NUOVE MIGRAZIONI - PAGLIARO (PRES. INCA foto accanto): "NON C'E' LA NECESSARIA ATTENZIONE POLITICA ...TORNIAMO AD ESSERE COMUNITA'"

Quella che si è appena conclusa è stata una giornata ben riuscita, che ha focalizzato le criticità di tanti giovani,

che nel terzo millennio, sono costretti ad andare via dall’Italia. Così Michele Pagliaro, ai microfoni di Radio Articolo 1 commenta le due iniziative, conclusesi ieri a Bruxelles sul tema delle nuove ondate migratorie, che investono circa 120.000- 140mila italiani ogni anno. Nella sua intervista, Pagliaro ha definito molto importante il dibattito che si è sviluppato perché ha evidenziato il ruolo della Cgil, in particolare del suo Patronato, in quanto, ha spiegato, “abbiamo provato a consolidare ancora quell’essere comunità, che spesso fa la differenza quando ti trovi in paese diverso da quello in cui sei nato; quando ti trovi a vivere una situazione di distanza dai tuoi affetti e dai tuoi cari; quando ti rendi conto che questa distanza, questo emigrare fa la differenza per la vita, perché nelle storie dei tanti ragazzi, ascoltati in questi giorni, ti fanno guardare la realtà con occhi diversi”. “Usciamo da questa iniziativa – ha continuato Pagliaro – un po’ più arricchiti, in una condizione che ci permette di mettere una marcia in più nel nostro impegno quotidiano”. “Non è facile cambiare le cose – ha aggiunto – ma non è neppure impossibile se si ha una consapevolezza maggiore dei problemi”. Il tema dell’emigrazione è di grande attualità, che tuttavia si misura con politiche sbagliate di governo del nostro paese. Secondo Pagliaro “in questi anni sono emersi i tratti dell’odio, della paura, che non funzionano, perché il risultato è una politica che ha parlato alla pancia delle persone e che ha perso di vista il punto vero dei problemi”. “A dimostrarlo i numeri delle nuove ondate migratorie – ha aggiunto: ogni anno vanno via circa 120/140 mila persone, molte provengono dal sud e dal centro Italia; la metà è composta da giovani, di cui un terzo ha un’alta scolarità, le migliori energie di cui il nostro paese viene a privarsi”. Una condizione che, secondo Pagliaro, è aggravata dal fatto che “le famiglie italiane, dopo anni di sacrifici, vengono privati delle loro figlie e dei loro figli, che finiscono, spesso, per essere sfruttati in altri contesti stranieri”. “E’ una forte criticità su cui occorre sviluppare maggiore consapevolezza”, ha ribadito il Presidente di Inca sottolineando come questo impoverimento accresce ulteriormente il problema demografico, avvertito in alcune aree dell’Italia. “Un paese senza abitanti – ha precisato -, senza popolazione è un paese che non potrà essere all’altezza delle sfide che ci attendono”. Il Presidente dell’Inca ha inoltre voluto mandare un messaggio all’Europa ricordando come la nuova ondata migratoria non investe solo l’Italia: attualmente nell’Unione europea ci sono 20 milioni di persone che vivono in posti diversi da quelli in cui sono nati. “Questo significa – ha osservato - che la mobilità internazionale è un tratto caratterizzante delle società del terzo millennio, sottoposte ad un processo di globalizzazione gestito male, dove convivono spinte culturali e ideologiche diverse ed opposte. “Siamo pronti ad accogliere con favore – ha chiarito - i risultati di una evoluzione tecnologica, che accorcia le distanze di comunicazione e di scambi tra i popoli ma, contemporaneamente, non prestiamo la stessa attenzione quando si vogliono costruire muri o respingere i barconi stracolmi di disperati, che cercano di migliorare le proprie condizioni di vita”. Un fenomeno quello delle migrazioni che il Presidente dell’Inca conosce molto bene: “Provengo da una regione, come la Sicilia, dove si arriva per fame e si scappa dalla fame”, ha ricordato, per sottolineare le contraddizioni che emergono analizzando il contesto nazionale e internazionale: “Sono due migrazioni – ha aggiunto – parallele, diverse su cui non c’è la necessaria attenzione della politica. Anche questo aspetto è stato l’obiettivo delle iniziative promosse da Inca, che abbiamo voluto mettere in luce; lo abbiamo fatto al Parlamento europeo parlando con i giovani, ascoltando le loro ragioni perché questo tratto identitario dell’Inca e della Cgil, che ci fa stare in mezzo alla gente, rappresenta il nostro valore aggiunto al quale non vogliamo rinunciare”. “Stare in mezzo alle persone, per parlare con loro, significa acquisire conoscenza – ha concluso -, significa anche sviluppare una consapevolezza, che può fare la differenza per migliorare le condizioni di vita di tutti e le condizioni in cui versa il nostro Paese”. ha concluso il Presidente del Patronato INCA CGIL.(24/01/2020.ITL/ITNET)