Sulle prime, quando l’On Giovanardi ha invitato i parlamentari a sottoporsi volontariamente a quello che solo lui definisce un test antidroga mi sono messo a ridere. La solita stupida messinscena demagogica, alla quale, non c’e’ da stupirsi,

hanno subito aderito in tanti. Non sia mai che qualcuno possa pensare che se non mi sottopongo al test… Che la pensata sia, oltre che demagogica, assolutamente stupida e inutile è inconfutabile dato che l’unico test serio sarebbe quello fatto su almeno due materiali biologici diversi (urine e capello vanno bene) e a sorpresa. Se poi si vuole dare anche un minimo di credibilità e serietà per mostrare e dimostrare che chi gestisce la cosa pubblica è “sano” si deve allora introdurre anche la obbligatorietà dell’accertamento. Cosa certamente lontana anni luce dalla mente dell’attento demagogo che, vista la assoluta inutilità di quanto propone, meglio farebbe a spostare l’attenzione dai parlamentari del nostro Paese ai ragazzi della nostra Italia che, statistiche alla mano, si abbuffano letteralmente di droga già ai 15 anni e che spesso, a differenza del parlamentare di turno, non sanno quello che fanno e potrebbero essere ancora educati da un sano progetto e intervento dello Stato. Purtroppo però non è così. All’On. Giovanardi infatti non gliene deve fregar di meno della salute mentale e fisica dei nostri ragazzi se con la stessa bocca che ha formulato l’invito a sottoporsi a questa sorta di antidoping volontario, non sapendo cosa altro dire per impressionare ancora una volta il mondo, ha pronunciato parole che questa volta fanno inorridire: “il ragazzo deceduto in carcere è morto perché - secondo lui, e sembra solo secondo lui, - era drogato e anoressico”. Ha ragione allora l’editorialista de “La Repubblica”, Francesco Merlo, quando dipinge l’On. Giovanardi come un “cattolico feroce e imbruttito” dal rancore, che “sniffa” astio ma è impotente dinanzi al fenomeno della droga e fa il duro a spese della vittima, senza capire l'infinito di umiliazione che schiaccia un giovane drogato arrestato e maltrattato che avrebbe avuto bisogno solo di pazienza e comprensione.