Molti i leader politici dell'opposizione presenti. «Questa è una grande prova della società italiana, della società civile che ha ancora la capacità di indignarsi» afferma il segretario del Pd, DarioFranceschini. «Siamo qui - dice invece il leader Idv, Antonio Di Pietro - perché vogliamo riaffermare il diritto all'informazione, fondamentale per la democrazia, che oggi è minacciata».

 «Parlamento e governo - aggiunge Di Pietro - fanno sempre più leggi per pochi e per furbi mentre molti stanno male". La manifestazione, spiega Di Pietro, «è per la libertà di stampa e contro il governo Berlusconi che è in totale conflitto di interessi». «Mi spiace non aver potuto partecipare all'iniziativa della Fnsi sulla libertà di stampa - dichiara invece il segretario del consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino. - Ho semplicemente sbagliato piazza e mi sono ritrovato in una manifestazione del Pd, di Rifondazione Comunista con la partecipazione di Cgil e di tanti esponenti dello spettacolo. C'era anche il sosia dell'onorevole Antonio Di Pietro perché non poteva certo essere il leader dell'Italia dei valori, primatista tra i politici delle cause contro i giornalisti», ha concluso Iacopino. «Questa piazza è la miglior risposta a chi definisce una buffonata la necessità di manifestare per la libertà di stampa» dice Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21. «Questa piazza - insiste Giulietti - saprà difendere anche la libertà delle donne e degli uomini di destra, dileggiati per aver espresso un punto di vista diverso rispetto a quello del presidente editore. Il miglior sponsor di questa manifestazione è stato Berlusconi, il quale ha sostenuto che in Italia c'è talmente libertà di stampa al punto che vanno in onda 4 o 5 trasmissioni che non gli piacciono. Parole di un sovrano sul viale del tramonto». «Si parlava di un Paese rassegnato, seduto - afferma il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani - ma questa è una grande prova di vitalità democratica con la presenza di tanti cittadini, al di là della presenza dei partiti, e anche tanti giovani».