(Salvatore Augello) - E’ evidente, che per il cavaliere, la democrazia è un fastidioso optional, che serve solo a perdere tempo e ad intralciare i suoi progetti di gestione del potere. Prima, con la modifica della legge elettorale, ha eliminato il voto di preferenza ed ha ridotto sia la Camera che il Senato, a due istituzioni di nomina.

Perché questo significa votare su liste bloccate, dove l’elettore sceglie solo il partito o la coalizione, al resto hanno già pensato le segreterie dei partiti, che hanno deciso, in base ad un moderno manuale cancelli, dove ad ogni sensibilità, o corrente, o sigla più o meno importante, in base ai voti che pensa di rappresentare, viene assegnato un numero di deputati o di senatori, o, in casoi di sigle proprio piccole, un accordo su posti di sottogoverno o di governo, mi riferisco a spartizione di ministri, sottosegretari, presidenti di commissione e così via spartendo. Visto che la cosa funziona e permette di accontentare tutti a tavolino, senza correre il rischio di passare per la democratica decisione degli elettori, che potrebbero compromettere con la loro preferenza questi accordi precisi, si passa al tentativo di applicare lo stesso metodo anche alle elezioni europee, cosa che per fortuna non è andata in porto. Ma la cosa, non finisce lì. Il cavaliere, nella sua mente contorta, nella sua abbuffata di arroganza del potere, non solo insiste a disconoscere il ruolo dell’opposizione e di quanti non la pensano come lui, abituato ad essere attorniato da persone condiscendenti che non si sognerebbero mai di contrastare le scelte del “padrone”, ma muove all’attacco della Carta Costituzionale, cerca di strumentalizzare tutto a suo vantaggio, come la morte di Eluana ad esempio. Apre o tenta di aprire un contenzioso con il Quirinale, perché la presenza di Napolitano disturba i suoi piani. Cerca di affermare il principio, che la maggioranza per decreto può modificare o non tenere conto di una sentenza giunta al suo ultimo grado di giudizio e quindi inappellabile. Affronta la crisi, che oggi colpisce tutti, in maniera goliardica, con spot pubblicitari, facendo finta di non vedere la gravità del momento. Non si accorge che ad esempio la cassa integrazione è aumentata di oltre il 500% che nei primi due mesi dell’anno, la disoccupazione è cresciuta enormemente. Con la scusa di intervenire contro la crisi, sta cercando di stravolgere tutto, lanciando l’inizio dei lavori per il ponte sullo stretto, con finanziamenti solo per il primo lotto e senza fonti certe per il resto del lavoro, cosa questa che rischia di trasformare l’opera in una cattedrale nel deserto, senza futuro. Oggi parla di fare una legge o un decreto, che permette di aumentare il 20 o il 30% della cubatura della proprio casa, stravolgendo lo stesso impianto urbanistico delle città, comprese quelle d’arte, senza per altro annunziare regole che possano impedire tale deturpazione. Quindi, se così dovesse restare la norma, non solo si darebbe nuovo impulso all’abusivismo, ma si cambierebbe il volto stesso delle città, favorendo i proprietari di palazzi che potrebbero sopraelevare i loro immobili o che potrebbero abbattere il patrimonio edilizio dei centri storici, aumentando la cubatura della nuova costruzione del 30%. Ma non si ferma la fervida fantasia del cavaliere, che non vuole ostacoli sulla sua strada e sulla sia marcia di avanzamento nella gestione del potere, o, sarebbe meglio dire, nel sua metodo di piegare il potere alle sue esigenze. Oggi, sferra un attacco ancora più a fondo ai cardini stessi della democrazia, muove all’attacco del voto con il quale i parlamentari “liberamente” si esprimono sulle leggi o sulle varue attività legislative del parlamento. Già, per il cavaliere, il diritto di voto dei parlamentari, è un orpello senza valore, una perdita di tempo di cui si può fare a meno, magari nel nome della democrazia e della necessità di essere tempestivi nelle decisioni. Allora, ecco l’idea: si ipotizza l’idea, che non sia più il singolo parlamentare a votare, ma che il capo gruppo, essendo appunto capo, possa, con voto collettivo votare per tutti. Chi non è d’accordo, dice il cavaliere, può venire in aula ed esprimere il suo voto contrario. Con una fava due piccioni, si direbbe. Già, perché in questo modo, non solo il capo gruppo voterebbe per tutti, evitando una fastidiosa perdita di tempo, ma chi non è d’accordo, non lo farebbe più nella segretezza del voto, ma lo manifesterebbe apertamente sottoponendosi alle eventuali ritorsioni del partito o della coalizione di appartenenza. Un attacco a fondo, che poteva scaturire solo da una mente che non ha in nessuna considerazione la democrazia ed i suoi principi fondanti, ma che invece, marcia senza esitazione sulla strada di questa dittatura strisciante che oggi si manifesta e si evidenzia in tutti gli atteggiamenti arroganti ed irrispettosi delle regole non solo del governo Berlusconi, ma di tutta l’accolita di ascari che ruota attorno a lui Noi restiamo convinti che la democrazia è un bene irrinunciabile, che vale ancora la pena difendere e che la morte di quanti si sacrificarono perché l’Italia fosse un paese democratico, non può e non deve essere sacrificata sull’altare di nessun cavaliere.Â