Sembra rivivere altri tempi, quando l’oratore si inebriava al suono della propria voce, al contenuto delle cose dette e ne traeva alimento per la propria arroganza ed il proprio modello di gestione del potere. E’ quanto viene da pensare, leggendo il dioscorso del cavaòiere alla prima festa del popolo ddelle libertà. I giornali? Comunisti ed eversivi; i giornalisti? Farabuti che scrivono pettegolezzi in vece di informare la gente;

il voto agli immigrati? No per chè la sinistra lo vuole per farevotare per se stessa; ilcanone RAI? Da sabotare per bloccare Santoro e tutti i comunisti annidsati nel servizio pubblico; il monopolio dell’informazione? Un diritto per chi governa. Altre affermazioni si potrebbero anclora citare che spaziano cu campi diversi, affermazioni alle quali, il Cavalierfe, a forza di dirle pubblicamente e di roipetersele allo specchio per verificarne l’effetto, credo pericolosamente davvero. Il tutto, pwer rafforzare ilproprio carisma, ed aumentare in questo modo la pèossibilità di restare abbarbicato alla poltrona di comando, in barba ai Fini ed a tutti quelli che pensano al dopo Berlusconi. Sarebbe il caso che il popolo imntgerro, cominciasse da vvero a preoccuparsi del perficolo che coerre la democrazia, in quali mani è caduta. Oggi essa si trova in mano alla lega, che esercita saenza mezzi termini il suo potere di veto per tenere in ostaggio il cavaliere. Lo hanno fatto, ad esempio, per ottenere il federalismo fiscale, per stornare fondi dal Sud al Nord, per soffiare sul problema degli immigrati spandendo razzismo a piene mani chiuedendo ed ottenendo norme vessatorie, lo hanno fatto istituendo le ronde (camice verdi ??!!), continua a sputare sull’unità della nazione, irridendo alla bandiera o propponendlo di cambiare l’inno nazionale. Contimnuano a farlo quando parflano sempre con maggioire forza e convinzione della patria padana, che ha già un suo parlamento di riferimento, abusxivo, illecito e su cui nessuno spende una parola. Tutti i mezzi sono leciti per ragiungere l’obietti vo finale, dal servilismo di una sachiera di vassalli che si sbracciano a difenderfe il cava,liere cerfcando di ridime nzionare le sue infelici battute, tentando anche di miunimizzarle. Per buona misutra, alla fine, escono fuori gfridando al complotto ncomunista e della stampa che non capiscono e travisano il pensiedo del cavaliere.. Lo fanno attraverso le televisioni pu bbliche e private, su questo tema Emilio Fede docet, Bruno Vespa rilancia così come tanti altri oggi chiamati a posti di responsabilità al vertice della RAI, uno pper tutti il direttore del TG1 Masi. Apparizioni senza confronte di ore di soliloquio, propinati dal cava,liere che imperversa tranquillo, sapendo di non avere conttradditgtorio, non solo, ma forte anche del fatto che Vespa asseconda il suo volere con domande ad hoc, appositamente studiate. Si grida allo scandalo per Santoro, ma non ci si stupisce per la permanenza in RAI di un Vespa che pjur esswendo in pensione, lucra dalla RAI, con un sostanzioso contratto di consulenza. Si gfrida al comunista per Santoro perché riferisce sull’interrogatorio della D’Addario accosandolo di fasre processi in televisione o Floris per i temi trattati nella gttrasmoissione “Ballarò”, e non ci si è nemmeno idignati quzando il salotto di Vespa diventava aula di tribunale per la difesa, quando era in corso il processo Previti, poi condannato, o quello a Dell’Utri, in ayttesa di giudizio, o gli stessi processi del cavaliere che può vantare un colleggio di difesa che siede tutto in parlamento. Naturalmente, prima dell’ombrfello protettivo che va sotto il nome di lodo Alfano, che mette il premier al sicuro da ogni processo in corso o da iniziare. Bello esemio di uguaglianza, quandlo ad esemmpio ci si fa beffa dedi contribuenti onesti ed si inventano scudi fiscali per premiare gli evasori, compresi quelli che si sono resi colpevoli di falso in bilancio. Per essere sinceri con noi stessi, dobbiamo doirfe che siamo stanchi della democrfazia del cavaliere .Vogliamo tornare alla democrazia vera, dove il popolo decide e conta, dove al parlamento siedono persone fesponsabili, che occupano il tgempo a risolvere i problemi del paese e della povera gente. Per questo, la nostra adesisone alla manifestazione in difesa della libertà di stampa , indetta per il tre di ottobre prossimo dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI), è totale e senza riserve, come giornalista, iscritto all’albo , come uomo libero, come amante della democvrazia, come dirigente della più grande associazione che si occupa dei siciloiani e degli italiani all’estero..