di Giovanna Vitale - Il segretario riunisce la direzione pd e avverte Renzi: "No ad avventurismi né ad ultimatum, c'è rabbia sociale, la situazione potrebbe degenerare". E poi incalza il premier: "Subito il patto di legislatura" Non è tempo di "avventurismi" né "barricate", ora è il tempo della responsabilità.

Perché "dentro una pandemia tragica" come quella che stiamo attraversando, "provocare elezioni anticipate sarebbe un errore imperdonabile". Un rischio che per il leader del Pd Nicola Zingaretti è "reale, concreto", l'unica strada percorribile se la crisi dovesse avvitarsi. Lo insegna la storia recente della Repubblica che "il logoramento dei rapporti politici portano a un'evoluzione incontrollabile, il cui esito è proprio il voto". Dal Nazareno "mai temuto", ma che in questo momento sarebbe sbagliato: "Per noi l'Italia ha più bisogno di sconfiggere il virus e di un solido progetto di sviluppo. Si può raggiungere l'obiettivo, se prevale un vero dialogo". Perciò adesso Renzi si dia una calmata e Conte acceleri: prenda l'iniziativa e promuova un patto di legislatura. Riunendo la direzione per informare parlamentari, governatori e quadri di partito sulla "vicenda politica che è in continua evoluzione", pronto a essere riconvocata di nuovo, non appena ci saranno ulteriori sviluppi, il leader democratico manda messaggi chiari sia al premier sia al capo di Italia viva, principali attori di una crisi che rischia di precipitare. Non prima di aver però indicato in Donald Trump l'istitigatore della "devastazione di Washington, lo scempio al tempio della democrazia americana". Frutto, anche, delle "gravi diseguaglianze sociali" che si vanno estendendo a livello globale, Italia inclusa. Ecco perché "contrastare gli effetti negativi a medio-lungo termine della pandemia, in particolare sulle persone più svantaggiate", e agganciare il treno del Recovery per "produrre il cambiamento radicale che oggi occorre al nostro Paese" sono le "priorità del Pd", detta l'agenda Zingaretti. A queste si deve stare se si vuole evitare che la situazione vada fuori controllo. Agenda politica

CRISI, IL PD RIUNISCE LA DIREZIONE PER BLINDARE CONTE E STABILIZZARE LA MAGGIORANZA

di Giovanna Vitale 08 Gennaio 2021 E dunque Il Piano di ripresa, che grazie al lavoro del Pd è molto migliorato, va approvato subito. "È il momento di decidere e procedere", incalza Zingaretti. "Si adotti il testo nel Consiglio dei ministri e si avvii il percorso parlamentare così da coinvolgere il Paese sulle scelte fondamentali per i prossimi anni. Sarebbe davvero incredibile e privo di senso, dopo aver ottenuto centinaia di miliardi dall'Europa, riconoscere che questa maggioranza non è in grado di dettare le linee di indirizzo per impegnare quelle risorse", bacchetta. Perciò è necessario mutare registro. "In ballo non ci sono i destini di un partito", si rivolge a Renzi, il segretario dem. Intravedendo "il rischio serio" che il "protrarsi di una situazione di incertezza" allarghi "in modo irrimediabile il distacco tra la politica, le istituzioni e i sentimenti e le aspettative delle famiglie". Da qui l'avvertimento: "Nessuno commetta l'errore di sottovalutare la gravità di ciò che potrebbe accadere. Non sottovalutiamo la disperazione e la rabbia delle persone se a fronte di paure e incertezze la politica assumesse il volto dei giochi di palazzo. C'è un humus sociale ad alta infiammabilità, ci sono pensieri incendiari pronti a scatenarsi". maggioranza in bilico

GOVERNO, BELLANOVA: "ESPERIENZA AL CAPOLINEA". OGGI IL VERTICE CONTE-MAGGIORANZA

È questa l'urgenza, adesso. Andare oltre la conflittualità della maggioranza, per costruire "un progetto serio e solido di sviluppo" per il Paese. Senza "richieste ultimative, prepotenze o pretese unilaterali che impediscono un’autentica collaborazione" e rischiano di fare solo danni. Zingaretti lo dice chiaro ai due contendenti di questa crisi: "Ognuno deve saper rinunciare a qualcosa di suo e misurare i propri convincimenti e le proprie proposte con i convincimenti e le proposte degli altri", continuando "a discutere dove ancora è difficile raggiungere una sintesi". Esattamente la strategia messa in campo dal Pd che "qualcuno in questi mesi, sbagliando di grosso, ha chiamato subalternità" mentre è solo "buona politica riformista", rivendica il segretario. Concludendo con una serie di interrogativi che non lasciano alternative: "Quale altra strada c’è rispetto a questa? Un altro governo, confuso, trasformista, trasversale, tecnico? Nulla di buono tutto ciò porterebbe all’Italia. Oppure proclamare il nostro fallimento per aprire le porte ad improbabili ritorni della destra nazionalista, in totale contro tendenza con gli orientamenti che si stanno rafforzando in tutta l’Europa?". La risposta del Pd è scontata. Adesso si attendono quelle degli alleati. Ma i tamburi di guerra che risuonano in queste ore non promettono nulla di buono.