Più leggo le motivazioni di coloro che al referendum voteranno SÍ, più mi convinco di votare NO. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che auspica un accordo strategico con il M5S, ha schierato il partito sul fronte del SÍ.

E, come ho già detto, si trascura il fatto che tutta l’operazione parte dal Movimento Cinquestelle, il quale ha dato il via con una grottesca motivazione in cui Di Maio e altri, con una grossa forbice, hanno tagliato le poltrone in effige. Infatti, per il M5S il Parlamento è identificabile con le poltrone dato che non hanno mai abbandonato l’assurda linea della cosiddetta democrazia diretta. Zingaretti, il quale pensa di allacciare strategicamente (è sua questa espressione) una strategia con i grillini, ha schierato dunque il suo partito sul fronte del SÍ. Io, come è noto, non ho mai aderito al Pd e voterò NO. Però chiedo: quale dibattito c’è stato in questo partito su questo tema? Quale consultazione degli iscritti si è svolta? Non risulta nulla. C’è solo la voglia di non separarsi mai dal M5S del quale, ormai, il Pd è condizionato in modo così stringente da configurare quel che una volta si diceva una vera e propria egemonia. Tuttavia, se non sbaglio, ho l’impressione che nell’elettorato della sinistra la posizione prevalente sia per il NO. E, se può valere qualcosa, il mio giudizio, affermo che gli svolgimenti politici di queste settimane hanno rafforzato, non solo in me, il convincimento che chi vuole dare forza alla sinistra deve votare NO. (Emanuele Macaluso)