(NoveColonneATG) Roma – “Il Piccolo Festival delle Spartenze è una manifestazione, organizzata dall’Associazione AsSud, che si tiene da quattro anni in Calabria e che, da quest’anno, è diventato itinerante, facendo tappa anche in Molise e Basilicata e anche presso le comunità italiane che si trovano in Svizzera e Germania.

L’idea nasce dal desiderio di voler raggiungere un pubblico più eterogeneo rispetto a coloro che seguono i convegni e che leggono la letteratura sull’emigrazione”. Lo ha affermato Giuseppe Sommario, Ricercatore della Cattolica, Fondatore e Direttore del 'Piccolo Festival delle Spartenze. Migrazioni e Cultura', il 15 ottobre alla Facoltà di Lettere e Filosofia de La Sapienza di Roma. “Il Picccolo Festival delle Spartenze è, inoltre, un modo per raccontare un territorio: perché ‘spartenze’ viene da spartire che significa condividere, - ha spiegato Sommario - conoscere, quindi, anche un territorio e le storie dei nostri emigranti attraverso manifestazioni artistiche. L’arte vuole essere così un modo per riaccendere i riflettori sui borghi abbandonati e per ripopolarli, seppure per periodi circoscritti, attraverso elaborazioni artistiche come rassegne teatrali e cinematografiche, laboratori di scrittura di viaggio e di pittura. Mentre nelle prime edizioni abbiamo dato più attenzione per le storie dei primi migranti, quindi verso le prime generazioni, dagli ultimi due anni - ha sottolineato Sommario - abbiamo deciso di aprire due sezioni in seno al Festival che hanno come obiettivo i più giovani: il Campo AsSUD e la Notte Dei Ricercatori Italiani nel Mondo, quest’ultima si propone come laboratorio del ‘ritorno’. È emozionante vedere in questo piccolo spicchio di Calabria convergere, seppur per due notti, ricercatori italiani che lavorano nelle più importanti e prestigiose università del mondo. Il Campo AsSUD, invece, - ha illustrato Sommario - vuole mettere insieme i giovani italiani con quelli provenienti delle comunità derivate, che hanno tra i 18 ed i 25 anni, è una sorta di volontario attivo: i ragazzi seguono il festival, scrivono un diario di bordo con video, pezzi e attività social. Anche questo è un modo per conoscersi tra di loro, così i giovani italiani facendo amicizia conoscono le storie degli emigranti italiani che vengono dall’estero - ha ribadito Sommario - e, inoltre, un territorio, come è capitato ai ragazzi molisani e lucani che quest’estate hanno conosciuto un pezzo di Calabria a loro ignoto”. “Sono, infine, - ha ricordato Sommario - 3 le categorie dei Premi Spartenze rivolte: agli italiani che hanno avuto successo all’estero; a chi ritorna dopo aver avuto successo all’estero sceglie coraggiosamente di tornare nella propria terra per dare il proprio contributo; a chi ha avuto il coraggio di restare. La ‘restanza’ è una categoria antropologica, definita anche da Vito Teti, per mettere in evidenza il legame che è sempre costante tra le comunità chi resta e di chi parte, - ha concluso Sommario - due comunità, che sempre per Vito Teti, hanno un destino triste perché per tutta la vita si inseguiranno senza separarsi mai sapendo di non potersi più ricongiungere né dividere”. Per vedere l’intervista video di 9colonne: https://www.youtube.com/embed/ZLfYL6qv32Y?rel=0

INTERVISTA / LA PROF. CRISTALDI: ANALIZZARE LA NUOVA EMIGRAZIONE

(NoveColonneATG) Roma – “Abbiamo parlato del Piccolo Festival delle Spartenze mettendo in evidenza come molti emigranti abbiano chiesto ‘ricordatevi di noi’, in quanto il ricordo è attivo, perché equivale a ‘non dimenticateci’”. Lo ha affermato Flavia Cristaldi, Professoressa Ordinaria di Geografie delle migrazioni alla Sapienza di Roma, durante la presentazione del Piccolo Festival delle Spartenze, il 15 ottobre alla Facoltà di Lettere dal fondatore e direttore del Festival Giuseppe Sommario durante il corso ‘Territorio e Migrazioni’. “Ci tengo perciò raccontare di una storia che ho raccolto quando ho fatto uno studio sull’emigrazione italiana nel Rio Grande do Sul in Brasile, che poi è diventato un libro. Ho scelto come fotografia di copertina – ha ripercorso Cristaldi - del volume 'E andarono per mar a piantar vigneti 'uno scatto che mi hanno prestato e rappresentava la famiglia Valduga nelle vigne del Rio Grande do Sul, i quali, come hanno fatto tanti italiani, hanno creato dei paesaggi vitivinicoli nel sud del Brasile. L’immagine ha fatto un lungo percorso perché il libro contiene una prefazione del Console di Porto Alegre, che l’ha pubblicato su Fb ed una signora, ora ottantenne, si è riconosciuta e si è commossa – ha evidenziato Cristaldi - perché per la prima volta si è sentita ricordata dalla madrepatria. Migliaia e migliaia di nostre donne sono partite dall'Italia, di cui poi è andata persa la loro presenza, - ha illustrato Cristaldi - perché prima esse non avevano il diritto ad aver un passaporto individuale, quindi si sono persi molti racconti e testimonianze, che però possiamo recuperare con la ricerca. L’emigrazione ora sta aumentando, come anche le aree di destinazione, c’è, quindi, una differenziazione rispetto a ciò che si verificava precedentemente. Partono anche moltissime donne, - ha sottolineato Cristaldi - non è più un flusso molto al maschile. Cambia, inoltre, anche la composizione di chi parte. Si parla molto di ‘cervelli in fuga’, che in realtà è solo un dato molto parziale perché partono moltissime ‘braccia, cuori e persone’. L’altra caratteristica che partono moltissimi pensionati, - ha illustrato Cristaldi - un numero sempre maggiore di over 60, infatti, lasciano l’Italia per andare a passare almeno 6 mesi in altri contesti attratti sia da un clima favorevole che dalla defiscalizzazione delle pensioni, sia perché la crisi in Italia a volte è talmente forte da costringere a partire per Paesi dove la vita costa molto di meno. L’emigrazione attuale, - ha concluso Cristaldi - quindi, è molto diversa da quella precedente e necessita di un’analisi approfondita”. Per vedere l’intervista video di 9colonne: https://www.youtube.com/embed/q14I_xji2Yo?rel=0