(SA) - Continua la commedia di Salvini relativa al caso Gregoretti. Dopo che la Giunta delle immunità parlamentari che aveva registrato parità di voti tra il si ed il no a procedere nei confronti dell’ex ministro.

Passata la fase in cui il leader leghista aveva chiesto ai suoi di votare a favore dell’autorizzazione a procedere, affrontando da perseguitato le elezioni in Emilia ed in Calabria, alla fine si è arrivati all’atto 3°. Salvini, consapevole che non poteva certo fare un passo indietro, aveva dichiarato che avrebbe chiesto voto favorevole all’autorizzazione a procedere, per porre fine a questo tira e molla su una vicenda della quale, non sfugge certo la gravità oltre che l’arbitrarietà, come da tempo si dice, a fini politici. Ieri, l’Aula del Senato ha posto fine all’atto 3° votando a maggioranza per dare l’autorizzazione a procedere alla Magistratura, che ora può proseguire con il processo contro Salvini per sequestro di persona. La vicenda è fin troppo bene nota. Salvini, nella sua qualità di ministro dell’interno, bloccò la nave della Guardia Costiera Italiana “Gregoretti”, con 131 migranti a bordo, tenendoli a mare per diversi giorni. La maggioranza di governo sostiene che quello fu un atto di pura propaganda politica, mentre l’ex ministro sostiene di avere difeso i confini del Paese e di averlo fatto con l’assenso dell’allora governo, che sapeva. In quel “che sapeva”, evidentemente è compreso quanto avvenuto la prima volta, quando Conte, Di Maio e Toninelli si autodenunciarono dichiarando di avere condiviso la decisione di Salvini di bloccare la nave Diciotti con 177 emigranti a bordo. Salvini però, non tiene conto del fatto che da allora ad ora la situazione è cambiata così come è cambiato il governo, per cui se allora i tre si sono autodenunciati ed hanno anche interpellato la piattaforma Rousseau per decidere se votare contro o a favore dell’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, oggi sostengono che in merito alla Gregoretti, Salvini pigliò in solitario la decisione. Impossibile tirarsi indietro, per il leghista, che aveva chiesto di essere processato. Oggi la lega non può certo fare dietro marcia dopo avere votato sì in giunta. Cosa fare allora? L’iniziativa parte da FI e da FdI, che presentano la mozione per respingere la richiesta. Salvini fa la sua arringa difensiva coinvolgendo ancora una volta il Governo che, secondo quando affermi lui, non poteva non sapere e trova assurdo andare sotto processo per avere difeso i confini della Patria ed avere evitato morti in mare. Apparte il fatto che non sapremo quante persone sono morte nello stesso periodo nei lager libici, così come non sapremo mai quanta gente è stata stuprata, torturata, uccisa in quei campi. Resta il fatto, che Salvini a gennaio forzò la mano per arrivare alle regionali dell’Emilia e della Calabria come perseguitato politico, ed oggi come vittima del giustizialismo, si direbbe che ha fatto i conti senza l’oste. I fatti, i risultati raggiunti, dimostrano che non raggiunse i risultati sperati allora e non è credibile quando recita la parte della vittima oggi. Un ruolo che è difficile ritenere veritiero, considerato che da quando sono finite le elezioni politiche, non ha fatto altro che inasprire la campagna elettorale permanente spargendo terrore a piene mani cercando di attirare voti dalla sua parte, cosa che in buona sostanza gli è riuscito, ma non ha raggiunto i risultati cui aspirava. Il Senato, ha messo la parola fine a questo teatrino, passando la palla alla magistratura. Hanno votato no all’autorizzazione a procedere Forza Italia e Fratelli d’Italia. A favore invece, la senatrice Bonino (Misto), Bressa (Aut) e Italia Viva, così come De Falco (Misto) che ha giudicato “il trattenimento a bordo un'inutile crudeltà”. A favore anche Pd, mentre Casini (Aut) ha sostenuto che il giudizio sulla politica di Salvini, che lui non condivide, “spetta agli elettori e non alla magistratura”. A favore anche il Movimento 5 Stelle. La lega, invece, dopo avere votato sì in Giunta delle Immunità, ora si è astenuta. (Salvatore Augello)