MILANO - Oltre a Fabio Porta, che ha aperto i lavori con Eugenio Marino, al dibattito del Pd Mondo a Milano hanno partecipato anche Laura Garavini, Gianni Farina e Alessio Tacconi. Eletti all’estero, tutti in Europa, i tre deputati hanno chiuso i lavori di “Senza perderci di vista”. “Siamo tenacemente alla festa nazionale del Pd, un appuntamento fisso in cui le nostre questioni hanno cittadinanza”, ha esordito Garavini che ha stilato “un bilancio di questa prima metà legislatura”. “È migliorata la fama dell’Italia nel mondo”, ha elencato. “Questione anche di peso, non solo di vanto. Il documento dei tre ministri degli esteri all’ue è indice palese e chiaro del nuovo ruolo in Europa e nel mondo”. Poi il Governo ha “messo in campo riforme fondamentali che hanno aiutato a contrastare i motivi per cui i giovani se ne sono andati”. Alcuni di loro “non vogliono tornare perché ancora arrabbiati col Paese che non ha dato loro lavoro o opportunità. Il Pd ha messo in campo riforme: jobs act, pubblica amministrazione, giustizia, scuola, leggi di contrasto alla corruzione: riforme che stanno già dando i primi segni di inversione di marcia. Sono fiera di come noi deputati all’estero siamo stati pienamente artefici di questo processo di riforme: non siamo parlamentare di una riserva indiana, ma di tutto il paese”. Poi, ha proseguito, “c’è stata l’abolizione dell’Imu per i pensionati e quella della tassa sui passaporti; le detrazioni per carichi di famiglia, tagli ridotti su patronati, abbiamo evitato la ritenuta del 20% sui conti bancari introdotta da Monti; inoltre, nella riforma costituzionale viene confermata la circoscrizione estero anche se solo alla camera, che però sarà la Camera Alta, quella che legifera; e poi è stato riconosciuto il voto agli Erasmus”. Insomma, una “serie di risultati importantissimi a cui lavoravamo da tempo. Cosa ci resta da fare? Lingua e cultura la nostra prima priorità, dobbiamo rimediare ai tagli e rilanciare le politiche culturali vista la richiesta”. Quanto alla riforma fiscale annunciata da Renzi “saremo pronti a chiedere l’abolizione dell’Imu per tutti gli italiani all’estero”. In agenda “più attenzione alle esigenze dell’emigrazione di oggi, come ci hanno ricordato i circoli del Pd mondo, che ringrazio per il loro contributo. La rappresentanza è da ripensare così come l’insegnamento della lingua italiana all’estero che – ha concluso – vi invito a mettere nei vostri dibattiti all’estero”. Testimone diretto della tragedia di Mattmark, Gianni Farina ha voluto ricordarne il legame con quella del Vajont. Citata la “retorica delle baracche”, per Farina Mattmark non fu “dramma dell’emigrazione, ma del lavoro, di una categoria di lavoratori: quelli senza diritti e che venivano sfruttati”. Quindi, il deputato ha citato l’”emozionante” incontro zurighese dedicato a Matera, molto partecipato a dimostrazione della “voglia di sapere” degli italiani all’estero. “In Italia c’è una visione sbagliata dell’emigrazione: all’estero c’è voglia di capire cosa sta succedendo in questo Paese, e c’è la soddisfazione morale e civile del recupero dell’immagine dell’Italia”, il cui merito per Farina non va dato solo a Renzi ma anche a Monti e Letta. Chi non vive un bel momento sono “le organizzazioni degli italiani alla’estero: le elezioni dei comites ci hanno detto che è scattata la scintilla per ripensare la rappresentanza. Possiamo accusare tutti, ma le elezioni dei comites sono state un disastro per la partecipazione, dovuto a mille fattori, certo, ma hanno dimostrato il distacco tra la collettività e gli organismi”. Ora tocca al Cgie: l’auspicio di Farina è che “non arrivino i soliti”. Alessio Tacconi “come italiano più che come parlamentare” ha voluto riportare una “sensazione: c'è senso di smarrimento, perchè dopo anni di conquiste negli ultimi anni non si è vista una politica unica, seria, decisa verso gli italiani all’estero”. “C’è ancora tanto lavoro da fare: non c'è una chiara idea delle istituzioni riguardo la rappresentanza, c’è stata una riduzione della presenza consolare e poi c'è la fiscalità e l'Imu. Dal pd – ha ribadito – mi aspetto un indirizzo preciso di politica, visto che è il più rappresentato all'estero e in Parlamento. Di fronte allo smarrimento – ha concluso – il Pd ha il dovere e la forza per dare le risposte giuste, degne degli italiani all’estero”. (ma.cip.\aise)