(Salvatore Augello) Si è conclusa la kermesse leghista che ogni anno rinnova un specie di battesimo della laguna di Venezia, con le acque del Po. Diverse le novità di quest’anno: la presentazione del delfino Renzino Bossi, un battesimo più articolato perché invece di una sola ampolla, le ampolle erano tre, alle acque del Po, si aggiungono le acque del Piave e del Tagliamento, ironia della sorte, nomi legati alla storia dell’unità d’Italia

. Il battesimo è avvenuto anche quest’anno, sventolano le bandiere con il leone di San Marco, mentre si libera la becera fantasia di gente, che a Roma recita la parte di ministro di questa repubblica ed a Venezia inscena una politica dell’odio, che ha già dato, purtroppo i suoi nefasti risultati. Ultimo, l’omicidio del ragazzo di Milano, ucciso perché di colore nero, ma italiano, per avere rubato dei biscotti. Qui, il ministro Maroni, dimentico di reggere il dicastero degli interni, inizia il suo discorso con un “padania libera”, che infiamma i presenti e fa pensare a battaglie di altri tempi, quando la gente si lasciava ammazzare al grido di Viva l’Italia o Italia Libera. Stranezze della storia. Qui, sempre Maroni propone il sindaco di Verona Flavio Tosi, quale candidato a presidente del parlamento del nord. Una entità astratta non prevista da nessuna delle leggi della repubblica, non prevista dalla costituzione, che si limita a parlare di regioni e non di macroregioni che comprendano un’area geografica da staccare dal resto della nazione. Sempre a Venezia, nel giorno dell’orgoglio padano, sempre Maroni annuncia la sua teoria che è quella di rimandare a casa i detenuti stranieri (proposta Alfano), per svuotar le carceri e sempre lui, ha parole di lode per lo sceriffo xenofobo Gentilizi, organizzatore della kermesse, prosindaco di Treviso, il quale afferma : “voglio la rivoluzione”, dopo avere detto riferendosi agli immigrati, vadano a pregare nei loro deserti. Che dire di Calderoni, padre del disegno di legge sul federalismo fiscale che oggi viene dato per cosa fatta al popolo leghista, che inneggia, il quale dichiara tra gli applausi che lui lavora come un mulo per la padania. Davvero edificante, se si pensa che non siamo nella repubblica delle banane, ma nella repubblica italiana, che ha le sue regole, la sua carta costituzione, il suo governo, le sue istituzioni democratiche. Davvero preoccupante se si pensa che a dire queste cose non sono i rappresentanti di un movimentino politico, di un partito extraparlamentare qualsiasi, ma sono i ledears massimi di un partito che arrivano a prendere punte del 28,5 % in Veneto, che pigliano fino il 38,$% in una città come Sondrio, o il 35,00% a Verona. Davvero preoccupante se si pensa chea parlare siano ministri di questa repubblica, che gestiscono ministeri chiave per la vita della nazione, che pescano soldi a piene mani, ma che continua a dire, come ha detto Bossi nella festa odierna: “così si anestetizza la classe politica. I soldi mica crescono sugli alberi al nord, teste di c… di Roma ladrona. Va bene aiuti a chi ne ha bisogno, ma non più sulla spesa storica”. Tutto questo, in mezzo ad applausi di quel “popolo del nord” che non so fino a che unto si sarebbe sviluppato senza la manodopera del sud, che non so a che punto avrebbe le scuole senza i tanti indesiderati maestri del Mezzogiorno, o che non sappiamo che punto sarebbe la delinquenza, senza tanti figli del Meridione che indossano la divisa e sovrintendono alla sicurezza nazionale, malgrado l’odio disseminato da gente come quelli della lega, che spandono razzismo a piene mani e non solo contro gli immigrati, ma contro tutti quelli che sono nati al di sotto della linea che delimita la gloriosa padania della premiata ditta Bossi & C.. Povera Democrazia!