I rappresentanti degli italiani all’estero all’opposizione contestano i tagli della Finanziaria

ROMA – Sono intervenuti alcuni fra i parlamentari italiani all’eletti all’estero, a seguito della relazione del governo e di quella del Comitato di presidenza del Cgie,

 nel corso della prima mattinata di lavori dell’Assemblea plenaria. “Invece del quadro di riforme che avrei voluto sentire nella relazione di governo – ha detto Marco Fedi, deputato (Pd) eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide – constato un vuoto assoluto di idee e di progetto politico da proporre in un dialogo aperto tra maggioranza e opposizione. La ripresa di questo dialogo, in un quadro che oggi è invece desolante, è l’unica possibilità di realizzare un’azione forte di contrasto alla difficile situazione che il Paese si trova ad affrontare”. L’on. Fedi sottolinea, inoltre, che la possibilità della ripresa di un confronto serio si basa sulla disponibilità al recupero delle risorse decurtate dalla Finanziaria. Altro nodo problematico: il rinnovo di Comites e Cgie nei termini previsti per legge. “Perché proporre micro-riforme dei Comites, modificati solo nel 2003, o del Cgie – domanda Fedi - senza aver ridisegnato un nuovo assetto istituzionale, e invece procedere al rinnovo, vero, autentico, di questi organismi e successivamente ridisegnare dopo che il Parlamento, le forze politiche, avranno nuovamente esplicitato la direzione in cui andrà la riforma costituzionale?” Dello stesso avviso Franco Narducci, deputato eletto per il Pd in Europa, che aggiunge: “Prima di pensare ad un progetto di riforma occorrerebbe attuare interamente per i Comites la legge già esistente, compreso l’accreditamento di questi ultimi da parte delle autorità consolari, cosa che non sempre avviene”. Riafferma poi tutto il merito del Cgie nella programmazione della Conferenza dei giovani: “un’iniziativa complessa – aggiunge Narducci – per il processo di integrazione avanzato nei contesti di residenza dei giovani, ma da svolgersi senza ambiguità anche rispetto alle nuove forma di mobilità che riscontriamo in Italia”. Egli ritiene poi che i tagli praticati sulle politiche per gli italiani all’estero non siano limitati alla Finanziaria di cui si sta discutendo e che il problema più grande sia la sproporzione del taglio relativo a questi capitoli di spesa nel complesso della manovra. Mirella Giai, senatrice eletta in America Latina per il Movimento Associativo Italiani all’Estero (Maie), ribadisce la drammaticità delle ripercussioni che i tagli produrranno tra le fasce di popolazione più debole. “Non tutti i connazionali residenti in Argentina hanno fatto fortuna – chiarisce la Giai – e c’è chi vive unicamente dell’assistenza che riceve dall’Italia”. “Come possiamo dire ai nostri giovani – si chiede – che l’Italia è la nostra patria e si cura dei nostri interessi se ci nega completamente il sostegno che ci era stato promesso?” “La nostra non è una politica di opposizione – ha spiegato Ricardo Merlo (Maie), deputato eletto in America Latina – ma ci opponiamo piuttosto ai provvedimenti che ledono i nostri interessi. Razionalizzare non vuol dire necessariamente tagliare, ma quello che ci impedisce di condividere questa Finanziaria è la mancanza di un progetto politico per gli italiani all’estero. Possiamo essere disposti a fare dei sacrifici, ma solo alla luce di un obiettivo che in questa manovra ci pare completamente assente”. Interviene anche Claudio D’Amico, deputato eletto in Italia per la Lega Nord e membro della Commissione Bilancio, che ricorda la difficoltà economica internazionale “che ci costringe a fare le cose utilizzando meno fondi possibili. Non è corretto dire che il governo abbandona gli italiani all’estero perché è la nostra coalizione politica ad aver contribuito alla nascita della rappresentanza politica da loro espressa”. “Coloro che coltivano l’identità italiana all’estero – ha concluso D’Amico – lo fanno indipendentemente dai contributi erogati dallo Stato”. “Se la Lega appoggia il federalismo come principio – ha replicato il deputato Fabio Porta, eletto per il Pd in America Latina – dovrebbe per i connazionali all’estero stanziare un contributo proporzionale a ciò che da essi ha ricevuto e quindi ben superiore ai 40 milioni di euro di cui oggi si parla”. “Questo Cgie si riunisce in un momento molto delicato – ha proseguito Porta – per la grave crisi attraversata dal Paese e alla vigilia della prima Conferenza dei giovani italiani all’estero, che rischia di trasformarsi nel canto del cigno delle politiche rivolte agli italiani nel mondo” “I tagli si ripercuoteranno sull’Italia – ha concluso Porta – e dobbiamo tenere alta l’attenzione su ciò che sta avvenendo. Ciò che mi amareggia di più di questo governo è stata la decisione di concedere l’assegno sociale solo a chi risiede in Italia da 10 anni, come se l’andare all’estero fosse considerata una colpa e come se non si trattasse di italiani come gli altri”. Interviene, nel corso del dibattito, anche Laura Garavini, deputata del Pd eletta in Europa: “Siamo qui per ascoltarvi a attraverso voi ascoltare la voce dei nostri connazionali. La nostra presenza non è solo formale”. “Ci troviamo di fronte ad un sistema di politiche contro gli italiani all’estero, in cui il governo ci dimostra il suo completo disinteresse e la Conferenza dei giovani – aggiunge – rischia di divenire un palliativo: si dice di tenere ai legami con i connazionali ma nei fatti ci si comporta in modo ben diverso. Con una volontà politica di questo tipo, - conclude la Garavini - una politica bipartisan non è assolutamente proponibile”. (Viviana Pansa – Inform)