Valorizzare i nostri “cervelli” all’estero attraverso uno specifico Comitato interministeriale. Questo, in sintesi, è l’obiettivo della proposta di legge presentata nei giorni scorsi dall’On. Marco Fedi (Partito Democratico), eletto nella circoscrizione estero. Il “Comitato interministeriale per la promozione e il coordinamento della ricerca italiana all’estero” che l’On. Fedi propone di istituire sarebbe composto dai Ministri degli Esteri e dell’Università e Ricerca e dai Direttori generali competenti in materia.

“L’idea di costituire un Comitato interministeriale – spiega il deputato eletto all’estero – nasce allo scopo di congiungere il lavoro già in essere dei terminali diplomatici italiani nel mondo con il settore dell’università e dei centri di ricerca presenti nel nostro Paese, in maniera tale che, senza aggravi di spesa pubblica e prescindendo da nuovi enti inutili, si possa fattivamente mettere a valore l’immenso patrimonio di intelligenze e di competenze che l’Italia non è riuscita a trattenere. Questa vuole essere una risposta concreta al problema del brain drain che, in maniera complementare al necessario rilancio economico della ricerca italiana che il governo non sembra interessato ad assicurare, mira a mettere in rete quanti sono all’estero per studio e ricerca con i nostri istituti, riallacciando contatti e scambiando esperienze, e magari prefigurando la prospettiva di un ritorno”, continua il parlamentare del PD. La proposta di legge prevede, infatti, tra i principali compiti del Comitato, la realizzazione di una mappatura, da aggiornare costantemente, dei docenti universitari e ricercatori italiani residenti all’estero per ragioni di lavoro o di formazione. Sulla base di questa, compito del Comitato sarebbe quello di mettere in piedi “un sistema di comunicazione e di interscambio tra le università e i centri di ricerca italiani” al fine di rafforzare il legame tra docenti e ricercatori in Italia all’estero. Tra le funzioni del Comitato anche il consolidamento e l’eventuale ampliamento dei joint-labs tra istituti italiani e stranieri e dei corsi di dottorato universitario in collaborazione internazionale. Importante è anche l’impegno a “ridefinire gli accordi multilaterali e bilaterali già esistenti in materia di ricerca scientifica”, creandone anche di nuovi, e a “realizzare un sistema del riconoscimento delle qualifiche e dei titoli posseduti o conseguiti all’estero”. Non ultimo per importanza è l’intento di istituire anche un specifico organismo consultivo permanente, indipendente ma in grado di offrire il suo contributo al Comitato nell’elaborazione del piano d’azione annuale: quel “Consiglio dei ricercatori italiani all’estero” da tempo richiesto dagli addetti del settore.

On. Marco FEDI

III Commissione Affari Esteri e Comunitari Camera dei Deputati