Approvando la relazione ampia e approfondita del segretario Zingaretti, insieme al documento che esprime l'orientamento per il Si' al referendum costituzionale, la direzione nazionale del Partito Democratico ha rilanciato oggi il nostro impegno per le riforme e indicato le nostre priorità.

Primo. Usare bene le risorse europee del "recovery fund" presentando un piano all'altezza del nome scelto dalla Commissione: Next Generation Eu. Vogliamo una ripresa che metta al centro dello sviluppo europeo e italiano il futuro dei giovani, la formazione, il lavoro, la vita delle prossime generazioni. Vogliamo una ripresa che cambi la matrice della nostra crescita e del nostro modello produttivo: transizione ecologica dell'economia, inclusione sociale, modernizzazione infrastrutturale, digitalizzazione, innovazione nella Pubblica Amministrazione nel segno della semplificazione e della competitività, riduzione delle disuguaglianze di genere e valorizzazione delle competenze e dei talenti femminili. Abbiamo ottenuto dall'Europa una risposta straordinaria, sconfiggendo gli egoismi nazionali in nome di un'Europa unita, coraggiosa e solidale, e sappiamo che molta parte di questo risultato è merito del Pd che ha riportato l'Italia ad essere protagonista e partner affidabile nell'Unione Europea. Ora abbiamo davanti a noi un'opportunità irripetibile. Siamo il Paese che riceverà dall'Europa la maggiore quantità di risorse. Le dobbiamo usare non per "tornare a come eravamo prima" ma per superare le tante strozzature che nel passato hanno frenato lo sviluppo del nostro Paese, dalla distanza tra Nord e Sud, all'obsolescenza del sistema pubblico, alle tante disparità sociali. In questo quadro l'utilizzo del Mes si configura come uno strumento indispensabile per rinnovare e rafforzare il sistema sanitario e di welfare, il cui valore è emerso in tutta la sua dimensione nella drammatica vicenda del Covid19. Secondo. Le scadenze elettorali per le Regioni e i Comuni che vanno al rinnovo il 20 e 21 settembre sono importanti e il Pd rappresenta l'unico argine vero all'affermazione della destra. Aver posto nelle scorse settimane il tema delle alleanze sul territorio è stato ed è del tutto coerente con lo sforzo che abbiamo compiuto e stiamo compiendo, in un momento difficilissimo ma anche carico di opportunità, al governo del Paese. Anche se il nostro appello non e' stato raccolto dai "compagni di viaggio" nella maggior parte delle situazioni, il Pd non ha rinunciato a presentare candidati e proposte forti e credibili, in grado di vincere. Ecco perché ci rivolgiamo e chiediamo il voto a tutti quei cittadini che si sentono distanti da una destra becera, sovranista e antieuropea, che anche di fronte alla pandemia ha dimostrato di non saper anteporre il bene comune, la salute dei cittadini, all'interesse e alle polemiche di parte. Terzo. Il nostro Sì al referendum costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari è il primo tassello di una proposta riformista più ampia. Quando abbiamo dato vita al Governo Conte 2 abbiamo accettato la riforma del Parlamento, con una diminuzione che ci colloca nella media delle altre grandi democrazie europee, ponendo però l'esigenza di accompagnare questo passaggio con altre riforme: una nuova legge elettorale per garantire rappresentanza a tutti i territori, alcuni correttivi costituzionali per quanto riguarda la platea che elegge il Capo dello Stato, una riflessione sulla differenziazione dei compiti tra le due Camere. Alcune di queste riforme sono in itinere e sono calendarizzate per una prossima lettura in Parlamento. E lo spirito "antipolitico" che molti contestano nel discorso del M5S è decisamente attenuato proprio grazie al contributo determinante delle nostre proposte. Se vincerà il Sì, si consolida il quadro politico e si potrà aprire una stagione di altre riforme da qui alla fine della legislatura. Una vittoria dei No, viceversa, al di là delle eventuali ripercussioni tra le forze di maggioranza, chiuderebbe ancora una volta la strada ad un necessario aggiornamento della Costituzione e del sistema istituzionale del nostro Paese. Giusta l'idea del Segretario che, raccogliendo una suggestione del Presidente Violante, ha proposto di accompagnare il nostro orientamento per il Sì con una raccolta di firme su una legge di iniziativa popolare per il superamento del bicameralismo paritario. Molto condivisibile anche l'idea di riprendere il confronto parlamentare su una buona legge di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione sui partiti. La discussione di oggi è servita a confrontarci, in un clima di grande rispetto tra tutte le posizioni, ma anche a decidere un orientamento preciso. Il Partito Democratico si conferma essere, in una stagione politica particolarmente delicata e complessa, il partito garante del cambiamento, una forza responsabile e tranquilla che mette al primo posto la vita concreta delle persone, delle famiglie, dei lavoratori, delle imprese. Ci aspettano ora settimane intense di campagna elettorale e di iniziativa politica.