evidenziando come l’unica nota positiva sia nei giovani e nella loro energia specialmente dopo la rete costituitasi all’indomani del Seminario di Palermo, che ha riscosso davvero molto successo tra le nuove leve all’estero. Il Vicesegretario per i Paesi anglofoni extra Ue, Silvana Mangione, è quindi tornata sul tema della lingua e cultura per spiegare alcuni problemi riscontrati. Non tutti i fondi destinati all’insegnamento dell’italiano all’estero per il 2019 sono stati né spesi né assegnati. Ciò crea grandi problemi in tutto il mondo, perché gli enti gestori o promotori all’estero hanno avuto gli anticipi solo ad agosto. A ciò si aggiunga che si sta lavorando da un anno e mezzo alla cosiddetta circolare 13 che definisce le procedure ministeriali per l’erogazione di questi fondi: c’è la possibilità che si passi dal sistema attuale, con la gestione dei fondi che segue l’anno fiscale, ad un’identificazione del ciclo fiscale con l’anno scolastico. Questa evenienza potrebbe causare non poche difficoltà nei Paesi dove l’anno scolastico ha tempi diversi, basti pensare solamente alla differenza tra i due emisferi, ha spiegato Silvana Mangione. Il Consigliere Cgie per il Sud Africa, Riccardo Pinna, ha parlato di una situazione ormai divenuta insostenibile. Siamo frustrati e non possiamo più sentire gli attacchi in Parlamento con la solita storia che noi italiani all’estero non paghiamo le tasse e sfruttiamo l’erario: se il Made in Italy è il terzo marchio più influente nel mondo, il Paese lo deve agli italiani all’estero….Per i Comites e Cgie servono adeguate coperture finanziarie, ha ammonito Pinna. Gianluca Lodetti, in rappresentanza dei consiglieri Cgie di nomina governativa, è tornato sull’incontro con il Sottosegretario Di Piazza. Abbiamo chiesto politiche attive che invertano la rotta o che, quanto meno, siano di accompagnamento ai connazionali che decidono di emigrare: accompagnamento che deve essere fatto di servizi e informazioni sulle esigenze della vita, ha rilevato Lodetti evidenziando l’importanza della valorizzazione della rete dei patronati ma anche la risoluzione delle questioni transfrontaliere, poiché lo Statuto dei lavoratori transfrontalieri ha avuto uno stop in virtù della caduta in estate del precedente Governo. (Simone Sperduto/Inform)