L'Italia è tradizionalmente un paese con il cuore a sinistra e la mano a destra. Ad una sinistra portata o avvezza alla litigiosità, suadente e troppo sociologizzata, impregnata di idee, ma priva di coesione e di una riconosciuta reale leadership, si contrappone una destra autoritaria, decisionista, imbonitrice, rozza, vendicativa,

 ma unita e guidata con mano ferma ed aziendale dal duo Tremonti-Berlusconi: la mente e il braccio.Con tutti i problemi che ci sono attualmente nel paese dei limoni, alla maggioranza di i governo - che si autostima - non viene di certo in mente di occuparsi anche di quei quattro milioni di connazionali che, non avendo avuto la fortuna di chiedere la mano della figlia di sua Emittenza, si trovano a vivere lontano dalle loro terre d'origine. Terre che - nonostante tutto - non hanno ancora smesso di finanziare con le loro rimesse. Dalla sola Germania i risultati degli scambi commerciali, prodotti dalle aziende di origine italiana, ammontano a svariati miliardi di euro. Come segno di riconoscenza, GiulioTremonti, recentemente convertitosi dal neo-liberalismo allo statalismo-filosofico, nella sua smania di far quadrare i conti dello Stato, ha deciso di calpestare anche il Diritto ai figli degli emigrati di assolvere la scuola dell'obbligo, negando loro i fondi necessari per il regolare funzionamento dei corsi di lingua e cultura italiana, senza i quali non è possibile ottenere la licenza media. Sui banchi del liceo, quando ancora si studiava il latino a memoria, abbiamo imparato che Dura è la legge, ma legge(dura lex sed lex). Presto, parafrasando l'adagio di Luigi XIV" lo Stato sono io", si dovrà tenere a mente soltanto che: La legge sono io. LA LEGGE "[...] L a Legge n. 153 del 3 marzo 1971 prevede, fra le varie iniziative scolastiche, di assistenza scolastica e di formazione e perfezionamento professionale da attuare all'estero a favore dei lavoratori italiani e loro congiunti, i corsi integrativi di lingua e cultura generale italiana (articolo 2, lettera b). Detti corsi, frequentati da ragazzi in età scolare che assolvono l'obbligo scolastico medio (oltre che elementare) nei Paesi di accoglimento, hanno il semplice scopo di tener viva e sviluppare la conoscenza della lingua e della cultura italiana e di permettere di ottenere, mediante il possesso di un attestato di frequenza con profitto, l'equipollenza, a tutti gli effetti di legge, dei titoli di studio conseguiti nelle Scuole locali, corrispondenti alla nostra Scuola secondaria di I grado, con quelli italiani[...]". L'EPILOGO Le ricorrenti misure di razionalizzazione e risparmio, l'introduzione, dopo il 1993 del sistema misto di gestione(insegnanti di nomina MAE e insegnanti assunti in loco) che, come si legge nell'attuale PIANO PAESE - SVIZZERA, a cura dell'Ambasciata d'Italia in Berna:"[...] risulta il più funzionale a realizzare la completezza dell'offerta formativa agli alunni[...]", la riduzione in quasi tutti i corsi a due ore settimanali di lezione, pareva avessero esaurito ogni possibile margine di manovra tesa al risparmio ma...ci sbagliavamo! Questa volta i tagli previsti per i corsi di lingua e cultura all'estero, quando la finanziaria 2009 entrerà nella sua fase operativa, coincideranno -paradossalmente - con l' interruzione del servizio pubblico ad opera dello Stato stesso.Il disimpegno dello Stato nel settore scolastico, ma in senso lato nell'intervento generale a favore del sistema che disciplina le nostre comunità, rischia nell'immediato di avere delle ricadute negative in termini di immagine e di crescita economica.Se con la drastica riduzione dell'intervento scolastico l'Italia disattende la normativa europea, con i tagli all'assistenza, alla cultura ed alla rappresentanza democratica dei cittadini all'estero va incontro a omissioni di carattere giuridico e morale. Carlo Agrati | News ITALIA PRESS