(Ignazio Marino) - Consiglio a tutti la lettura del bell’articolo che Maurizio Chierici dedica a Esteban Caselli (nella foto)  su l’Unità di oggi (pag. 27). Una ricostruzione ironica e pungente delle gesta di certi cinici furbi capaci di calarsi con disinvoltura e spregiudicatezza nei ruoli più diversi. Capita così che, per carpire la buona fede di tanti, sotto le stesse generalità si facciano convivere il collaboratore di regimi ignobili e il devoto cristiano paladino dei valori tradizionali,

 il fervente patriota votato al bene comune e l’affarista intento esclusivamente alla cura dei propri interessi economici. Per chi non lo conoscesse (perché per la gran massa degli italiani del Sud America Caselli è un ‘aparecido’ dal nulla), può essere utile ricordare che è stato eletto, nel 2008, Senatore della Repubblica italiana per il PDL. Sull’onda di questo successo oggi si candida alla presidenza della Repubblica Argentina (sic!). Non può ragionevolmente sperare in una vittoria, ma la kermesse gli tornerà utile per acquisire spazio e notorietà sui media argentini. Insomma una ininterrotta campagna elettorale per allargare e rafforzare la rete di affari e clientele che lo traguarderà direttamente alle politiche del 2013 in Italia. Un modus operandi spregiudicato (a voler essere signori) che pagheranno l’Italia e gli italiani all’estero in termini di immagine e credibilità. C’è davvero poco da aggiungere alla circostanziata ricostruzione di Chierici, ma per chi ha la pazienza di frequentare questo blog, voglio ricordare brevemente la mia esperienza diretta. In occasione della campagna elettorale per le politiche del 2008 ho seguito, insieme ai ‘capitani di lungo corso’ Luciano Gesuelli e Gianni Pappalardo, le candidature del Partito Democratico nella Circoscrizione estero dalla presentazione di liste e simboli al reclutamento dei rappresentanti di lista; dallo scrutinio a Roma (a Castelnuovo di Porto) alla verifica e controllo delle schede contestate in Corte d’Appello. È stata un’esperienza politicamente preziosa e, per certi versi, illuminante. La notte dello scrutinio, poi, mi arrivarono decine di segnalazioni da parte dei rappresentanti di lista del PD su migliaia di schede ‘sospette’ in quanto di colore diverso dall’originale e palesemente votate dalla stessa mano in favore proprio di Esteban Caselli. Erano così tante che i (pochi) rappresentanti di lista del PD non riuscivano a contestarle tutte presso i seggi. Le molte, moltissime contestate sono state poi verificate – come previsto dalla legge – dalla Corte d’Appello di Roma alla presenza mia e dei rappresentanti della Sinistra Arcobaleno, dell’IDV, del MAIE di Riccardo Merlo e dello stesso PDL. E’ difficile dimenticare l’espressione prima esterrefatta, poi decisamente imbarazzata, del rappresentante del Popolo delle Libertà quando gli chiedevo come fosse possibile un così alto numero di schede per Caselli votate con medesima penna e identica grafia. In risposta ebbi spallucce. Ma quello che è più significativo è che,né lui né altri di quella parte politica osarono contestare l’annullamento in massa delle schede predisposto dai giudici. Se non ricordo male, poi, il rappresentante del PDL, probabilmente per sottrarsi all’ingrato compito di difendere l’indifendibile, si dileguò ben prima della fine delle operazioni di verifica. Ecco dunque, nella mia esperienza, quali sono i mezzi di cui Caselli ama servirsi per raggiungere i propri obiettivi. Dopo la dittatura militare, i desaparecidos, la terribile crisi economica dei primi anni del 2000, l’orgogliosa rinascita democratica e, seppur tra le difficoltà, economica, alle quali hanno dato il loro contributo l’Italia, molti italoargentini e italiani in Argentina, un candidato come Esteban Caselli suona come una tragica beffa per quel meraviglioso Paese fratello che è l’Argentina. E, se dobbiamo dirla tutta, nemmeno il nostro Senato merita tanto.