Una bravata, una ragazzata, che porta alla morte di un giovane di 19 anni, reo di avere il colore della pelle nero. Già, perché ad un ragazzo bianco, si può anche perdonare il furto di un pacco di biscotti, o al massimo gli si danno un paio di ceffoni. Ad un nero no, un nero non si può permettere, nemmeno se è italiano.

A questo si arriva, a forza di diffondere odio contro i diversi, contro questi immigrati che ogni giorno sfidano uomini e cose, comprese le forze della natura, pur di arrivare in Italia, che per loro continua ad essere la porta d’Europa, quella porta attraverso la quale evadere dalla miseria, dalle guerre, dallo sfruttamento. Quegli emigrati, che pur di non farsi identificare ed espellere, arrivano con i polpastrelli distrutti, per cancellare le impronte digitali, e non sono solo gli scafisti, che adoperano questo metodo, ora cominciano ad usarlo anche altri, magari quelli che sono già venuti e sono già stati espulsi una prima volta. A questo si arriva, dopo avere per mesi martellato contro gli immigrati, contro i Rom, i Sinti, contro tutto quello che non rientra nella ristrettezza mentale di chi ritiene di potere distrarre il popolo dai veri problemi che preoccupano gli italiani, additando il nero, il diverso, anche il bambino, che deve essere schedato (si dice censito con un termine moderno). Eppure abbiamo due secoli di emigrazione sulle spalle e dovremmo sapere cosa è l’emigrazione, quali difficoltà essa porta ad affrontare, quali stato d’animo suscita, cosa hanno affrontato i nostri all’estero, in mezzo a società a volte ostili. Non serve allora a niente la storia, le vicende passate, le esperienze maturate dal nostro popolo? Pare proprio di no, se a Milano ancora oggi, e purtroppo non è il solo caso, si uccide un ragazzo di 19 anni perché ha rubato dei biscotti. E’ questa la fine che ha fatto Abdoul WilliamGuibre, poco importa se si trattava di un cittadino italiano. Forse non gli si vorrebbe nemmeno il diritto a prendere la cittadinanza, perché nero. Un giovane, che assieme ad amici, entra in un bar piglia qualche biscotto e scappa, inseguito dai proprietari, padre e figlio, che vogliono conto e ragione. Come si permette questo sporco nego di rubare nel loro bar? Si parte subito all’attacco, bisogna dare una lezione, no un rimprovero, come era logico e naturale, no un paio di ceffoni, ma un assalto cruento, senza esclusione di colpi, portato con determinazione di due persone armati di spranghe, contro tre ragazzi disarmati, ma concentrandosi su Abdoul, che alla fine è caduto ed è morto subito dopo in ospedale. Diranno poi i due a loro discolpa alle forze dell’ordine che li hanno arrestati, che credevano di essere stati derubati anche dei soldi. Credevano, ma non hanno né chiesto né controllato, hanno solo agito. Inaudito, per una società civile, inaudito per una società come l’Italia che dei emigrazione è vissuta e continua ancora a vivere, inaudito in quella civilissima padania, dove ancora ieri Bossi ha chiuso i festeggiamenti della falsa dell’ampolla delle acque del Po. L’unica speranza è che la giustizia dia la giusta punizione a chi con tanta noncuranza toglie ad un ragazzo di 19 anni, il diritto di godersi la propria vita, ponendo con crudeltà la parola fine. (Salavatore Augello)