Anche quest’anno, come negli anni della precedente legislatura, il mio impegno per migliorare alcune misure per gli italiani all’estero, in occasione dell’esame della legge di bilancio, è stato convinto e concreto.

Questa volta, anzi, in considerazione della poca sensibilità che questo governo dimostra per i nostri connazionali nel mondo, ho cercato di moltiplicare gli sforzi. I filoni di iniziativa che ho toccato sono stati sostanzialmente tre: il turismo di ritorno; il miglioramento dei servizi consolari; l’internazionalizzazione. Il turismo di ritorno è una delle chiavi più efficaci per dare ristoro all’economia italiana che da anni vive una situazione di fatica e per rinsaldare i rapporti con le nostre comunità. Per questo ho proposto la istituzione di un fondo quadriennale per cofinanziare i progetti che Regioni, associazioni ed enti di varia natura possano avanzare in questo settore, con particolare riguardo a quelli finalizzati allo sviluppo delle aree interne del Paese. Per il miglioramento dei servizi da prestare ai nostri connazionali, che fin dalla scorsa legislatura è uno dei miei fondamentali obiettivi, ho proposto la destinazione di risorse aggiuntive per l’assunzione dei contrattisti e di triplicare i fondi per sostenere la benefica attività dei consolati onorari, specie nei grandi Paesi. Un piccolo spiraglio di luce si è aperto a questo proposito con l’accettazione come raccomandazione da parte del Governo di un mio ordine del giorno in cui ho ribadito l’obiettivo dell’emendamento e ho chiesto anche di adoperarsi per spostare a 75 anni il limite d’età delle funzioni dei consoli onorari. Sul decisivo tema dell’internazionalizzazione, ho presentato un emendamento migliorativo dei contributi destinati al cofinanziamento dei progetti della Camere di commercio italiane all’estero, che sono veri agenti moltiplicatori di opportunità per le imprese italiane nel mondo e di sviluppo delle business community di origine italiana. Questo Governo e questa maggioranza hanno calato la saracinesca su tutta la linea, dimostrandosi i più distanti dagli interessi veri dei nostri connazionali all’estero, nonostante le parole al vento di alcuni suoi rappresentanti. Ma è solo una tappa, la corsa è ancora lunga. Sono convinta che le buone ragioni alla fine finiscono sempre con l’essere riconosciute e con l’affermarsi.