Assegnata alla Commissione Affari costituzionali la proposta di legge che estende anche ai connazionali residenti nei Paese extra-Ue la possibilità di partecipare alle elezioni europee La proposta, a prima firma Massimo Ungaro (Pd, ripartizione Europa),

prevede la possibilità per gli iscritti al’Aire di votare presso sezioni elettorali appositamente istituite nei Paesi di residenza, come avviene oggi per coloro che risiedono nell’Unione

ROMA – È stata assegnata in sede referente alla Commissione Affari costituzionali della Camera dei Deputati, la proposta di legge a prima firma di Massimo Ungaro (Pd, ripartizione Europa) sulla partecipazione di tutti gli elettori iscritti nell’Anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire) al voto per l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia. Oltre che di Ungaro, la proposta è anche frutto dell’iniziativa degli eletti all’estero Nicola Carè (ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide), Francesca La Marca (America settentrionale e centrale), Angela Schirò (ripartizione Europa) e di Piero De Luca. Il testo estende agli elettori italiani residenti nel territorio di Paesi terzi, iscritti all’Aire e nell’elenco degli aventi diritto al voto, la possibilità di votare per l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia presso le sezioni elettorali appositamente istituite nel territorio dei Paesi di residenza all’estero. Tali sezioni – prosegue l’articolato – sono “istituite presso i Consolati d’Italia, gli Istituti di cultura, le scuole italiane e altri locali messi a disposizione dagli Stati di residenza all’estero” e, nel caso non fossero sufficienti, in altri locali idonei alle operazioni di voto. Nella relazione introduttiva si sottolinea l’importanza della legge sul voto all’estero e si rileva come al 31 dicembre 2018 i connazionali residenti fuori dai confini nazionali ammontassero a oltre 5 milioni, “più della metà residenti nel continente europeo”. Si ricorda inoltre come all’emigrazione tradizionale sia andata affiancandosi una “crescente mobilità di studenti e di lavoratori, non solo all’interno dell’Unione europea”. Viene richiamato poi l’impegno ed i passi avanti compiuti in ambito europeo per una “riforma della legge elettorale dell’Unione europea, volta a incoraggiare la partecipazione dei cittadini, a rafforzare la dimensione delle elezioni, a rendere più efficiente il funzionamento del Parlamento europeo e a migliorare lo svolgimento delle elezioni”, sfociati in ultimo in un progetto di decisione del Consiglio europeo e in una raccomandazione della Commissione per gli affari costituzionali del Parlamento europeo relativo a tale riforma. Tra gli elementi positivi di tale decisione si sottolinea in particolare il riferimento alla possibilità di introdurre il voto elettronico e per corrispondenza e il fatto che il conferimento del diritto di voto ai cittadini dell’Unione europea che risiedono in Paesi terzi, riconosciuta dalla decisione, avrebbe un profondo impatto sulla partecipazione alle elezioni, segnalando come, per esempio, “nella sola Svizzera risiedono stabilmente oltre 1,4 milioni di cittadini dell'Ue”. La relazione sottolinea poi che le leggi dello Stato italiano ancora non abbiano colto in maniera adeguata le sfide della mobilità attuale, “in particolare rispetto al diritto di voto, alla copertura sanitaria e previdenziale e, in parte, al riconoscimento dei titoli di studio e dell’esperienza lavorativa”. “Nello specifico, il diritto di voto degli elettori italiani, residenti in Stati non appartenenti all’Unione europea, all’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia risulta ridotto alla sola previsione di uno, spesso scoraggiante, viaggio di ritorno in patria per esercitare il diritto principe della vita democratica dell’Unione – proseguono i proponenti del disegno di legge, evidenziando la necessità di “accogliere, con estrema urgenza, l’appello di studenti, ricercatori, lavoratori e associazioni di italiani impegnati all’estero per trovare una soluzione in grado di fare fronte al problema e di garantire l'essenziale esercizio del diritto democratico alla partecipazione al voto”. “Non possiamo perdere altro tempo – rilevano i proponenti – e per questo motivo invitiamo tutte le forze politiche, senza distinzioni di parte, ad approvare una normativa che garantisca i diritti base di cittadinanza a tutti gli italiani e, in particolare, a molti giovani”. (Inform)