Gli interventi degli onorevoli Bucchino e Fedi e la risposta del sottosegretario Nitto Paola. Un numeroso gruppo di parlamentari di diverso orientamento politico nelle settimane scorse ha sottoscritto un’interrogazione urgente, presentata dall’on. Gino Bucchino e dagli altri eletti del PD all’estero Farina, Fedi, Garavini, Narducci,

Porta, per sapere quali iniziative il Governo si accinga ad adottare per dare esecuzione alla sentenza della Corte di cassazione con la quale si riconosce alle donne italiane coniugate con stranieri prima dell’entrata in vigore della Costituzione la facoltà di trasmettere ai propri figli la cittadinanza italiana. Nella seduta del 23 aprile l’interpellanza è stata illustrata in aula dall’on. Bucchino ed ha avuto la risposta del sottosegretario per l’interno Nitto Francesco Paola, a cui ha replicato conclusivamente l’on. Marco Fedi. Nella sua illustrazione, l’on. Bucchino ha prima di tutto sottolineato il grande valore civile della sentenza per il fatto che con essa si realizza finalmente la parità tra uomo e donna in un difficile contesto come quello emigratorio. Potranno così trovare soluzione le gravi e incomprensibili disparità che frequentemente si sono verificate all’interno di una stessa famiglia, in cui i figli della stessa madre hanno potuto avere o non avere la cittadinanza italiana secondo che fossero nati dopo o prima dell’entrata in vigore della Costituzione. Nel sollecitare l’adozione di misure amministrative in concerto tra il Ministero dell’Interno e quello degli Esteri per dare pratica attuazione a coloro che pensano di chiedere l’applicazione della sentenza, l’on Bucchino ha richiamato l’attenzione sui risvolti pratici della situazione. Nella condizione in cui sono ridotti i nostri consolati, è quanto mai importante prevedere l’impatto della sentenza e preparasi in tempo a farvi fronte. Il parlamentare proveniente dal Canada, infine, ha fatto riferimento al più complesso scenario riguardante la cittadinanza, auspicando la ripresa del confronto su una legge di riforma che in questo campo dia certezza di diritto tanto agli italiani all’estero quanto agli stranieri che vengono a insediarsi e a vivere in Italia. Per il Governo, il sottosegretario Nitto Paola ha condiviso l’apprezzamento per la valenza culturale e civile della sentenza, ricordando anche i precedenti di ordine costituzionale che l’hanno preparata. Egli, tuttavia, è stato quanto mai conciso e reticente nell’indicazione delle iniziative di ordine organizzativo che il Governo è chiamato ad assumere, limitandosi ad annunciare l’apertura di una fase di collaborazione con il MAE per individuare le soluzioni più adeguate. L’on. Marco Fedi, nella replica fatta a nome dei firmatari, ha dichiarato una sostanziale insoddisfazione per il modo sbrigativo con cui il sottosegretario ha richiamato il tema della riforma della legge sulla cittadinanza, anche se ha preso atto della disponibilità a trovare al più presto le soluzioni operative a seguito della sentenza. L’on. Fedi, in particolare, si è soffermato sulla necessità di rimettere mano alla riforma per arrivare ad una soluzione organica e condivisa della cruciale questione della cittadinanza. Non vi sono più ragioni per tardare, tanto più che questa volta i percorsi per affrontare gli aspetti riguardanti gli italiani all’estero e gli stranieri in Italia sono distinti. Procedendo con determinazione, non solo si può consentire di riacquistare la cittadinanza a chi, nato in Italia, ha dovuto rinunciarvi per ragioni di lavoro, ma si possono anche porre le basi perché in parallelo si diano risposte a chi i diritti di cittadinanza è venuto a cercarli e a realizzarli nel nostro Paese, ad iniziare dai ragazzi che affollano da anni le nostre scuole, ai quali, come ha detto di recente lo stesso Presidente Napolitano, è tempo di guardare ormai come ai “nuovi italiani”.