Pubblichiamo una nota dell’Unione Imprenditori Lavoratori Socialisti (U.I.L.S.), relativa alle difficoltà della piccola impresa, non sufficientemente protetta dalla grave crisi globale che stiamo attraversando. Ogni giorno di più constatiamo che l’attuale Classe Politica, come si diceva una volta, predica bene e razzola male. La verità è che ciascuna delle parti in causa fa affermazioni demagogiche per accreditarsi consensi elettorali.

Qualche giorno fa, in relazione alla proposta dell’On. Franceschini di dare un assegno mensile a chi perde il lavoro (cosa a nostro avviso giusta), ci chiedemmo perché detta proposta non fu fatta al Governo di Sinistra il cui compito avrebbe dovuto essere quello della redistribuzione della ricchezza e della affermazione nel Paese di una più autentica Giustizia sociale, cosi come spesso diceva il Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Oggi rileviamo che a parole tutti reclamano sostegno a favore della piccola impresa (maggioranza, opposizione, parti sociali), nei fatti però non è così, anzi viene sempre di più appesantita di e anche espropriata dei beni dati in garanzia alle banche per avere avuto credito e quindi spesso costretta a morire; a volte per salvarsi ricorre al mercato alternativo per avere denaro, cioè al mercato dell’usura, dal quale difficilmente potrà uscire; e in queste condizioni sarà difficile per l’impresa onorare gli impegni sottoscritti. A queste aziende in difficoltà, che hanno sempre dato alla collettività beni e servizi per rendere la vita collettiva più confortevole e che hanno sempre contribuito in base alle loro caratteristiche alla costituzione del PIL, la classe politica tutta riconosce il ruolo importante che essa svolge nella società e promette sostegno, ma poi nei fatti quotidiani la si affossa. E’ stato infatti rilevato che gli studi di settore non corrispondono alla realtà delle piccole aziende, ma al contrario creano le condizioni di un forte disagio economico; peraltro, oggi le si priva addirittura anche della possibilità di lavorare perché per poterlo fare devono essere in possesso del c.d. DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva). Ebbene, fino a qualche tempo fa, bastava chiedere ed ottenere una rateizzazione per i contributi non versati ad INPS, INAIL e CASSA EDILE e si veniva in possesso del documento. Ora, invece, Equitalia, società preposta alla riscossione dei tributi, non solo si inserisce in procedure esecutive promosse dagli Istituti di Credito per insolvenze delle imprese per i crediti concessi e non onorati, ma promuove anche procedure dirette di pignoramento senza che l’impresa ne sia a conoscenza, applicando gli interessi moratori a partire dalla prima notifica della cartella esattoriale di pagamento. Quindi, si nega la possibilità di ottenere il DURC se l’ impresa non ha provveduto alla rateizzazione di tutti i debiti, e non soltanto di quelli contributivi, ma anche quelli di altre insolvenze comprensive di interessi e sanzioni. Facendo in questo modo, a nostro avviso, non solo non si aiuta la piccola impresa, ma la si penalizza, impedendole di acquisire nuovi lavori che le permetterebbero di rimborsare i propri debiti. Non sono certamente le grandi affermazioni di principio a risollevare le imprese dalla crisi, ma le piccole cose quotidiane sulle quali la classe dirigente dovrebbe riflettere ed adottare provvedimenti che alleggeriscano il peso cui sono sottoposte, mettendole in condizioni di produrre e lavorare serenamente e quindi di sanare con tranquillità d’animo le loro pendenze che inevitabilmente si accumulano quando l’economia ristagna. E questo di certo non é colpa delle imprese, ma semmai di una politica incapace di attivare un progetto di risanamento e di sviluppo della nostra economia.

IL PRESIDENTE NAZIONALE

(Antonino Gasparo)