Oggi ho letto che il partito fondato da Matteo Renzi, Italia Viva, si è ridotto all’1,8% secondo un sondaggio, anche se guida ancora un numeroso gruppo parlamentare con ministri e sottosegretari.

Io non ho alcuna vicinanza con Renzi per offrirgli – data la mia lunga esperienza – qualche consiglio. Ma lui è stato presidente del Consiglio per tre anni, segretario del Pd, sindaco di Firenze. Insomma, un protagonista della vita politica italiana. Ecco perché è un caso politico, forse anche umano. Renzi non comprende che più si agita e cerca di essere ancora protagonista anche perché qualche giornale e reti tv gli danno spazio, più perde consensi. Nella graduatoria dei gradimenti che Pagnoncelli pubblica sul Corriere della Sera, Renzi è sempre all’ultimo o penultimo posto. Per questa ragione, penso che l’ex presidente del Consiglio e senatore della Repubblica, anziché dar vita ad un partitino e agitarsi per marcare la sua presenza sui media, avrebbe dovuto svolgere il suo nuovo mestiere di parlamentare nel suo ex partito, senza la pretesa di essere ancora un leader di primo piano. Siccome Renzi non è uno stupido, avrebbe certamente più credito, considerazione e stima pubblica, e sarebbe apprezzato per una modestia che, però, non c’è. Forse così potrebbero crearsi le condizioni per avere più credito e, forse, un futuro politico. L’agitarsi continuamente a vuoto, con questo partitino e i pochi fan che gli stanno attorno, conduce ai miseri consensi che vengono rilevati. So bene che Renzi non leggerà questa mia nota e se qualcuno la segnalerà, lui farà spallucce. Cosa dire? A ciascuno il suo. (Emanuele Macaluso - 3 aprile 2020)