La lingua e la cultura italiana sono tra le più efficaci leve strategiche che l'Italia può usare per proiettare una sua immagine positiva nel mondo. A condizione che siano intrecciate con altri punti di forza, capaci di trasmettere la capacita

innovativa e quella di produrre e di caratterizzare i prodotti in modo tipico e qualitativamente inconfondibile. Che cosa sarebbe stato dell'Italia, ad esempio, soprattutto in questi anni di crisi durissima, senza il Made in Italy, il turismo e la promozione culturale? Se ne è parlato ampiamente a Roma nel corso della riunione del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE), durante il quale ci sono stati diversi momenti di approfondimento e confronto sulla promozione integrata del sistema Paese nel mondo. Su un punto, tuttavia, vorrei tornare perché mi sembra meritevole di attenzione, quello della formazione degli adulti, essenziale soprattutto in realtà come l'Australia, dove le radici italiane sono ancora vive ma rischiano di diluirsi se non si consente a chi non ha potuto seguire in passato regolari corsi linguistico-culturali di rafforzarle e di coltivarle. Da alcuni anni questi corsi non ricevono più contributi dal MAECI, costretto dalle necessità a scegliere altre priorità. Il rischio attuale è la definitiva e permanente esclusione dai finanziamenti delle suddette attività formative. Credo sia un errore da evitare e in tal senso faccio un appello all'Amministrazione. Se e quando vi siano risorse sufficienti, si consideri l'opportunità di sostenerli, se non vi sono, siano affidati all'iniziativa soprattutto associativa, ma senza escluderli in partenza. La domanda di Italia nel mondo c'è veramente. Proprio per questo evitiamo di girarci dall'altra parte trascurando opportunità che ancora ci vengono offerte. On. Nicola Care' Circoscrizione Estero - Ripartizione Asia, Africa, Australia, Antartide