ROMA - In un’aula semideserta, con i consiglieri arrivati alla spicciolata, si è aperta alla Farnesina l’ultima giornata di assemblea plenaria del Cgie, presente l’ambasciatore Ravaglia, in attesa del sottosegretario Amendola, che non è voluto mancare alla chiusura della cinque-giorni. La sessione – alla quale ha portato il suo saluto anche il direttore di Rai World Piero Corsini – è stata dedicata ad un seppur breve resoconto delle commissioni tematiche e continentali che si sono riunite nella giornata di ieri. Ogni commissione poi produrrà un proprio documento da consegnare non solo alla segreteria del Cgie, ma anche ai Comites e alla Amministrazione. “In un clima di estrema sintonia e di grande collaborazione” si è riunita ieri la I Commissione Informazione e Comunicazione, ha riferito il vicepresidente Pessina, che ha portato all’attenzione dei colleghi consiglieri alcune delle “esigenze” emerse. Intanto la volontà di realizzare una newsletter “diretta periodicamente a Comites e Consolati” che garantisca un “flusso operativo di informazione” tra Cgie e comunità. Poi l’avvio di una “campagna attiva” per “sensibilizzare” gli italiani all’estero in vista dei referendum del 17 aprile sulle trivellazioni nell’Adriatico e del prossimo ottobre sulla riforma costituzionale. In terzo luogo la riforma dell’editoria, in attesa dei decreti attuativi della legge delega: “noi vogliamo partecipare alla definizione di questi decreti che”, ha detto Pessina, “sono importanti anche per la stampa italiana all’estero”. Sempre in tema di stampa all’estero, Pessina e i colleghi della commissione hanno chiesto che “il Cgie si impegni a seguire l’utilizzo dei 100mila euro di stanziamenti aggiuntivi per le agenzie di stampa”. Un appunto sulla Rai che, ha detto Pessina, “è sempre stata il punto debole nella comunicazione ai nostri connazionali”, ed infine l’invito a “seguire con molta attenzione le nuove tecnologie” per essere più vicini alle nostre comunità. Anna Ginanneschi è intervenuta per la II commissione Tutela e sicurezza sociale, di cui è stata eletta ieri presidente e che intende “dare continuità ai lavori” avviati dalla stessa commissione nella precedente legislatura. “Senza perdere di vista la vecchia emigrazione, intendiamo dare risposta alla sempre più variegata gamma di esigenze della nuova emigrazione”. Anche per questo, ha detto Ginanneschi, “è indispensabile concludere la convenzione” tra Mae e patronati, che possono fornire “attività di supporto” ai Consolati. Ciò vale ancora di più in Paesi che vivono gravi crisi economiche e sociali, come il Venezuela, cui la Commissione ha espresso “totale solidarietà”. La riforma di Comites e Cgie, “sull’onda di quella costituzionale in atto in Italia”, è stato il tema al centro del dibattito della III commissione Diritti civili, politici e partecipazione. A riferirlo il neo presidente Da Costa, che, sottolineando la presenza di tutte le aree continentali in Commissione, ha annunciato: “costruiremo una piattaforma che, subito dopo Pasqua, ci consentirà di rimanere in contatto per iniziare i nostri lavori” ed affrontare le questioni, come quella della cittadinanza, emerse nel dibattito. “Una commissione piccola ma i cui componenti sono persone di grandissima levatura morale e grandissima esperienza”. Siamo alla IV Commissione Scuola e cultura, presieduta dal consigliere Marzo, per la quale “l’obiettivo principe è ottenere una nuova legge che regoli il settore” e che ha invitato tutto il Cgie ad impegnarsi per raggiungere questo “traguardo”. Marzo ha lamentato “l’incoerenza della parcellizzazione delle deleghe al Maeci” e dunque delle iniziative legate alla promozione di lingua e cultura italiana tra enti gestori, istituti scolastici e IIC. Parcellizzazione, ha sottolineato il consigliere, che “non è coerente con gli sforzi di ristrutturazione delle finanze”. A questo proposito la Commissione, ha chiesto la“rimodulazione dei contributi” in bilancio, specie quelli destinati agli enti gestori. Quanto alla legge di stabilità, Marzo ha auspicato che “eventuali movimenti finanziari non colpiscano di nuovo il sistema dell’insegnamento dell’italiano all’estero, che già soffre della mancanza ma di contributi”. Infine una questione più strettamente legata all’Europa, dove ai tagli del contingente si aggiunge la mancanza di fondi per l’assunzione di personale locale, con il rischio della chiusura dei corsi. Formazione professionale, attività produttive, imprese e lavoro e, per finire, cooperazione internazionale sono stati il focus dell’incontro tra i membri della V Commissione Sistema Paese. Il presidente Collevecchio li ha elencati, spiegando le nuove modalità operative con cui si intende procedere - piccoli gruppi tematici e strumenti telematici -, senza però rinunciare al tradizionale confronto con esperti dei Ministeri e delle Regioni interessate e ad una seconda plenaria da tenersi nel 2016. Ha parlato di incontri fisici ed insieme telematico anche Manfredi Nulli, presidente della VI Commissione Stato-Regioni-Province autonome-Cgie, alla cui guida sono stati chiamati tre nuovi membri del Cgie. Nulli ha chiesto di ridare corso alla cabina di regia della Conferrenza che l’ultima volta si è tenuta nel 2009, “molto tempo fa”. Il presidente ha auspicato “momenti di scambio” con le Consulte regionali dell’emigrazione e a questo scopo ha chiesto che i Cgie comunichi i nominativi di tutti i membri della Commissione alle Regioni. Con queste si vorrebbe realizzare un “raccordo” allo scopo di istituire delle “antenne regionali sulla nuova emigrazione” che possa così essere informata dei propri diritti e doveri nei Paesi di emigrazione. Per finire Nuove migrazioni e Generazioni nuove. Siamo alla VII Commissione, “trasversale per temi ed interlocutori”, come ha sottolineato in plenaria la presidente Maria Chiara Prodi. A quasi dieci anni dalla Conferenza dei giovani che si tenne a Roma nel 2008, si assiste oggi ad un “cambiamento nei flussi migratori” che impone di porre attenzione, rappresentare e valorizzare tanto le nuove emigrazioni quanto quelle degli oriundi e con essi il mondo dell’associazionismo, ma che invita anche a “cogliere il legame” tra i nostri giovani all’estero e “i nuovi immigrati in Italia”. Gli obiettivi della Commissione, ha spiegato Prodi, saranno in prima battuta “di natura conoscitiva”: la percentuale di iscrizioni all’Aire è troppo bassa, bisogna dunque puntare alla “digitalizzazione” e intanto meglio conoscere le nostre comunità per poter rispondere ai loro bisogni. Prodi ha parlato anche di “rimesse 2.0” riferendosi alla “rete capillare” ed alla “internazionalizzazione culturale ed economica della presenza italiana all’estero”. Altro obiettivo: organizzare una “ nuova grande Conferenza”. Nel frattempo la Commissione si incontrerà un sabato ogni due mesi su bitmeeting, piattaforma in line messa a disposizione dall’Anfe. “Cominciamo dalla fine”, ha esordito l’ambasciatore Ravaglia, dopo gli interventi delle Commissioni Tematiche. Il direttore generale ha sposato l’idea ormai diffusa nel Cgie dell’uso dell’innovazione tecnologica per incontrarsi: “questa è la strada” ha detto. Quanto all’Aire, invece, la questione digitalizzazione è più complicata, perchè se da un lato è stata già avviata e “la nuova anagrafe è in stato di avanzatissima preparazione”, dall’altro la rigidità delle norme che regolano l’Aire è tale – vedi tempi di residenza di un anno prima di potersi iscrivere – da essere “in contraddizione” rispetto ad esempio al concetto di “mobilità”. A quest’ultimo sono legate invece alcune “iniziative concrete” rivolte ai nuovi arrivati e in atto in vari Paesi per iniziativa dei Comites, che Ravaglia ha voluto ringraziare, in collaborazione con la rete consolare. Altra questione cui Ravaglia ha voluto dar seguito è stata quella del Referendum del 17 aprile, la cui data è stata fissata 65 giorni prima del voto quando all’estero per legge la macchina parte 60 giorni prima ed è preparata precedentemente “con calma”. Così non è stato questa volta, ma, ha riferito il direttore generale, “abbiamo subito dato indicazioni alle nostre sedi” ed in vista della “vera innovazione” di questo voto, ovvero la possibilità di votare anche per i temporaneamente all’estero, “d’accordo con il Ministero dell’Interno”, si è deciso di “applicare i termini in maniera molto elastica” per fare votare tutti. In tema di finanziamenti, Ravaglia ha tenuto a precisare che i 100mila euro per la stampa “sono il risultato di un emendamento parlamentare” e comunque sono destinati al Dipartimento per l’Editoria della Presidenza del Consiglio. “Vediamo quali saranno le loro decisioni”. Quanto agli enti gestori, Ravaglia ha difeso le scelte del Ministero. In sede di assegnazione dei contributi, ha spiegato, non c’è stato un taglio “lineare”, che sarebbe stato più facile, ma si è tenuto conto di diverse variabili e si è scelto “caso per caso”. L’83% dei corsi sono inseriti nell’insegnamento curricolare dei Paesi esteri, ha ricordato, ma negli altri casi sono spesso “l’unico farò” dell’insegnamento dell’italiano in un dato Paese; senza dimenticare il taglio del contingente di ruolo ed il numero dei connazionali sul territorio. “L’azione degli enti gestori è fortemente complementare alla promozione della lingua italiana all’estero”, ha riconosciuto Ravaglia, assicurando che la sua Direzione generale è quella del Sistema Paese intendono lavorare per una “crescente sinergia” a favore degli enti. Ultimo punto toccato da Cristina Ravaglia prima di salutare il Cgie, la convenzione tra Maeci e patronati. Per l’Amministrazione, al momento, a causa delle regole sulla privacy,, l’unica “soluzione operabile e già operata” è quella di affidare alla responsabilità dei patronati la funzione di corrispondente consolare. Si tratta di una scelta del Console, valutata sul territorio “caso per caso”. (r.aronica\aise)