17 Aprile 2021 Con l’Assemblea Nazionale di oggi il Pd conclude la prima fase del percorso proposto da Enrico Letta al momento della sua elezione.

La consultazione degli iscritti e dei circoli sui 21 punti al centro del suo discorso di insediamento è stata, grazie alle nuove tecnologie digitali che ci hanno consentito di superare le difficoltà della pandemia, un grande successo in termini di partecipazione e ha indicato al gruppo dirigente alcune priorità e tematiche largamente condivise e soprattutto coerenti tra di loro: lavoro, ambiente, innovazione, parità di genere, giovani, Sud, diritti civili, Europa. Un reticolo di parole che disegna un’identità progressista, riformista e radicale, un partito consapevole delle sfide enormi che la pandemia sta ponendo a tutto il mondo sviluppato. Sappiamo che la crisi durissima che stiamo attraversando si potrà superare solo se saremo in grado di combattere con efficacia le diseguaglianze che la pandemia ha accresciuto. Sappiamo che è necessario promuovere la ripartenza pensando di lavorare, produrre, consumare, muoversi, organizzare il tempo e lo spazio, comunicare in modo radicalmente diverso dal passato. Sappiamo che il Pd può e deve essere il perno di un nuovo centrosinistra che dialoghi con il movimento 5 Stelle per il futuro e la ricostruzione del Paese. Il dibattito di oggi, in cui abbiamo sentito molte voci nuove di giovani e donne con ruoli di direzione politica nel territorio, ci ha restituito un partito vitale, vivace, ricco di differenze capaci di confrontarsi, estremamente interessante: la dimostrazione di quella intelligenza collettiva che lo stesso segretario ha evocato più volte in queste ultime settimane. Restano molti problemi da affrontare, l’organizzazione del partito è ancora molto fragile in tanti contesti, le incrostazioni non sono solo nazionali e neppure tutte legate al pluralismo organizzato, le prove che ci attendono - dalle amministrative alle scelte che saremo chiamati a compiere al governo nazionale - sono importanti e complesse. Ma dagli iscritti, dagli amministratori, da chi si impegna nei circoli e nel territorio ci viene una spinta straordinariamente positiva: c’è una grande voglia di partecipazione, tante risorse diffuse nelle amministrazioni locali, nei circoli, nelle associazioni vicine al nostro mondo. Un’intelligenza collettiva su cui il Partito democratico può fare conto e scommettere per tornare a immergersi nella società ed essere utile alla ripartenza del Paese. (DAL BLOG DI MARINA SERENI)