(SA) - Lo schema ormai è collaudato, tanto da non sorprendere più di tanto. Sviare il dibattito elettorale su problemi personali del cavaliere, partire a testa bassa al’attacco della magistratura, comunista, giustizialista, ecc.. Inchiodare da un canto il Parlamento ai suoi problemi con la giustizia, mettendo in campo una legge dietro l’altra, pur di evitare di dare conto delle accuse che gli vengono mosse, ultima la legge sul legittimo impedimento,

evitare di confrontarsi si problemi reali del paese, perché dovrebbe dare conto sui tanti mancati interventi per aiutare gli italiani ad uscire dalla crisi. Ma c’è di più, tempo fa, infatti, prima di ritornare alla politica attiva dopo avere ricevuto la statuetta del duomo in faccia, volendo fare un ingresso alla grande, come è nel carattere dell’uomo, lanciò la promessa di tagliare l’IRAP alle imprese. La formula, anche qui era sperimentata, poiché lo aveva fatto con l’ICI, cosa per altro iniziata dal governo Prodi, che aveva eliminato l’imposta sulla prima casa sulla base del livello di reddito familiare. Semmai, la proposta del cavaliere, che fece tanto rumore, servì a esentare anche chi le tasse le può pagare e ad indebolire le entrate dei comuni, che venivano così privati di un cespite di entrata. Oggi, dopo avere lanciato quella proposta e dopo essersi scontrato con Tremonti che, in un primo momento, per non guastare l’effetto del ritorno del cavaliere, aveva detto che si poteva fare, dopo dichiarò invece, che di tagli alle tasse non se ne parlava, perché la crisi non lo consentiva, il cavaliere ha avuto modo di lamentarsi con i suoi fedelissimi, per il mancato taglio all’IRAP.n dicendo: “sarebbe bastato che Tremonti c’avesse dato 500 milioni di euro e avremmo tolto l’ITRASP ad un milione e mezzo di microimprese. Così invece, la campagna elettorale girerà tutta sull’inchiesta di Trani” Affermazioni ce sono la dimostrazione di una strategia collaudata e studiata a tavolino, che nha preso le mosse da un attacco pesante alla magistratura di Trani, colpevole di averlo intercettato mentre indagavo su altre cose. Nella intercettazione, il cavaliere chiedeva all’AGICOM e precisamente ad un consigliere da lui nominato e messo in quel posto,. Di adoperarsi per fare chiudere la trasmissione di Santoro “anno zero”, che il cavaliere ha sempre mal sopportato, assieme a Ballarò ed “in mezzora”. Nella scomposta reazione, nion si negano le telefonate, ma si rivendica il diritto del premier di telefonare a chi vuole e su ciò che vuole, senza essere intercettato. Parte allora, l’attacco concentrico contro la magistratura, giustizialista e comunista, che vuoi9le rovesciare il suo governo facendo un uso distorto della legge, quindi viene rilanciata con forza la necessità di una legge che ridimensioni il potere di intercettazione che oggi hanno i giudici, riaprendo un discorso che tiemne banco da mesi. Al coro, si unisce il ministro Alfano, che volendo “vederci chiaro”, invia gli ispettore al tribunale di Trani, suscitando la giusta reazione indignata del Consiglio Superiore della Magistratura, che a sua volta apre un fascicolo sull’iniziativa del ministro. Si badi bene,nessuno nega il fatto, ne3mmeno gli avvocati delk cavaliere, che invece si affannano a dire che il tribunale competente è quello di Roma e non quello di Trani, solo con il chiaro proposito di fare passare il tempo e di avvitare nel frattempo, la campagna elettorale a questa vicenda, che in ogni caso, merita davvero di essere chiarita. Questo, in aggiunta alla discutibile decisione della Rai, di sospendere, nel nome della parcodicio, le trasmissioni di approfondimento, ma a questo punto solo per la televisione pubblica, poiché la privata ha vinto il ricorso al TAR e potrà fare tutti gli approfondimenti che vuole, comprese le rete Mediaset della famiglia Berlusconi. Ma questa volta, l’arroganza ha passato ogni limite. L’avere strumentalizzato una dichiarazione del Presidente Napolitano, falsandone pere altro il contenuto, quando invece era chiarissima l’interpretazione, supera ogni limite di decenza e di correttezza. Evidentemente valori che non albergano nel vocabolario del cavaliere, che continuerà a fare attacchi forsennati a destra ed a manca, a creare conflitto tra istituzioni che hanno ruoli e funzioni diverse, per confondere l’elettorato, richiamando solo su di se l’attenzione della gente, in modo da eludere di parlare dei problemi della gente, che pure è,chiamata a votare e che in questo modo viene solo frastornata da una politica di cortile, che mira solo a seminare odio e discredito. Dopo le elezioni, dice il cavaliere, cercherà di ricucire con il Colle, ora è tempo di scontri quindi, non c’è tempo per essere corretti, per interpretare al meglio il ruolo che riveste. E’ davvero il caso di dire, il lupo non solo non perde il pelo, ma neanche il vizio.