IO VOTO NO

Il 20 e 21 settembre si voterà per il referendum costituzionale. All'estero gli elettori riceveranno per posta le schede elettorali entro i primi giorni di settembre e dovranno restituirle all'ufficio consolare entro le ore 16 (ora locale) del 15 settembre.

Si vota per confermare la riduzione dei parlamentari da 945 a 600. Per gli eletti all'estero da 6 SENATORI si passa a 4 e dagli attuali 12 DEPUTATI a 8.

Votando NO l'elettore esprime la volontà di non approvare la riforma costituzionale. Votando Sì l'elettore esprime la volontà di approvarla. Gli elettori che entro il 6 settembre non abbiano ancora ricevuto il plico potranno contattare il proprio ufficio consolare per ottenere un duplicato. Le motivazioni dei sostenitori della riduzione dei parlamentari erano e restano poco convincenti. Il risparmio è minimo e non è la riduzione che permette di lavorare meglio. La democrazia non può essere misurata in termini monetari. L’Italia è una Repubblica Parlamentare, fondata sul ruolo della rappresentanza dei cittadini. I parlamentari solo liberamente eletti dal popolo a cui devono rendere conto del proprio operato. Invece di ridurre il numero dei parlamentari si dovrebbero attuare meccanismi che permettano al parlamento di adempiere in pieno i ruoli sanciti dalla Costituzione. Occorre cambiare i regolamenti parlamentari per snellire lunghe procedure burocratiche. Bisogna ridare fiducia e prestigio alla politica per migliorare la qualità degli eletti. Occorre riavvicinare i parlamentari ai propri elettori nel territorio in cui vengono eletti. Riducendo il numero dei parlamentari aumenta il numero degli elettori che ciascun parlamentare rappresenta e quindi i cittadini avranno sempre meno peso nella vita politica. Per la rappresentanza all'estero, i numeri sono impressionanti. In Italia alla Camera 151.000 elettori eleggeranno un deputato e 302.000 elettori un senatore. All’estero, invece, occorrono 687.500 elettori per un deputato e 1.375.000 elettori per un senatore. Oltre 4 volte e mezzo in più. Perché? In nessuna parte della Costituzione c’è scritto che i cittadini italiani sono diversi a seconda di dove vivono. Un rapporto così squilibrato tra eletti ed elettori all’estero renderà puramente simbolica la partecipazione degli italiani nel mondo alla vita democratica del Paese. Ancor più il rischio che si corre è che nella possibile nuova ripartizione dei seggi alcune aree del Mondo potrebbero perdere la loro rappresentanza diretta. C’è già chi pensa ad una circoscrizione unica mondiale facendo sparire la rappresentanza territoriale diretta. Se a questo aggiungiamo la possibilità di candidati che vivono in Italia, è di facile intuizione che la circoscrizione estero e la sua rappresentanza è destinata a finire.

In particolare, la nostra circoscrizione Asia Africa Oceania Antartide che raccoglie numericamente il numero minore di elettori è a forte rischio eliminazione. Anche per evitare ciò

IO VOTO NO

In gioco ci sono da un lato la nostra Costituzione, nata dalla Resistenza e dalla vittoria sul nazifascismo, socialmente fondata su valori e diritti dei cittadini; dall’altra ci sono i rischi derivanti da modifiche poco meditate.

Il Parlamento è la Casa della Democrazia. Fare vincere il NO è la migliore garanzia per il futuro della nostra democrazia.