“Limitare la rappresentanza di questa Italia fuori dai confini nazionali inciderebbe anche sulla credibilità del Paese e sull’immagine dell’Italia nel mondo” ROMA - “Giovedì 11 luglio l’Assemblea del Senato ha approvato in seconda lettura la delibera,

con 180 voti favorevoli e 50 contrari, sulla Legge n. 1585 di Riforma Costituzionale in modifica degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione: il numero complessivo dei rappresentanti eletti, se anche la Camera dei Deputati dovesse confermare tale decisione in seconda lettura, dovrebbe ridursi alla Camera dei Deputati da 630 a 400 ed al Senato da 315 a 200. Tutto questo influisce ovviamente anche con un taglio sugli eletti delle Circoscrizioni Estere, passando da 12 ad 8 Deputati e da 6 a 4 Senatori”. Lo ricorda in una nota il deputato del Pd Nicola Carè, eletto nella ripartizione Africa Asia Oceania Antartide. Per Carè questa decisione dimostra “indifferenza verso i 6 milioni di italiani residenti all’estero e gli oltre 70 milioni di nostri concittadini di seconda, terza e quarta generazione. Limitare la rappresentanza di questa Italia fuori dai confini nazionali – prosegue il deputato Pd - e zittire la sua voce inciderebbe anche sulla credibilità del Paese e sull’immagine dell’Italia nel mondo”. Secondo Carè questa riforma va a “danno dei cittadini italiani all’estero, trascurando così i trend maker del Made in Italy e non rispettando questi ambasciatori di eccellenze, tradizioni e cultura italiane; è destinato ad arrecare danni irreparabili per il futuro dell’Italia stessa. Preoccupa – continua il deputato - il completo disinteresse con cui sono state accolte le proteste di Parlamentari eletti nelle Circoscrizioni Estere. Incrementa, poi, il malcontento dei tanti connazionali che lavorano all’estero e per l’estero e contribuiscono al successo del Sistema-Paese. Questi italiani che originano ricchezza, contribuiscono a produrre oltre due punti percentuali di Pil e garantiscono un solido incremento dell’export: creano benessere, lavoro e prospettive. Mutilare una rappresentanza parlamentare già esigua, che si dovrebbe al contrario rafforzare, lede il principio di uguaglianza costituzionale e sconforta. Si potrebbe così anche rendere sempre più difficoltosa – rileva Carè - l’attività svolta dalle numerose istituzioni italiane all’estero: Comites (Comitati per italiani all'estero), Cgie. (Consiglio generale degli italiani all'estero), Co.As.It. (Comitato Assistenza Italiani), Enti Gestori, Camere di Commercio Italiane all’Estero, associazioni sparse in tutto il globo, Istituti di Cultura Italiana, la Dante Alighieri e anche Strutture Diplomatiche e Consolari, Ambasciate e I.C.E. (Agenzie per la Promozione all’estero e l’Internazionalizzazione delle Imprese italiane)”. Per Carè infine questa riduzione della rappresentanza potrebbe avere seri contraccolpi “sulla economia e salute sociale della Repubblica e della democrazia”. (Inform)