Più volte si è discusso della crisi politica italiana e della mediocrità del personale politico. Il punto più basso di questa decadenza oggi è rappresentato dal fatto che l’Italia abbia come ministro degli esteri un grillino, il Di Maio, che non conosce né la geografia né la storia delle nazioni.

Altre volte abbiamo ricordato che Di Maio aveva collocato Pinochet in Venezuela e non in Cile e mostrato di non sapere che in Austria i migranti non potevano “sbarcare” per assenza del mare. L’Italia ha avuto come ministri degli esteri, eminenti personalità politiche. Tra gli altri, Gaetano Martino, liberale, che ospitò a Messina gli incontri propedeutici della Comunità europea, Pietro Nenni, Aldo Moro, Amintore Fanfani, lo stesso Andreotti. Ora alla Farnesina c’è Di Maio. Il quale, per la prima volta, ha chiesto ed ottenuto di associare al suo ministero anche il commercio estero, impresa che tentò, ma senza successo, il governo Berlusconi. Impensabile quando la politica era la politica. Oggi sui giornali si legge di uno scontro tra il ministro dell’Economia, Gualtieri, ed il ministro degli esteri, che viene così riassunto dal Corriere della Sera: avviene “per il ruolo della Sace, una società che dovrà garantire i prestiti alle grandi aziende e che resta in pancia alla Cassa depositi e prestiti”. Sempre il Corriere informa che “è stato raggiunto un compromesso per il ruolo di Sace”. Ecco quali sono i problemi cu cui si concentra l’attività del ministro degli esteri. Il quale, per la verità, va spesso all’aeroporto per ricevere e dare la mano agli ospiti che governano in altri paesi. In altre occasioni ho detto e ripeto che è stato un errore non tenere le elezioni dopo la crisi del governo giallo-verde. L’obiezione che veniva fatta era che l’appuntamento democratico poteva favorire e far vincere la destra. Ma in democrazia vince chi ha più consensi reali nel Paese e bisogna accettare lo scontro elettorale per dare linfa alla democrazia. Oggi i grillini sono maggioranza relativa in parlamento dato che nelle ultime elezioni hanno ottenuto il 32,6% dei voti. Ma alle recenti elezioni europee hanno dimezzato i consensi. Oggi anche la Lega di Salvini è ridimensionata. Spero che il popolo italiano sia chiamato a dirci, non troppo tardi, qual è la realtà politica del nostro paese. (7 aprile 2020)