(SA) - Ci sono voluti dieci anni perché i Giovani Italiani Nel mondo si dessero appuntamento a Palermo. Dieci anni fa, alla FAO, dopo giorni di lavoro e di consultazioni, vennero fuori dei bei documenti anche pieni di contenuti e di buoni propositi, di obiettivi da raggiungere e di strade da seguire.

Documenti che stigmatizzavano i bisogni di quei giovani. Tutti quegli obiettivi, tutti quei sogni, tutte quelle speranze che i giovani affidarono ai documenti approvati, rimasero materiale d’archivio e non andarono oltre i documenti. Per colpa di chi ci chiediamo oggi? Troppo tempo è passato però, per cercare oggi colpe e responsabilità. Colpa delle associazioni che non hanno recepito la necessità di voltare pagina? Che era ora di passare la mano, di lasciare i giovani cimentarsi con la realtà, commettendo anche i loro errori dai quali imparare? Colpa dei giovani che hanno rinunciato al confronto e non hanno proceduto ad occupare uno spazio che era loro dovuto? Colpa degli anziani che non amano mettersi da parte dando di tanto in tanto qualche consiglio se richiesto? Quegli anziani che a sentirli parlare sono tutti pronti a promuovere il rinnovamento, ma restano attaccati alla sedia, alla carica, al “potere” con una invisibile “p”? A distanza di dieci anni, quindi, la VII Commissione del CGIE presieduta da Maria Chiara Prodi, ci riprova. Lungo ed estenuante il lavoro preparatorio, ma anche entusiasmante, a pensarci bene, che ha saputo coinvolgere uno dei primi organismi elettivi, importante strumento di rappresentanza degli Emigrati: i COM.IT.ES sparsi per i quattro continenti. Un lavoro che ha saputo mobilitare tutto il CGIE che ha fortemente voluto ripetere questa importante esperienza, nel tentativo di garantire un futuro al movimento, di determinare un cambiamento di rotta nella politica, ma anche nel modo di pensare e condurre l’associazionismo. Un lavoro lungo ed estenuante, dicevamo, ma che ha dato buoni frutti, non solo per avere permesso di selezionare i 115 giovani che si sono dati convegno a Palermo, ma anche e principalmente per avere creato in giro per il mondo, entusiasmo, nuovi sussulti e principalmente per avere inaugurato un metodo nuovo, partecipativo, di investimento, che ha visto i COMITES farsi carico delle spese di viaggio di questi giovani, sopperendo ai tagli imposti da un governo che non riesce a capire quanto importanza può avere la realizzazione di una iniziativa come questa. Un governo che nascondendosi dietro la necessità di fare economie, non mette gli organi di rappresentanza dell’emigrazione in condizione di adempiere al loro mandato. Un metodo certamente positivo, che non solo riempie un vuoti del governo, ma mette anche a nudo l’orientamento negativo dello stesso, che non ha capito o non vuole capire quale importante risorsa lascia senza la dovuta attenzione. Una iniziativa che non ha precedenti sia per l’entusiasmo che ha creato in giro per il mondo, sia per avere poste le premesse perché l’emigrazione e di conseguenza il movimento associativo, possano alimentarsi di nuova linfa, di nuove energie, pronte a prendere il testimone da mani ormai stanche anche se ancora valide, realizzando quel rinnovamento di cui le associazioni ed il mondo dell’emigrazione ha certamente bisogno. Quattro giorni di intenso lavoro, durante i quali, i lavori si sono alternati tra plenarie e singoli atelier tematici, affrontando vari argomenti, analizzando vari problemi che spaziano dal ruolo delle Consulte Regionali alla conferenza Stato Regioni, dall’emigrazione studentesca a quella dei giovani disoccupati ed anche dei meno giovani in cerca di lavoro, deal ruolo delle associazioni alla politica del governo. Parecchi i problemi che richiedono un intervento il più forte ed il più unitario possibile. Primo fra tutti sicuramente l’ultimo attacco che il governo con la scusa di ridurre il numero dei parlamentari muove alla rappresentanza dei parlamentari eletto all’estero. Non solo essa è ampiamente sottovalutata rispetto a quanto prevede la costituzione italiana, ma si ha la pretesa di volerla ancora ridurre. Di questo abbiamo già parlato in altre occasione e torneremo sull’argomento per organizzare la resistenza nel tentativo di respingere questo attacco che viene mosso dal governo. Migliore sorte non hanno gli altri organismi di rappresentanza quali i COMITES ad esempio, che dopo essere stati dimenticati per circa un decennio, ora che avevano ripreso le loro attività ed era cominciata a tornare la fiducia degli emigrati nei confronti dei propri rappresentanti legittimamente eletti a suffragio universale, si vedono tagliare le già scarse risorse di cui disponevano del 40%. Un segnale pesante sia della poca attenzione che viene rivolta all’emigrazione ed a questa sua prima rappresentanza diretta sia perché lascia intravedere che l’orientamento è quello di sempre: farla finita con questi rappresentanti che spesso si oppongono alla politica che il governo e/o alcune rappresentanze diplomatiche considerano con fastidio. D’altro canto, così come tanti connazionali sono stati privati del Consolato, ora li si vuole anche privare delle loro rappresentanze. La stessa sorte non lascia indenne nemmeno il CGIE, che con i tagli che ha dovuto subire da parter del Governo, si vede costretto a ridurre le proprie attività, con grave danno per la categoria rappresentata, ossia per l’emigrazione in genere. Questi ed altri gli argomenti trattati nella quattro giorni palermitana, che ha visto la partecipazione del Vice Presidente della Regione Sicilia l’On. Roberto La Galla, quella del Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, quella del Ministero nelle persone del Dirigente Generale Vignali e del Sottosegretario Merlo. A rappresentare il CGIE che ha promosso l’iniziativa, il Segretario Generale Michele Schiamone, il Consiglio di Presidenza con Silvana Mangione, Rodolfo Ricci, Eleonora Medda, Gialuca Lodetti, Giuseppe Maggio, Riccardo Pinna, oltre ai componenti della VII commissione presieduta da Maria Chiara Prodi. Ad occuparsi della organizzazione, Getano Calà Segretario della VII Commissione, che ha insistito perché l’iniziativa si tenesse a Palermo. Alla riunione delle Consulte Regionali, come è ormai prassi corrente, grande assente la Sicilia che da un ventennio non insedia la Consulta. A fare sentire la voce dell’emigrazione siciliana, Salvatore Augello Segretario Generale dell’USEF e Presidente del Coordinamento delle Associazioni Regionale dell’Emigrazione Siciliana (CARSE) ed Antonio Giovenco Presidente uscente del CARSE e presidente del COES. (Salvatore Augello)