Discorso del Presidente Sassoli in apertura del Consiglio europeo dell'1 e 2 Ottobre 2020 Signore e Signori, oggi vorrei affrontare una serie di temi che sono legati dal filo comune della necessità di rafforzare i nostri valori, la democrazia e il dialogo con i cittadini.

Questa necessità sta alla base di tutte le nostre azioni: dalla lotta alla pandemia di COVID-19, alla riduzione del divario digitale fino all'impegno nella cooperazione internazionale. Ci troviamo all'inizio di un percorso per creare un'Europa diversa, più reattiva, più inclusiva e più equa, un'Europa che offra vantaggi tangibili ai nostri cittadini. Abbiamo il dovere di non esitare e di seguire questo percorso. Pensiamo ad esempio al mercato unico, il fiore all'occhiello dell'UE, una conquista sorprendente basata sulla la cooperazione e la fiducia. Tuttavia, sarebbe ingenuo da parte nostra pensare che il mercato unico tornerà ad essere quello che era prima della crisi, a meno che non ci adoperiamo in tal senso. Dobbiamo ricostruire la nostra economia e il lavoro nella UE, cominciando a pensare, finalmente, dalla parte di chi è più debole, di chi non ha nulla e non più soltanto dalla parte di chi ha già molto. Solo così l’Europa sarà più resiliente agli shock globali. Questo aspetto sarà fondamentale nella nostra ripresa collettiva a lungo termine, in cui nessuno sarà lasciato indietro. Abbiamo bisogno di un mercato interno adeguato alle esigenze future, in cui i prodotti e i servizi essenziali per i cittadini continuino ad essere forniti in tutta l'UE e siano messi a disposizione di tutti. Abbiamo bisogno di una politica economica e sociale dell'UE forte, basata su una idea di società ecologicamente sostenibile. Affrontare in modo deciso le disuguaglianze sociali ed economiche e rispondere alle esigenze delle persone che sono state maggiormente colpite dalla crisi. La ricostruzione deve rafforzare la coesione delle nostre comunità, una relazione virtuosa tra istituzioni, cittadini e territorio, affinché le persone non siano più considerate soltanto consumatori ma cittadini consapevoli. Questa è una delle condizioni fondamentali per uscire dalla crisi. In questo contesto la pandemia ha rivelato che la mancanza di accesso a Internet è una delle cause principali delle crescenti disuguaglianze tra i cittadini europei, ed è una forma importante di emarginazione. Nel mondo che viene l’accesso a Internet dovrebbe essere considerato come un nuovo diritto umano. Ma non c'è diritto umano senza garanzie democratiche. L'UE ha la sfida di essere pioniere e di dare un esempio nella democratizzazione del mondo digitale. Per questo ci deve essere una profonda riflessione e un'azione politica in sintonia con una transizione digitale capace di mettere al centro le persone e i loro diritti, implementando protocolli e infrastrutture aperte per fare della tecnologia un'opportunità per molti e non un privilegio per pochi. L'UE deve investire nella creazione di alternative proprie nella gestione delle infrastrutture strategiche dell'economia futura (cloud europeo, intelligenza artificiale, supercomputing ecc.) per essere in grado di costruire una società digitale che rispetti i diritti, sia innovativa e permetta ai cittadini di avere voce in capitolo su come vengono prese le decisioni nelle infrastrutture digitali. La crisi della COVID-19 ha messo in evidenza la necessità di conferire all'UE un ruolo molto più importante nel settore della sanità e di ricercare soluzioni digitali più innovative in tale ambito. Ciò dovrebbe tradursi in una maggiore dotazione per il programma "UE per la salute" (EU4Health) che il Parlamento chiederà con fermezza. Inoltre, il Parlamento ha ribadito in numerose occasioni che è giunto il momento di istituire uno Spazio europeo dei dati sanitari che rispetti pienamente il quadro europeo per la protezione dei dati e che sia incentrato sul benessere dei pazienti. I dati sulla salute costituiscono un fattore chiave per la trasformazione digitale e devono essere rigorosamente protetti da un loro utilizzo improprio. La recente distruzione del campo di Moria, sull'isola di Lesbo, e più in generale le condizioni di vita di molti migranti e richiedenti asilo - tra i quali tanti bambini - nei nostri Paesi membri, sono lo specchio di un ritardo ormai inaccettabile. L’Unione europea, il maggiore attore economico globale, deve mostrare il coraggio di una politica di migrazione e di asilo comune, basata sulla solidarietà e la responsabilità. Il Patto per la migrazione e l’asilo presentato la scorsa settimana dalla Commissione europea è un passo avanti. Il Parlamento è pronto ad impegnarsi in modo costruttivo nel negoziato con il Consiglio e la Presidenza tedesca. Anche in questo modo costruttivo il parlamento sta lavorando in questi giorni sulla negoziazione del QFP e di nuove risorse proprie. Per una buona negoziazione bisogna avere proposte sul tavolo e, per il momento, le proposte di cui si discute sono soltanto quelle presentate dal Parlamento. Noi vogliamo fare rapidamente ma bene come abbiamo fatto per l’approvazione di molti strumenti per l’emergenza nei mesi scorsi e per l’adozione del parere sul tetto delle risorse proprie. Voglio essere molto chiaro perché alcuni segnali sono davvero inaccettabili: il Parlamento non sta bloccando nulla. Le richieste che abbiamo avanzato sono nell’ interesse dei cittadini europei. I ritardi sono dovuti ad una mancanza di controproposte del Consiglio. Molte sono state le concessioni del Parlamento rispetto alle posizioni del Consiglio. Se c’è la volontà si può chiudere rapidamente un accordo politico.

Dunque il Parlamento chiede alla Presidenza di presentare proposte costruttive sulle principali questioni aperte, in particolare:

1. Garantire il finanziamento di programmi strategici

2. Assicurare che i costi del piano di ripresa siano coperti da nuove risorse proprie e non dai cittadini

3. Avere un meccanismo efficace di condizionalità legata al rispetto dello Stato di diritto.

Un sforzo su queste proposte del Parlamento è possibile e può consentire di concludere il negoziato.

Come vedete, care signore e signori, non stiamo chiedendo la luna! “La perfezione si raggiunge non quando non c'è più niente da aggiungere, ma quando non vi è più niente da togliere”

Antoine de Saint-Exupéry

Dare una risposta rapida ai cittadini Europei per la ripresa delle economie dei nostri paesi significa consentire all’Unione di concentrarsi sulle sfide globali. Prendiamo, ad esempio, ciò che accade alle nostre porte, in Bielorussia, dove la situazione continua ad essere drammatica, dove migliaia di persone sono scese in strada e dove la violenza dei servizi di sicurezza nei confronti dei dimostranti pacifici non fa che aumentare. L'UE dovrebbe applicare immediatamente, e in stretto coordinamento con i partner internazionali, sanzioni efficaci e di ampia portata nei confronti di tutti i responsabili di brogli elettorali e di atti di violenza e repressione in Bielorussia. Dobbiamo assicurarci di poter fare tutto il possibile per sostenere i bielorussi nella loro lotta per la democrazia e dare appoggio a coloro che subiscono repressioni. Per quanto riguarda la ripresa delle ostilità tra l'Armenia e l'Azerbaigian, sono molto preoccupato per la nuova escalation di violenza. Vorrei esprimere il nostro profondo cordoglio alle famiglie delle vittime e chiedere che gli scontri militari cessino immediatamente. Riguardo al tentato omicidio di Alexei Navalny vorrei ringraziare le autorità tedesche per l’accoglienza e le cure fornite. Il Parlamento chiede chiarezza sul caso e sollecita l'avvio immediato di un'indagine internazionale imparziale sulle violazioni degli impegni internazionali della Russia nel settore delle armi chimiche. Signore e Signori, abbiamo seguito tutti con crescente preoccupazione gli eventi nel Mediterraneo orientale e il Parlamento europeo ha espresso la propria posizione sulla questione durante l'ultima tornata. Siamo imperturbabili e determinati nel manifestare la nostra solidarietà alla Grecia e a Cipro. L'UE deve sostenere i loro diritti sovrani. Nel contempo, il Parlamento europeo è fermamente convinto che una soluzione duratura al conflitto può solo risultare da un dialogo fra le due parti. Se le cose dovessero volgere al peggio, dovremmo essere pronti a servirci dei numerosi strumenti che abbiamo a disposizione, comprese sanzioni mirate e settoriali. Ma speriamo di non dover arrivare a tanto. Vorrei sottolineare la situazione dei diritti umani in Turchia – un tema che sta molto a cuore all'istituzione che rappresento. Nel nostro approccio globale nei confronti della Turchia non dobbiamo mai dimenticare di difendere i nostri principi. Purtroppo, la democrazia e lo Stato di diritto sono costantemente erosi da azioni penali e campagne di vessazioni contro politici dell'opposizione e membri di spicco della società civile. Se si dovessero adottare sanzioni, esse non dovrebbero avere un impatto negativo sulla società civile, i rifugiati o la popolazione turca. Per quanto riguarda la Cina, le nostre relazioni sono sfaccettate e complesse. Collaboriamo su un numero crescente di questioni e siamo, l'uno per l'altro, i principali partner commerciali ma non siamo ingenui e non eviteremo di esprimere le nostre preoccupazioni sui diritti umani o la necessità di reciprocità e parità di condizioni quando si tratta di commercio libero ed equo. Comprendiamo l’aspirazione della Cina a diventare un leader globale, ma questo obiettivo può essere raggiunto solo attraverso il rispetto dell’ordine basato sulle regole e l’adesione ai valori e ai principi democratici. Questo è un anno straordinario. Possiamo essere orgogliosi di ciò che abbiamo realizzato di fronte a circostanze difficili ma abbiamo anche visto i nostri limiti. All'inizio di questo mandato ci siamo impegnati in una Conferenza sul futuro dell'Europa. La crisi attuale ha rafforzato questa esigenza. Il Parlamento è pronto per il lancio della Conferenza dallo scorso gennaio. I nostri cittadini meritano un'UE che sia all'altezza dei suoi obiettivi e nella posizione migliore per affrontare le sfide future, e che non si limiti ad affidarsi ai vecchi metodi. Conto su di voi perché una decisione arrivi con il prossimo Consiglio e ci consenta di iniziare al più presto la Conferenza a Strasburgo.