“Le dimissioni di un importante leader politico sono sempre un segno di grande responsabilità, e in questo senso vanno rispettate e anche apprezzate; esse indicano infatti il giusto grado di autonomia e di separazione tra la gestione del potere e il servizio ai cittadini attraverso le istituzioni democratiche. Le dimissioni del Segretario del Partito Democratico, Walter Veltroni,

all’indomani della grave sconfitta del PD in Sardegna, sono purtroppo l’esito quasi inevitabile di una lunga fase di gestione del partito caratterizzata, all’indomani della vittoria di Berlusconi nel marzo del 2008, da una oggettiva incapacità di tutto il gruppo dirigente del Partito Democratico di mettersi in sintonia con il Paese recuperando un forte rapporto con i milioni di elettori e simpatizzanti che avevano partecipato alle primarie scegliendo proprio Veltroni come leader della nuova formazione politica. Il progetto, direi il sogno, del PD non è morto; il tentativo di coniugare i valori del cattolicesimo democratico con quelli del riformismo socialista deve essere ripreso e radicato nel territorio attraverso la costruzione di una struttura capillare anche se leggera del partito. Questo vale per l’Italia e a maggior ragione per l’estero, dove milioni di nostri concittadini confidano ancora in un partito che sia in grado di ascoltare ed esprimere le tante istanze della vecchia e della nuova emigrazione italiana nel mondo. E’ il momento della responsabilità ma anche dell’orgoglio e della speranza. Il PD ha al proprio interno sensibilità politiche, storie personali, militanti e dirigenti in grado di traghettare il partito verso una nuova e stabile prospettiva di costruzione di un solido progetto di governo delle forze democratiche del centro-sinistra del nostro Paese