Buona sera e ben ritrovati nella rubrica di Hashtag Sicilia “Comu Veni Si Cunta“. Molti di voi hanno certamente notato che da qualche settimana, da quando sono iniziate le manovre per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, le prime pagine dei giornali sono piene di illazioni e di ipotesi suggestive sul successore del presidente Mattarella.

L’ipotesi più ricorrente, che viene prospettata da più parti, da destra, dal centro e anche dalla sinistra è quella che individua nel presidente Mario Draghi il successore del presidente Mattarella. Tutto ciò accade, secondo me, per tre ordini di motivi:

1. Alcuni avanzano questa proposta non solo perché si sentono galvanizzati dalle buone notizie che arrivano dal fronte dell’economia (per la quale si parla di una crescita del 6,1 % del PIL ), ma anche perché pensano che l’emergenza sia finita e di conseguenza che sia arrivato il momento di chiudere l’esperienza di questa sorta di commissariamento della politica e quindi che si possa andare anche alle elezioni anticipate.

2. Altri pensano che il presidente Draghi debba andare al Colle più alto per tributargli così una sorta di riconoscimento per i meriti acquisiti, prima come presidente della Banca Europea, dove si distinse per aver salvato l’Italia da default, e dopo per essersi prestato al ruolo di salvatore della Patria, accettando l’incarico di guidare il governo di responsabilità nazionale.

3. Tra i sostenitori dell’elezione di Mario Draghi alla presidenza della Repubblica c’è addirittura chi si spinge – di fronte alle obiezioni di chi vorrebbe che restasse ancora incollato alla sedia di Palazzo – a sostenere che da presidente della Repubblica Draghi potrebbe continuare a orientare le scelte del futuro governo passando di fatto, senza cambiare cioè l’attuale ordinamento, da un sistema parlamentare a un sistema semipresidenziale.

Di fronte a questo dibattito che si svolge nelle stanze segrete della politica e nei meandri dei palazzi del potere, che per molti versi appare surreale, da cittadini che hanno a cuore gli interessi dell’Italia e il futuro degli italiani ci poniamo due domande:

• La prima: l’emergenza che portò nel febbraio scorso Draghi alla guida di un nuovo governo, dopo i due esecutivi guidati da Giuseppe Conte, è davvero finita?

• La seconda: è utile e opportuno andare tra qualche mese alle elezioni anticipate?

Durante questa puntata di “Comu veni si cunta” rifletteremo sulla risposta a questi due interrogativi, ed analizzeremo ancora meglio le motivazioni che spingono membri di diverse fazioni politiche ad appoggiare la salita di Mario Draghi al colle. (Salvatore Bonura)