L’Italia perde ogni anno, per la fuga dei cervelli all’estero, non solo energie umane e professionali, ma anche ingenti risorse finanziarie: grosso modo 14 miliardi di euro all’anno, quasi l’uno per cento del Prodotto interno lordo. Lo ha ricordato il Ministro Tria nel corso di un convegno dedicato al digitale.

Non è certamente una novità ed è, anzi, un dato forse nemmeno rispondente alla realtà delle cose, visto che i riscontri statistici ufficiali sono in genere più bassi della dimensione reale dei fenomeni. La perdita dei giovani è la vera grande emergenza italiana di questi tempi, oscurata e mistificata dal continuo bombardamento mediatico e propagandistico sull’arrivo dei migranti, un’emergenza gonfiata costantemente e in modo artificioso dalla componente più avventurista di questa maggioranza, nonostante la caduta verticale degli arrivi negli ultimi anni. L’estensione del sistema degli incentivi al rientro che questo governo ha fatto nel decreto Crescita, ancorché parziale, è certamente una decisione utile, che tuttavia riguarderà le frange più marginali di un fenomeno che invece, come lo stesso Tria ammette, è massivo. L’errore è strategico, da momento che le mobilità qualificate in Italia hanno un carattere strutturale e non possono essere curate con i pannicelli caldi. Chi ha le mente sgombra dall’assillante propagandismo giallo-verde è in grado di valutare quale distorsione rispetto alle necessità profonde del Paese abbiano introdotto scelte assistenzialistiche come il reddito di cittadinanza e Quota 100. Le vere priorità, verso le quali orientare le poche risorse disponibili nelle condizioni concrete delle nostre finanze dovrebbero essere gli investimenti per lo sviluppo innovativo e per lo studio e la ricerca scientifica e tecnologica. Proprio il contrario di ciò che una miope maggioranza sta facendo, una maggioranza che non esita a sottrarre 4 miliardi alla formazione per precipitarli in mance assistenziali. I problemi aperti non basta indicarli, soprattutto se si hanno pesanti responsabilità di governo, come certamente sono quelle di Tria, ma si devono affrontare con uno sguardo lungo e con scelte selettive. Ecco perché è urgente preparare un’alternativa culturale, oltre che politica, a questa maggioranza, prima che i problemi incancreniscano e i danni diventino irreparabili. I Parlamentari PD Estero: Garavini, Giacobbe, Carè, La Marca, Schirò, Ungaro