«Signor Direttore Generale e Rappresentanti Permanenti, celebriamo i 75 anni dalla istituzione della FAO, la cui sede l’Italia è orgogliosa di ospitare - da ben prima del suo ingresso all’Onu e sulla scorta della precedente esperienza dell’Istituto Internazionale di Agricoltura

- unitamente all’intero polo agro-alimentare delle Nazioni Unite. Oggi, anzitutto, celebriamo un progetto: sconfiggere la fame, la malnutrizione e la povertà che le provoca. Ci impegniamo alla compiuta realizzazione della affermazione che, tra i diritti fondamentali dell’uomo, vi sia quello al cibo. In tutti questi anni, produttività agricola e sistemi alimentari, catene di distribuzione e programmi di educazione al nutrimento, hanno consentito enormi passi in avanti. Ciononostante, il pensiero va ai milioni di bambini, donne, e uomini che in troppe parti del mondo ancora stentano ad avere accesso a beni di prima necessità, che soffrono la fame o rischiano di precipitare nel dramma della insicurezza alimentare. Una condizione che cambi climatici e conflitti, con le forzate migrazioni che ne sono derivate e, adesso, la pandemia, hanno ulteriormente aggravato. Si stima che, nel 2020 soltanto, circa 100 milioni di persone in più vivano al di sotto della soglia di povertà. È questo un momento di scelte decisive per l’intero pianeta, di un serio impegno globale, basato sul riconoscimento del valore dell’attività agricola, su un uso responsabile delle risorse naturali, sulla preservazione della biodiversità e degli ecosistemi, sul rafforzamento e la sostenibilità dei sistemi agro-alimentari di ciascuna comunità, al fine di assicurare una alimentazione sana e sufficiente. Il tema di questa giornata è “Coltivare, nutrire, preservare. Insieme. Le nostre Azioni sono il nostro futuro”. Una consegna che rimanda all’imperativo di lottare per preservare la vita in ogni angolo del pianeta, affrontando e superando le persistenti diseguaglianze. Per tutto questo abbiamo soltanto una strada: lavorare insieme. E’ cresciuta la consapevolezza che è necessaria una piena cooperazione internazionale che costruisca la creazione di sistemi alimentari sostenibili con il contributo di attori pubblici e privati, di individui singoli come di collettività. Il Premio Nobel per la Pace, attribuito al Programma Alimentare Mondiale, è chiara e apprezzata indicazione in questo senso. Tutti siamo chiamati a perseguire insieme, con coerenza e con determinazione, atteggiamenti che concorrano alla attuazione dell’Agenda 2030. Saluto in particolare l’impegno della FAO e il suo Direttore Generale, Qu Dongyu, che insieme all’Italia, e a numerosi altri Paesi, hanno voluto dar vita a una “coalizione per il cibo”, con l’obiettivo anche di contenere gli effetti del Covid-19 sui sistemi alimentari. Una alimentazione adeguata ed equilibrata deve essere alla portata di ciascuno e il cibo, insieme al suo antico e inscindibile legame con le culture, la tradizione e la terra, deve essere considerato materia nobile da salvaguardare, combattendo l’odiosa abitudine dello spreco che, purtroppo, ancora contraddistingue sovente le regioni più ricche del pianeta. L’auspicio è che la Comunità Internazionale ritrovi il senso profondo dei beni preziosi che la terra ci offre e la responsabilità di condividerli e di custodirli per le future generazioni». Roma, 16/10/2020