LA MARCA (PD): PER LA SUA RIPRESA IL MEZZOGIORNO PUÒ CONTARE ANCHE SUI SUOI MILIONI DI EMIGRATI. CHIESTO UN INCONTRO ALLA MINISTRA LEZZI

I dati sulla situazione del Mezzogiorno che la SVIMEZ ha proposto nel suo annuale Rapporto inducono a fare ogni sforzo per frenare la grave emorragia demografica (in 16 anni se ne sono andati 1 milione e 900 mila residenti)

e per fare in modo che la perdita dei giovani (-900 mila), molti dei quali laureati, possa essere realmente frenata. Occorre, dunque, unire le forze per un impegno veramente straordinario, che riguarda non solo il Mezzogiorno ma il futuro dell’Italia. Tra le forze da mobilitare, tuttavia, di solito viene trascurato quel vero e proprio esercito di riserva del Mezzogiorno che sono i suoi milioni di emigrati. In una molteplicità di Paesi di insediamento essi sono diventati classe dirigente a livello politico, economico, professionale e culturale e aprire con loro una positiva interlocuzione potrebbe portare solo vantaggi al Mezzogiorno. Per questo, ho scritto alla Ministra per il Sud Barbara Lezzi chiedendo un incontro per avere uno scambio di vedute sul modo come le nostre comunità all’estero possano partecipare a questo indispensabile sforzo di ripresa e di rilancio del Mezzogiorno. A questa iniziativa mi portano non solo le mie radici meridionali, ma anche alcune esperienze parlamentari che ritengo utili. A partire dalla mozione sullo sviluppo del Mezzogiorno, approvata dalla Camera nella precedente legislatura, nella quale ho avuto modo di inserire alcuni passaggi riguardanti proprio il possibile apporto delle nostre comunità all’estero. Il mio augurio è che su questo tipo di emergenze si generi una trasversalità positiva, che dia concretamente il senso di una comune responsabilità. On. Francesca La Marca

LA MARCA (PD): CONTINUA IL MIO IMPEGNO PER GLI ACCORDI SULLE PATENTI DI GUIDA CON LE PROVINCE CANADESI: INTERVENTO SUI MINISTRI DEGLI ESTERI E DEI TRASPORTI

“L’accordo tra Italia e Canada sul reciproco riconoscimento delle patenti di guida, già firmato come accordo-quadro tra i due Paesi, deve trovare il suo seguito operativo a livello delle singole Province, titolari delle competenze in questa materia secondo le leggi canadesi. Il mio impegno, prima per l’accordo quadro ora per le intese con le singole Province, ad iniziare dal Québec, continua senza soste da alcuni anni. I tempi degli accordi internazionali, tuttavia, sono lunghi, troppo lunghi per le attese degli interessati, sia cittadini italiani residenti e operanti in Canada sia canadesi presenti in Italia, che costantemente mi inviano sollecitazioni a tale riguardo. Poiché le notizie da me reperite direttamente presso le autorità dei due Paesi forniscono un quadro contraddittorio, in particolare per la stipula dell’accordo con il Québec, che può facilitare quelli con le altre Province, ho inviato un’ulteriore sollecitazione scritta ai Ministri italiani Moavero Milanesi (Esteri) e Toninelli (Trasporti) e al Direttore delle politiche e degli affari internazionali del Ministero per le relazioni internazionali e la francofonia del Québec. In esse, chiedo che sia messo termine al rimbalzo di responsabilità e che si faccio l’ultimo e decisivo passo per la firma dell’intesa con il Québec, che comunque non dovrebbe essere ormai lontana. Il mio impegno, oltre a operare costantemente per un positivo e atteso risultato, sarà quello di continuare a informare gli interessati e la pubblica opinione”. On. Francesca La Marca

PARLAMENTARI PD ESTERO: BUON LAVORO AL NUOVO RESPONSABILE FRANCESCO CERASANI PER UN PD CREDIBILE E AFFIDABILE

Francesco Cerasani è il nuovo responsabile del PD per il dipartimento degli italiani nel mondo. A lui facciamo i nostri auguri di buon lavoro e gli assicuriamo la piena disponibilità a collaborare affinché nel prossimo congresso del partito il tema degli italiani all’estero abbia l’evidenza e la centralità che obiettivamente merita. Cerasani succede ad Anna Grassellino, che salutiamo e ringraziamo per la sensibilità dimostrata in particolare verso il significativo fenomeno delle “migrazioni qualificate”. L’attenzione che il PD deve continuare a manifestare sul tema degli italiani all’estero e, più in generale, dell’italianità nel mondo non dipende solo dal fatto di essere stato da tempo riconosciuto come il primo partito e dall’avere per questo particolari responsabilità. In realtà, questo è avvenuto perché il PD ha saputo riferire il ruolo degli italiani all’estero non a sé stesso, ma al Paese, cercando di convincere l’intera classe politica e i Governi che, adottando politiche adeguate, essi avrebbero potuto essere un fattore aggiuntivo di crescita e di proiezione internazionale dell’Italia. I fatti, ad iniziare dalle straordinarie performance del Made in Italy, hanno dato ampio riscontro a questa visione. Oggi, di fronte ad un governo e a una maggioranza chiusi in un orizzonte sovranista e assistenzialistico, è più che mai necessario tenere ferma questa barra per evitare pericolose regressioni nel campo della ripresa economica, degli equilibri europei e della collocazione internazionale dell’Italia. Siamo sicuri che Francesco Cerasani saprà favorire una presenza intelligente e attiva della componente estera nel congresso del partito, affinché il PD all’estero sia considerato, come finora è accaduto, una forza riformatrice, credibile e affidabile. I Parlamentari PD Estero: Garavini, Giacobbe, Carè, La Marca, Schirò, Ungaro LAURA GARAVINI: OPPORSI ALLA DERIVA ANTIDEMOCRATICA Questo Governo sta cambiando il Paese in peggio e noi del PD dobbiamo rimboccarci le maniche. Proprio per questo mi sono incontrata di recente con due realtà della base del nostro partito, all’estero e in Italia. A Castelnuovo, ospite del PD dell’Unione dei Castelli e a Stoccarda, alla Festa d‘estate del circolo. Per fare ciò di cui c’è più bisogno. Confrontarsi, discutere. Per realizzare insieme, sul territorio e a Roma, un’opposizione che si contrapponga ad una deriva antidemocratica. Un’opposizione a un Governo che sta calpestando la fiducia della comunità internazionale e dell‘economia. E che sta azzerando gli effetti che i Governi Renzi e Gentiloni erano riusciti a produrre con la creazione di oltre un milione di nuovi posti di lavoro e con un’economia che cominciava di nuovo a correre. Questi incontri danno fiducia perché si mobilitano tanti iscritti, pieni di suggerimenti e di voglia di fare. E poi tanta gente nuova, giovane e meno giovane. Gente che si sente chiamata in causa. Proprio adesso. C‘è voglia di protagonismo democratico, per opporsi ad un Governo pericoloso, per battersi per un’Italia moderna ed europeista. Contro un’Italia espressione di un becero populismo. (Laura Garavini)

RAZZISMO - COMUNICATO STAMPA DI UNGARO (PD):” INACCETTABILI SILENZIO E BANALIZZAZIONE DI GRAVI EPISODI DI DISCRIMINAZIONE”.

Governo ne risponda subito in Parlamento. “Più di dieci episodi di discriminazione in quasi 45 giorni e sono assordanti e gravi il silenzio e la banalizzazione da parte dell’Esecutivo dell’escalation di violenza a danno di cittadini immigrati e di connazionali, ritenuti stranieri per alcuni tratti somatici. Pare infatti che il Governo sia già andato al mare, ma di fronte a episodi e reati come questi non è possibile nascondere la testa sotto la sabbia. Forse non ci ricordiamo più di quando i migranti discriminati eravamo noi. Per questo ho presentato, assieme alle colleghe del PD Chiara Braga e Angela Schirò, un’interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri Conte e al Ministro dell’Interno Salvini affinché vengano in Parlamento a descrivere quanto sta accadendo in Italia, se questo sia frutto di una campagna d’odio contro il diverso e se non si ritenga assolutamente necessario, visto il dilagare del fenomeno in tutte le aree del Paese, implementare una campagna di sensibilizzazione e repressione contro ogni tipo di discriminazione”. Così afferma l’On. Massimo Ungaro, deputato del Partito Democratico eletto nella circoscrizione Europa, depositando un’interrogazione contro il dilagare del razzismo in Italia al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Interno sottoscritta anche dalle colleghe Chiara Braga e Angela Schirò. Roma, 30 luglio 2018

IL RENZI PEBSIERO

1. L'identità e la dignità di un Paese non dipendono solo dai dati economici. Quando qualcuno mette in discussione i valori fondanti di una comunità, quel Paese è più debole. Più povero. Da qualche settimana si sono intensificati attacchi razzisti contro persone che hanno il colore della pelle diverso. Di Maio e Salvini negano che vi sia un problema, ma anche dentro la maggioranza sono tante le voci preoccupate (bravo Zaia, grazie!). Ed è ovvio che sia così. Perché la lotta contro il razzismo non è monopolio del PD o dei passati governi: è un impegno di tutti. Quando alcuni nostri amici - o figli di nostri amici - ti confessano a bassa voce che per la prima volta hanno paura di girare per strada da soli, ti rendi conto che stiamo perdendo qualcosa di molto più importante di un'elezione: stiamo perdendo la qualità della nostra vita, la dignità del nostro stare insieme. Chi giustifica o minimizza rischia di essere complice del clima che si sta creando. Nessuno può negare l'evidenza, in particolar modo se si hanno responsabilità di Governo. Il negazionismo di Di Maio e Salvini fa male all'Italia, ai suoi valori, al suo futuro

2. La nuova legge sulla RAI attribuisce molti poteri al Direttore Generale. Viene coinvolto per la prima volta un consigliere eletto dai lavoratori. Si individua nel Presidente la figura di garanzia per la quale occorre il consenso anche di parte dell'opposizione (due terzi). Lega e Cinque Stelle dissero che questa riforma era assurda perché dava poco potere all'opposizione. E oggi, con invidiabile coerenza, siccome sono maggioranza provano a prendersi anche il Presidente, da soli. Vanno in Parlamento, perdono, vengono bocciati. E cosa fanno? Anziché scusarsi e cambiare nome vanno avanti lo stesso. Umiliano Camera e Senato: è vero che Casaleggio ha detto che tra qualche anno il Parlamento potrebbe essere inutile. Ma finché c'è, bisognerebbe rispettarne i voti. Il Governo della Legalità non rispetta le Leggi dello Stato. Il Governo dell'Onestà non rispetta le sentenze della Cassazione. Meno male non si sono definiti il Governo della Pace.

3. Le domeniche gratuite al Museo nascono dall'intuizione di uno studente fiorentino. "Tutte le volte che entro in uno dei nostri Musei mi sento più FELICE di essere un cittadino", mi disse quando ero sindaco. Quando siamo andati al Governo, nel 2014, abbiamo offerto l'opportunità di un ingresso gratuito mensile a tutti i cittadini, non solo ai fiorentini. Perché i musei servono anche a questo: renderti più orgoglioso della tua storia, della tua appartenenza, della tua identità. Negli anni in cui abbiamo avuto l'onore di governare l'Italia abbiamo investito in cultura non solo perché era giusto ma anche perché utile. Sì, utile. Utile a rendere i cittadini consapevoli e felici di essere italiani. E per me era bellissimo passare davanti agli Uffizi in una di queste domeniche e vedere intere famiglie in coda per un pomeriggio di libertà e di bellezza. Ieri il ministro della cultura del Governo Salvini-Di Maio ha annunciato la fine delle domeniche gratuite. Ieri hanno votato per cancellare il progetto di Renzo Piano su "Casa Italia", più tardi hanno dato un colpo alla cultura. Pur di attaccare il nostro Governo smantellano tutte le iniziative belle e utili. E ti dicono: si va avanti anche senza le domeniche al museo. Vero, ma si va avanti un po' più poveri dentro. Hanno azionato la ruspa contro la cultura. E per prendere le distanze dal Governo dei mille giorni, fanno un dispetto agli italiani, non a noi.

PARLAMENTARI PD ESTERO: I DATI SVIMEZ SUL MEZZOGIORNO SONO ALLARMANTI PER PERDITA DEMOGRAFICA E FUGA DEI CERVELLI

Negli ultimi sedici anni, 1 milione 883mila residenti hanno lasciato il Sud. La metà sono giovani compresi tra i 15 e i 34 anni; di essi un quinto, circa 190.000, sono laureati. Sempre tra i giovani, il 16%, circa 150.000, si sono diretti all’estero. Circa 800.000 di quelli andati via non sono tornati. Anzi, anche quando la ripresa economica si è riavviata, come nel 2016, altri 131.000 residenti si sono ufficialmente cancellati dai comuni meridionali. Nello stesso tempo, anche gli stranieri che dall’inizio di questo secolo tendevano a insediarsi al Sud per ragioni di lavoro e di vita, hanno iniziato ad andarsene. E sappiamo che le mobilità brevi di lavoro accrescono questi dati di 2/3 volte. Questi sono i dati, non nuovi ma estremamente allarmanti se letti unitariamente, che il Rapporto SVIMEZ 2018 ha messo sul tappeto. Due profili dovrebbero essere considerati con assoluto senso di responsabilità, al di là delle diatribe partitiche e di coalizione: l’acuta decrescita demografica del Sud, che cumula gli effetti dell’andamento naturale con quelli dell’emigrazione, tornata ai livelli degli anni sessanta; la perdita di cervelli e quindi delle capacità direzionali necessarie per progettare e realizzare la tenuta e la ripresa. Un’Italia condizionata così pesantemente dai fattori strutturali di un’intera area rischia di avere un futuro incerto e forse mediocre. Ecco perché il Mezzogiorno non ha smesso di essere questione nazionale, continua ad essere, anzi, questione generale per le prospettive del Paese. Alcuni nodi vanno sciolti subito: il sostegno pubblico agli investimenti per la crescita e per un nuovo modello di sviluppo, centrato sulle risorse endogene, e per l’efficienza della pubblica amministrazione; i servizi di qualificazione professionale, orientamento e informazione da fornire a coloro che non hanno la possibilità di aspettare temi medio-lunghi e che comunque decidono di andarsene; uno sviluppo della linea degli incentivi all’assunzione in loco, nonché al ritorno e al rientro, in particolare per i “cervelli” che hanno fatto utili esperienze all’estero, sviluppando su questo, coerentemente e decisamente, le politiche dei precedenti governi. Per quanto ci riguarda, saremo attenti e pronti a cogliere le occasioni che si presenteranno a livello parlamentare per portare il nostro contributo, soprattutto in termini di comparazione con le esperienze più utili fatte in altri paesi.

I Parlamentari PD Estero: Garavini, Giacobbe, Carè, La Marca, Schirò, Ungaro