(S.A.) Un altro grave fallimento si aggiunge ai due di prima, Wall Streett trema e con essa tutto il mondo economico. I risparmiatori si vedono ridotti drasticamente i loro risparmi, le borse europee briciani miliardi a palate sacrificati sull’altare della crisi americana, Milano ha perso per il terzo giorno consecutivo circa il 4%, eppure, “tou va bien madame la marchesa”. Lehman Brothers confezione un fallimento di 600 miliardi di dollari,

 migliaia di dipendenti si ritrovano senza lavoro dall’oggi al doma, compresi quelli italiani, eppure Bush, spunta in televisione per rassicurare il popolo americano e per dire”l’economia americana è robusta. Non c’è da preoccuparsi”. Da par suo, a porta a porta gli fa eco Berlusconi il quale dice: “in Italia non può accadere la stessa cosa: gli italiani non sono come gli americani, non spendono più di quanto anno, sono prudenti i risparmiatori”. E allora, perché anche in Italia si è posto il problema dei mutui a tasso variabile, che hanno messo in crisi parecchie famiglie? Perché la borsa di Milano in tempi di economia globalizzata brucia miliardi su miliardi dei risparmi degli italiani? In italia non può accadere? Come mai il Governatore della Banca d’Italia si dice preoccupato di questa crisi dichiara: che questa è “una delle più severe e complesse dei nostri tempi”. Tutto questo, dichiarato a Berlino, mentre le banche centrali di mezzo mondo, immettono liquidità sul mercato, cercando di controllare la turbolenza sui mercati e cercando di limitare i danni. Lo ha fatto la Federal Riserve, lo hanno fatto le banche europee, lo ha fatto il Giappone e persino la Cina. In tutto, solo in un giorno sono stati immessi sul mercato 153 miliardi di dollari ed i nostri governanti ci rassicurano. Tremori dice al TG1 che con il crac Lehman “non è fallita una banca, ma un sistema. Non è il principio della fine, ma la fine del principio”. Quindi siamo al sistema che non va, siamo alla fine del principio, altro che economia solida. Arrivano al pettine i nodi di un’economia che è stata lasciata a se stessa, in mano a speculatori senza scrupoli, che hanno approfittato del momento, per innestare le più grossi speculazioni che la storia ricordi. Speculazioni sul petrolio, che in pocho tempo ha raddoppiato i prezzi alla produzione e quindi quelli alla pompa, con la differenza, che quando il petrolio era a 150 dollari al barile ed anche a170, la benzina è cresciuta per adeguare i prezzi, poco importa se l’euro, cresceva di pari passo e avrebbe dovuto essere artefice di una compensazione che non c’è mai stata. Ora che il petrolio è sceso al di sotto dei 100 dollari, la benzina non si muove ed il consumatore continua a pagare gli esiti di una o più guerre che non sappiamo a che appartengono, a quale mire espansionistiche ed a quali interessi rispondono. I generi di prima necessità sono cresciute alle stelle, senza nessun controllo e restano bloccati anche quanto le materia prime dimezzano il proprio costo. La verità sembra essere, che c’è stata e c’è la corsa all’indebitamento, alla rate, al mantenimento di un minimo di livello di vita, ricorrendo alle banche, alle finanziarie che nascono come funghi e tempestano di pubblicità di prestiti facili, senza garanzie. La gente, non potendo fare fronte con il proprio stipendio alle molte esigenze che la vita pone, o rinuncia a parecchie cose e, molti lo stanno facendo, vedi il disoccupato, il pensionato, altri, hanno invece scelto la via dell’indebitamento in attesa di tempi migliori. In Italia non può accadere? Se il Governatore della Banca d’Italia è preoccupato, qualche motivo ci dovrà pur essere. E’ la fine di un sistema? Più essere, ma con quale altro sistema viene sostituito? Cosa nasce al posto di ciò che se ne va? Chi garantirà i piccoli risparmiatori che vedono assottigliare i propri risparmi? Forse sarebbe meglio, invece di cercare di rassicurare la gente, opera certamente meritoria, fare atti ed azioni concrete, intese ad intervenire sul costo della vita, sui salari, sulle pensioni, sui servizi come la sanità ad esempio. Forse questo potrebbe risultare benefico sull’andamento del mercato interno, della produzione, ma anche sulla serenità delle famiglie, specialmente quelle più povere.