ROMA - "Stavolta la misura è davvero colma". Così Pd, Idv e Udc si mettono insieme e scrivono al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per esprimere il "proprio disagio" contro il ddl intercettazioni e contro "questo modo di legiferare della maggioranza" che di fatto è diventato "un mercato delle vacche" tra Lega e Pdl.

Il voto di fiducia di oggi su questo provvedimento, assicura il capogruppo del Pd Antonello Soro in una conferenza stampa convocata insieme al presidente dei deputati dell'Idv Massimo Donadi e al vice-capogruppo dell'Udc Michele Vietti, "ha come unico obiettivo quello di impedire che ci possa essere una libera espressione da parte dei parlamentari della maggioranza su questo ddl". Ma così facendo, interviene Donadi, si mette di fatto anche "un bavaglio alla stampa" e si nega ai cittadini "il diritto di conoscere e quindi di essere informati". "L'Udc è molto gelosa della sua specificità di opposizione - precisa Vietti - ma stavolta la situazione è tale che occorre un'azione congiunta per far capire ai cittadini quanto la situazione stia diventando pericolosa. E noi chiediamo a Napolitano di valutarla bene questa situazione per capire se non ci sia un rischio per gli equilibri costituzionali". ''Le forze di opposizione - si legge nella lettera inviata a Napolitano - si interrogano, con fortissima preoccupazione, sulla compatibilita', di questo continuo ricorso alla fiducia, con i principi costituzionali. Confidiamo, signor presidente, nel suo intervento, nelle forme che riterra' opportune, per restituire pienezza di contenuti democratici al dibattito parlamentare sulle leggi''. Un'allarme, insomma, in piena regola, come sottolinea Massimo Donadi. Ma secondo l'opposizione tutto e' molto grave: metodo e contenuto del testo. Per quanto riguarda il metodo, ''non e' possibile'', spiega Soro, ricorrere continuamente alla fiducia anche su questioni cosi' delicate e importanti che meriterebbero un confronto ed un approfondimento. C'e' da parte del governo, incalza Donadi, una ''appropriazione'' del processo di formazione delle leggi. ''Processo di formazione delle leggi - ribatte Soro - che si sta trasformando di fatto in un mercato delle vacche: io ti do il sostegno al ballottaggio e tu in cambio non appoggi il referendum. Io ti do le intercettazioni e tu dai qualcos'altro a me...''. Ma anche sul contenuto, Pd, Idv e Udc hanno molte cose da ridire: ''Si tratta di un testo profondamente eversivo - afferma il capogruppo dell'Idv - perche' mette la mordacchia alla stampa, viola ogni diritto del cittadino ad essere informato ed e' di fatto la dimostrazione di come lo Stato intenda arrendersi alla criminalita' rinunciando a fare le indagini''. ''E questo - aggiunge - solo per compiacere il presidente del Consiglio. La democrazia e' realmente in pericolo ed e' per questo che chiediamo l'intervento di Napolitano''. ''Non e' un caso - assicura - che la fiducia su questo ddl sia stata chiesta all'indomani delle elezioni. Di farlo prima non hanno avuto la faccia. Soprattutto la Lega che sulla sicurezza aveva fatto la sua campagna elettorale''. ''Ma ci sono cose davvero gravissime in questo testo - prosegue Vietti - come quella di consentire le intercettazioni solo in presenza di 'evidenti indizi di colpevolezza'. La definizione 'evidenti', infatti, e' molto piu' stringente del termine 'gravi' pertanto diventera' praticamente impossibile intercettare. Servirebbero infatti indizi ancora piu' consistenti di quelli necessari'' a far scattare le manette. E questo e' ''pazzesco'', cosi' come lo e' ''cambiare la legge sui servizi segreti a suon di fiducia'' insiste Soro. ''Prima mettono tra le proprie priorita', anzi ossessioni, la sicurezza e poi, una volta incassato il voto, sono pronti a vanificare un importante strumento di indagine come quello delle intercettazioni'', sottolinea Vietti. Con l'adesione a questa forma di protesta, fa notare il deputato centrista, ''l'Udc intende mandare un chiaro segnale anche al ministro Alfano perche' noi siamo stati tra i piu' dialoganti, nell'opposizione, proprio per cercare di trovare delle convergenze. Ma se il metodo e' questo, e cioe' ricorrere continuamente alla fiducia, e' chiaro che non potremmo essere piu' cosi' tolleranti''. Soro sottolinea quindi l'incongruenza di chiedere il voto di fiducia su un testo che, ricorda, ''e' stato fermo oltre quattro mesi in Commissione''. Il ddl intercettazioni, infatti, era stato licenziato dalla Commissione Giustizia della Camera il 19 febbraio scorso.

LA FIDUCIA ALLE 17.10

 Il governo pone alla Camera la questione di fiducia sul ddl in materia di intercettazioni: lo ha annunciato nell'Aula di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito. La votazione si terra' oggi alle 17.10 su decisione della conferenza dei capigruppo. Dalle 9 si terrà, in base al cosiddetto 'lodo Jotti', l'illustrazione degli emendamenti decaduti con la fiducia. Alle 14 si voteranno gli emendamenti soppressivi all'articolo 1 del testo. Alle 16 avranno inizio le dichiarazioni di voto sulla fiducia. A seguire, nelle giornate di giovedì e venerdì, saranno esaminati gli ordini del giorno e, quindi, si terrà il voto finale sul provvedimento che dovrà passare al Senato. Nel dichiarare ammissibile il maxi-emendamento del governo, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha precisato che il testo riproduce quello della commissione Giustizia, integrato da tre emendamenti del governo e di quattro della commissione gia' presentati in Aula e ritenuti ammissibili. Ora la conferenza dei capigruppo si riunira' per definire tempi e modi della votazione sulla fiducia. Intanto la commissione Bilancio della Camera ha dato parere positivo al maxi-emendamento presentato dal governo al ddl intercettazioni. La proposta di modifica, che porta la firma del Guardasigilli, Angelino Alfano, passerà ora all'esame dell'Aula di Montecitorio per il voto di fiducia. MAXI-EMENDAMENTO, TABULATI A PM SE C'E' URGENZA Il governo rompe ogni indugio e presenta un maxi-emendamento al ddl intercettazioni per chiedere il voto di fiducia alla Camera. La proposta di modifica, che porta la firma del Guardasigilli Angelino Alfano, recepisce di fatto il testo approvato in commissione Giustizia il 16 febbraio scorso più alcuni emendamenti presentati da governo e relatore nel 'comitato dei nove' della commissione. Questo, in estrema sintesi, il contenuto del provvedimento:

EVIDENTI INDIZI COLPEVOLEZZA -

Il Pm potrà chiedere di intercettare solo se ci saranno 'evidenti indizi di colpevolezza' e solo se saranno 'assolutamente indispensabili'. Nelle indagini di mafia e terrorismo basteranno 'sufficienti indizi di reato'. La richiesta dovrà essere autorizzata da un Gip collegiale del capoluogo del distretto. Ma il giudice dovrà poi compiere una valutazione autonoma del caso.

VIA IL MAGISTRATO CHE PARLA TROPPO -

La toga che rilascia "pubblicamente dichiarazioni" sul procedimento affidatogli ha l'obbligo di astenersi. E sarà sostituito se iscritto nel registro degli indagati per rivelazione del segreto d' ufficio.

OMESSO CONTROLLO -

 Il ddl prevede l'ammenda da 500 a 1.032 euro per pubblici ufficiali e magistrati che ometteranno di esercitare "il controllo necessario ad impedire la indebita cognizione o pubblicazione delle intercettazioni".

DIVIETO PUBBLICAZIONE -

 Il testo cambia. Prima era vietato scrivere di tutto fino all'inizio del dibattimento. Ora si prevede che per le intercettazioni, anche quelle non più coperte da segreto, resti il divieto di pubblicazione anche parziale fino alla conclusione delle indagini preliminari. E sarà vietato pubblicare le richieste e le ordinanze emesse in materia di misure cautelari fino a quando l'indagato o il suo difensore non ne siano venuti a conoscenza. Dopo di ché se ne potrà pubblicare il contenuto. Fanno eccezione le intercettazioni riportate nelle ordinanze. Per quelle permane il divieto di pubblicazione.

RETTIFICHE SENZA COMMENTO

Cambia anche la norma sulle rettifiche perché nel ddl si dice che dovranno essere pubblicate nella loro interezza, ma "senza commento". E si disciplinano anche quelle su internet. NO A NOMI E IMMAGINI PM - Stop alla pubblicazione di nomi o immagini di magistrati "relativamente ai procedimenti penali a loro affidati", salvo che l'immagine non sia indispensabile al diritto di cronaca.

CARCERE PER I GIORNALISTI 

Torna il carcere per i cronisti, ma la pena diventa da 6 mesi a un anno (era da uno a 3 anni) quindi oblabile: cioé trasformabile in sanzione pecuniaria.

REATI INTERCETTABILI

Potranno essere intercettati tutti i reati con pene oltre i 5 anni, compresi quelli contro Pubblica Amministrazione; ingiuria; minaccia; usura; molestia; traffico-commercio di stupefacenti e armi; insider trading; aggiotaggio; contrabbando; diffusione materiale pornografico anche relativo a minori.

INTERCETTAZIONI AMBIENTALI

Si potranno usare le 'cimici' solo per spiare luoghi nei quali si sa che si sta compiendo un'attività criminosa. Unica eccezione per i reati di mafia, terrorismo e per quelli più gravi.

LIMITI DI TEMPO

Non si potrà intercettare per più di 60 giorni: 30 più 15 più 15. Per reati di mafia, terrorismo o minaccia col mezzo del telefono si può arrivare a 40 giorni prorogabili di altri 20.

RELAZIONE SU SPESE E 'TETTO'

Ci sarà un tetto di spesa stabilito dal ministero della Giustizia, sentito il Csm. Entro il 31 marzo ogni procuratore trasmetterà a Via Arenula una relazione sulle spese per le intercettazioni dell'anno precedente. PROCEDIMENTO CONTRO IGNOTI - Le intercettazioni potranno essere richieste solo dalla parte offesa e solo sue sue utenze. ARCHIVIO RISERVATO E DIVIETO DI ALLEGARE VERBALI A FASCICOLO Telefonate e verbali saranno custoditi in un archivio presso la Procura. E le registrazioni saranno fatte con impianti installati nei Centri di intercettazione istituiti presso ogni distretto di Corte d'Appello. I procuratori dovranno gestire e controllare questi Centri e avranno 5 giorni per depositare verbali e intercettazioni. Se dal loro deposito però ci sarà pregiudizio per le indagini, si potrà ritardare la consegna, ma non oltre la data dell'avviso della conclusione delle indagini preliminari. Vietato allegare le intercettazioni al fascicolo. NO A UTILIZZO IN PROCEDIMENTI DIVERSI - Le intercettazioni non potranno essere usate in procedimenti diversi da quelli nei quali sono state disposte. Salvo i casi di mafia e terrorismo. STOP A INTERCETTAZIONI PER 007 - Se un Pm volesse intercettare un telefono usato da esponenti dei Servizi e quindi anche da 'body guard' dovrà informarne entro 5 giorni il presidente del Consiglio che potrà apporre il segreto di Stato.