(S.A) Se il buon giorno si vede dal mattino, anche quest’anno il calcio rischia di turbare le notti di parecchi tifosi, ma non perché la loro squadra del cuore può vincere o perdere, ma perché i campi di calcio possono essere trasformati in campi di battaglia o perché i così detti ultrà, possono essere invasi da un attacco acuto di “tifoserie” e mettersi a spaccare tutto quello che trovano sul loro cammino.

 Non è bastato l’esempio di Catania e la morte dell’Ispettore di polizia Raciti è stata inutile, se alla prima partita di campionato succede tanto danno. Dico così detti ultrà, perché se le cose vanno chiamate con il loro nome, ed è così che bisogna chiamarle, allora questi ultrà sono solo dei delinquenti, che mettono a rischio la vita della gente che non chiederebbe di meglio che potersi godere una partita in pace. Come si possono chiamare persone che a centinaia invadono la stazione di Roma Termini a viso coperto, armati di bastoni, di catene, di spranghe, spaccando vetri, rompendo sedili e panchine, sfasciando autobus di città, intimidendo pacifici passeggeri e costringendoli a lasciare il treno per prendere il quale avevano anche pagato il biglietto? Ultrà? NO, tifosi ? meno che mai. Allora sono e restano solo delinquenti, che con premeditazione si sono messi assieme, sfruttando l’occasione offerta dalla partita, per sfogare i loro istinti bestiali e vandalici. La stampa bene informata vuole anche dire, che dietro tanto disastro ci sia anche la mano della camorra, che risponde così ai duri colpi inferti loro dalla forze dell’ordine, che hanno arrestato parecchi componenti di clan ed anche boss di primo piano. Se così stanno le cose, allora bisogna davvero riflettere e rispondere alla guerra con la guerra, non basta identificarli e rimetterli subito in libertà, occorre che comincino a capire la vecchia massima che faceva : “chi rompe paga”. Dove si è mai detto, che si riscontrano danni per oltre 500 milioni e nessuno è chiamato a risponderne subito? Gente presa in flagrante, magari con il bastone in mano e con il volto coperto, non può farla franca e tornarsene tranquillamente a casa dopo avere causato danni alle cose e magari dopo avere picchiato cittadini indifesi e poliziotti rei di fare il proprio lavoro. Questa gente deve cominciare ad apprendere che c’è una legge, una giustizia, delle regole di convivenza civile, che non si possono trasgredire senza pagarne le conseguenze. Ora, nessuno si sene di biasimare il ministro dell’interno Maroni, che dirama disposizioni severe contro gli ultrà, che promuove una indagine per capire perché siano stati così, prontamente liberati e mandati a casa come se non avessero fatto niente. No davvero. Nemmeno quando si dice che ai tifosi del Napoli verrà impedito in seguito di seguire la squadra in trasferta, nessuno può obiettare, anche se un provvedimento così drastico, punisce anche i tifosi veri che amano lo sport e seguono la propria squadra per puro e sano tifo. Ma, tant’è, che piange il giusto per il peccatore, dei provvedimento bisogna pure prenderli, anche se ad essere danneggiate sono anche le squadre, che nel momento in cui verranno costrette a giocare a porte chiuse, subiranno perdite enormi, come perdite subisce lo stato che ricava la sua parte dalle entrate del calcio. Ma la perdita maggiore è una perdita di immagine, che investe tutto il mondo del calcio, che allontana la gente dallo sport, che crea le premesse per restarsene a casa e rinunciare alle due ore diverse da potere passare la domenica. Il mondo del calcio esce ferito da questi episodi inqualificabili di violenza e di vandalismo gratuiti, esce ferito tutto il mondo dello sport e tutta l’Italia, per il comportamento inqualificabile di un pugno di teppisti incalliti, che scambiano il campo di calcio per un campo da combattimento.