(fonte AISE m.c.)Il clima politico in Sud America e le aspettative dei connazionali, i primi mesi di governo Berlusconi e i prossimi impegni dentro il Parlamento.

Di questo abbiamo parlato con Fabio Porta, deputato del Pd eletto in Sud America, a margine del convegno organizzato dal Dipartimento Italiani nel Mondo del partito nell’ambito della prima Festa Democratica, domenica scorsa a Firenze. Giunto in Toscana direttamente da San Paolo, Porta ha trascorso il mese di agosto incontrando connazionali e inaugurando nuovi circoli del Pd. Un mese intenso, insomma, che gli ha permesso di tastare il polso ai connazionali e di tornare a sentire l’aria che tira tra la "base". Il parlamentare è tornato in Italia con una "duplice impressione, quasi un chiaro-scuro". "Da un lato – ha spiegato – la gente è preoccupata ed è anche interessata a lavorare con il Pd, come dimostrano le nuove aperture dei circoli in Brasile, Argentina e Perù, perché capisce che bisogna reagire ad un disegno molto chiaro di un governo che sta penalizzando in ogni modo possibile gli italiani all’estero. Dall’altro – ha aggiunto – vediamo che sta prendendo piede in Sud America questa tendenza che all’inizio si identificava col movimento del senatore Pallaro o con quello dell’onorevole Merlo e che ora fa sì che altre associazioni formino movimenti politici". Una tendenza che fa nascere una "preoccupazione" che, assicura Porta, non riguarda certo l’affidabilità delle persone a capo di questi movimenti. "Sia Merlo che la Giai – ha puntualizzato Porta a mo’ di esempio – sono persone rispettabilissime e serie". Quello che preoccupa il deputato è altro: "è pericoloso far passare un’idea della politica degli italiani all’estero intorno a dei movimenti indipendenti che poi in Parlamento non hanno quel peso che invece, proprio per le politiche che questo Governo sta operando, mi sembra più che mai necessario. Cioè, o tu hai un "peso specifico" anche come opposizione oppure la tua presenza in Parlamento rischia di diventare solo simbolica, una bandiera per dire "ci siamo anche noi"". Per questo, allora, "in Sud America il Pd deve riorganizzarsi intorno ai suoi valori fondanti per ritrovare la sua forza" dopo un risultato elettorale anch’esso "chiaro-scuro" per il Pd visto che, ha ricordato Porta, "abbiamo confermato la presenza alla Camera, ma perso un senatore". Ora con le elezioni lontane, quello che diventa necessario, per gli eletti all’estero, non solo del Pd, è "fare attenzione". "Come ha ricordato l’ex Vice Ministro Danieli – ha spiegato ancora Porta – le politiche per gli italiani all’estero con questo esecutivo hanno fatto passi indietro: c’erano cose date per acquisite che tornano ad essere in discussione". Compito dei 18, allora, è quello di vigilare per fare in modo che "le cose non peggiorino". Una delle sedi per farlo sarà senz’altro il Comitato permanente sugli italiani all’estero della Camera di cui il parlamentare è uno dei vice presidenti. "Il Comitato sarà senza’altro un’ottima sede per discuterne, se non l’unica. Nei prossimi giorni – ci ha confermato – dovremmo avere un’audizione con il Sottosegretario Mantica che sarà il primo momento vero di confronto con questo governo su temi quali le prossime elezioni di Comites e Cgie e sulla conferenza dei giovani di dicembre". A quella con Mantica seguiranno altre audizioni, a cominciare da quelle con il segretario generale del Cgie, Elio Carozza, o con quello della Farnesina, ambasciatore Massolo. "Sarà nel Comitato che chiederemo ai nostri colleghi della maggioranza di sostenerci. Sarà una buona occasione – ha aggiunto Porta – per capire se loro sono d’accordo con questa politica di tagli e di riduzioni, anche del peso degli italiani all’estero, o no. Io penso che certe battaglie vadano al di là degli schieramenti, cosa che in tanti nel passato hanno assicurato. Ecco ora è arrivato il momento di vedere se è vero". Tornando alle elezioni dei Comites e al conseguente rinnovo del Cgie, di cui a Firenze si è parlato con preoccupazione, nel senso che si è "avvertita" l’intenzione del Governo di rimandarle entrambe, Porta ci ha spiegato che essa deriva dal fatto che "prima dell’estate il Governo ci ha "ribaltato la patata bollente" dicendo, in parole povere, "decidete voi"", dove quel "voi" sta per eletti all’estero, Cgie stesso, rappresentanti della collettività. "In realtà, la questione, come ha detto Carozza, è semplice: se il governo e la maggioranza che lo sostiene si assumono un impegno, da cui anche noi all’opposizione ovviamente non ci tireremo indietro, sulla legge di riforma di Comites e Cgie noi possiamo anche rimandare le elezioni per il tempo necessario per far compiere alla legge il proprio iter, ma in assenza di un impegno chiaro e preciso noi chiederemo di votare alla scadenza naturale. Saremo contrari ad ogni situazione "pasticciata", all’italiana insomma, con le elezioni rimandate sine die e la legge ferma ai blocchi di partenza". Eventualità, ha concluso, che rappresenterebbe "un’ulteriore presa in giro per i nostri connazionali".