(di Agostino Spataro) -  Conflitto fra religioni: un’indegna mistificazione La moschea, i minareti, i crocefissi, le nuove crociate leghiste…tutto è buono per spostare l’attenzione dell’opinione pubblica, sempre più frastornata e impaurita, dai suoi problemi di vita e di lavoro a quelli presunti o comunque ingigantiti provocati, qua e là, dagli immigrati la cui colpa, forse, è quella di assicurare un importante contributo alla barcollante tenuta della nostra economia.

In primo luogo di quella dei “territori leghisti”. Il vero rischio che oggi corre l’Italia, specie in alcune aree, non è certo dovuto alla presenza degli immigrati, che certo va regolamentata, controllata e anche aiutata, ma, di più, a queste indecorose risse mediatiche, alle odiose campagne xenofobe scatenate, periodicamente, da certi politici che, per risultare credibili e utili, devono mostrare in tv la bava delle loro rabbiose provocazioni. Alieni, gente estranea alla tradizione politica e culturale repubblicana che vorrebbero far passare un’immagine falsata, irriconoscibile dell’Italia: lacerata e impotente, e soprattutto egoista e timorosa del progresso. Anche se il momento è opaco, ciascuno di noi, nell’intimo, sa che l’Italia repubblicana non è stata, non è, come la si vuole, artatamente, rappresentare o costruire. La gente è stanca di questa manfrina e desidera un cambiamento capace di recuperare e valorizzare tutte le risorse e le grandi potenzialità esistenti. Per riallinearsi all’Europa e per ridare speranze agli italiani e, in primo luogo, ai giovani i quali, però, dovrebbero darsi una mossa per non restare soggetti passivi di certa politica e conquistare un ruolo da protagonisti nell’opera immane di costruzione di un nuovo futuro. Del loro futuro. Cristo non ha bisogno di nuovi crociati Infine, qualche considerazione sull’ipocrita campagna sanfedista a difesa del “crocefisso” cavalcata da taluni politici e sindaci e presidenti provincia che vorrebbero imporlo nelle scuole e in tutti gli uffici pubblici, anche mediante la minaccia di multe salate e provvedimenti coercitivi. Credo che la gente avrà capito il vero intento di cotanta, interessata premura. Tuttavia, è sempre utile richiamarne l’attenzione per non cadere nella manovra portata avanti da partiti e individui che hanno ben poco da spartire con quel Cristo che si pretende di difendere da chissà quali attacchi. Anche il clero cattolico, pur difendendo legittimamente i suoi valori e simboli, ritengo abbia ben compreso il fine di questa rumorosa “improvvisata” e non farà trascinare la Chiesa nell’anacronistica diatriba. Anzi, prima o poi, potrebbe richiamare i troppo zelanti politici e amministratori a curarsi degli affari di loro pertinenza. Magari con più efficienza e onestà. Sarebbe, infatti, molto imbarazzante che il crocefisso fosse difeso da gente che lo calpesta ogni giorno, trasgredendo gli insegnamenti del Cristo dei vangeli per ubbidire agli istinti del potere. La figura del Cristo è universalmente accettata e comunque rispettata, anche da noi non credenti. Non c’è, davvero, bisogno d’imporla d’autorità, a colpi di multe. Specie in un Paese dove vige una Costituzione laica e tollerante. Se un non-credente s’impegna per far costruire un luogo di culto Chiudo con un aneddoto, con fatto capitatomi a margine della vicenda della moschea di Roma alla cui realizzazione contribuì, soprattutto sul piano dell’iniziativa politica e parlamentare, la nostra Associazione italo - araba, composta dai rappresentanti dei tre principali partiti (Dc, Pci, Psi) e più volta presieduta dall’ex ministro dc Virginio Rognoni. In questa come in altre importanti vicende, l’associazione svolse una funzione politico/diplomatica parallela a quella del governo e dei partiti che rappresentava. Un giorno fui invitato per un colloquio dal principe Abdelghassem Amini, un aristocratico afghano, persona di fiducia dei sauditi e, in quanto tale, presidente del Centro culturale islamico d’Italia curatore del progetto della moschea. Solitamente lo incontravo in delegazione o in qualche convegno. Quella volta m’invitò da solo. Lo andai a trovare al Centro e dopo il caffè e un po’ di convenevoli, mi rivolse alcune domande a bruciapelo. “Lei è un deputato del Pci? ”- “Certamente”, risposi. “Perciò è un marxista?” – “Sicuro” “Voglio dire ateo?” “Si, sono ateo”. Domande pleonastiche le sue (sapevo chi ero) che gli servivano a porre quella più impegnativa: “Allora –mi spieghi- perché un ateo, com’è lei si dichiara, si è tanto adoperato per consentire la realizzazione della moschea? “ Il principe non si capacitava di tanta (mia) incoerenza o forse immaginava i comunisti come orde di barbari dediti alla distruzione dei luoghi di culto. Gli risposi che, in quanto comunista e cittadino di questa Repubblica, mi ero semplicemente adoperato per garantire ai lavoratori di religione islamica, come di altre, il diritto ad avere un luogo di raccoglimento e d’incontro. Esattamente come postula la nostra Costituzione per tutte le religioni, purché non s’ingeriscano nella politica e negli affari di Stato. Il principe mi volle insignire di una medaglia e mi regalò un bellissimo esemplare del Corano che vergò con una dedica riconoscente: “All’on. Agostino Spataro…per tutto l’aiuto che ha dato all’Islam”. Insomma, c’eravamo capiti. (fine) * Agostino Spataro è stato membro delle commissioni Esteri e Difesa della Camera dei Deputati. E’ direttore di “Informazioni dal Mediterraneo” (www.infomedi.it)