Da tempo l’opposizione di centro destra con Salvini in testa, fa la guerra al governo Conte II senza ottenere risultati apprezzabili. Tra trattative varie, incontri stancanti, pontieri, concessioni, il governo andava avanti cimentandosi con due guerre terribili:

la pandemia giunta tra capo e collo che coinvolge tutto il mondo e che ha costretto il governo a cimentarsi con un nemico invisibile. La Ferma battaglia del governo, che assieme ad altri è riuscito a cambiare direzione all’intera Unione Europea diventata solidale. Un’Unione che sta mettendo un mare di soldi per aiutare gli stati a superare la pandemia ed a combattere la inevitabile crisi economica sempre più grave, che il virus porta con sè. Ma più dura appare l’opposizione. Non mi riferisco all’opposizione del centro destra, che ormai sta stancando a forza di ripetere sempre le stesse cose e che coglie nella crisi non una occasione di impegno per superarla ed aiutare il popolo, ma una occasione in più per inasprire la eterna campagna elettorale. Mi riferisco invece all’opposizione interna di un personaggio che più di una volta ha dato prova di inaffidabilità. Mi riferisco a quel Renzi che ha preso tutto dal PD, dalla presidenza della provincia alla presidenza del consiglio e che in cambio ha portato avanti il suo progetto di rottamazione che alla fine ha tentato di rottamare il PD senza riuscirci. Quel personaggio, che dopo essersi dato da fard per fare nascere questo governo, subito dopo, spostando la bussola ancora più verso il centro moderato ha fatto l’ennesima scissione della sinistra, dando vita ad un suo personale giocattolo politico: Italia Viva. In questo modo si è fatto spazio come ago della bilancia, mettendosi in con dizione di ricattare il governo. Eppure, la maggioranza ha fatto parecchie concessioni ad IV, ha rivisto il recovery plan, ha ceduta sulla delega dei servizi segreti, ha triplicato le somme della sanità ed altre cose ancora, ma non gli è bastato. Nasce il lecito sospetto che tutte le sue richieste, nascano da almeno due motivazioni entrambe lontane dagli interessi del popolo: la mania di dominare la scena e la preoccupazione che la popolarità del premier possa intaccare l’elettorato moderato al quale lui sta cercando di puntare per superare la fatidica soglia del 3%. Ecco allora la tanto attesa conferenza stampa, dove dopo una lunga premessa, ha annunciato – lui e non le interessate – le dimissioni delle due ministre e del sottosegretario. Un modo insolito, ma evidentemente alla Renzi. Il risultato è davanti a tutti: la indecisione delle borse, il balzo in avanti di 10 punti dello spred, il pericolo di una caduta del governo con il risultato di andare a votare con la possibilità di regalare tutto al centro destra. Certo è che il governo, non può affrontare la pandemia campando alla giornata, così come, altra cosa certa è che alla fine il rottamatore, dopo avere tenuto a battesimo questo governo, ora è la causa della sua rottamazione e per ultimo, finirà che si autorottamerà lui stesso ed il gruppo di fedelissimi che lo ha seguito. Un vero peccato. O forse è meglio dire un vero disastro, un atto di grande irresponsabilità in un momento in cui ben altro serve all’Italia ed al suo martoriato popolo e non certo una crisi di governo, in un momento in cui bisogna concentrarsi su come fare ripartire l’economia utilizzando i 220 miliardi che ci vengono dall’Europa. Altro che crisi, della quale si è voluto caricare la responsabilità Renzi! Era ed è il caso di serrare le fila, di stringere i tempi e di passare a provvedimenti comprensibili e risolutivi sia per combattere la pandemia che sta mietendo vittime all’infinito, sia per rilanciare l’economia ferma da troppo pendo. Una crisi che sta sfiancando tutti e che incentivi comportamenti irresponsabili da parte dei negazionisti e di tanti che pensano di potere pescare nel torbito. Salvatore Augello 14 gennaio 2021