DA PALERMO TODAY - "Sono rimasto sorpreso quando andando a Bruxelles mi hanno spiegato che per loro la Sicilia non è un'isola perché è collegata con il sistema ferroviario". A dirlo è stato il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano parlando con i sindaci del Consiglio regionale dell'Anci a Palermo.

Oggi Provenzano ha affrontano numerosi temi, dall'autonomia alle riforme delle province. "Non sono qui a gettare acqua sul fuoco, perché un pezzo di questa battaglia è la mia battaglia - ha detto a una delegazione di sindaci presenti a Villa Niscemi -. Non dico di fermarvi, fatelo. E una battaglia che va affrontata. Io ho messo a fuoco che bisogna ripartire dagli enti locali - spiega ancora Provenzano - Quando sono arrivato ho dovuto fare i conti con questo perché i livelli degli investimenti pubblici più bassi". Poi la denuncia: "Ho le mie idee politiche ma mi sono sempre battuto per un partito che è stato dimenticato e parlo del partito del Sud. Io provengo dall'ultima provincia che è quella di Caltanissetta - dice -. C'è stato bisogno di battagliare in tutti i partiti, noi veniamo da trent'anni in cui il Sud è stato accantonato". E aggiunge: "La politica, specie dopo il contenimento delle spese, ha eliminato i territori cioè i comuni che sono state le vere vittime - spiega -c'e un sentimento di abbandono con cui mi trovo a fare i conti. I partiti politici sono pressoché scomparsi dai territori". Quindi sulla riforma delle province che ha creato i Liberi consorzi. "E' stata sciagurata, ne è diventata un buco nero", ha detto il ministro per il Mezzogiorno. "In sede di discussione in Consiglio dei ministri ho ribadito la priorità di fissare i livelli essenziali delle prestazioni perché spesso i comuni non sono in grado di offrire la garanzia dei servizi". "Io non difendo il Sud in questa partita - dice il ministro - difendo i pilastri della cittadinanza così come sanciti nella Costituzione. Sono convinto che è uno dei punti da portare avanti dall'agenda di Governo con celerità". "Si sta utilizzando un approccio che supera la logica bilaterale dell'accordo dello Stato con una singola Regione e individua una cornice generalizzata in cui si parla di fissazione dei livelli essenziali delle prestazioni e perequazione che è la base è il pavimento indispensabile per la costruzione di ulteriori forme di autonomia", ha aggiunto. "Io sono d'accordo - ha spiegato Provenzano - alla creazione di un tavolo istituzionale tra comuni, governo e regione. Non sono contrario ma dobbiamo definire gli ambiti di competenza". L'Anci, guidata da Leoluca Orlando, ha chiesto un tavolo istituzionale a Roma. "Io mi assumo la responsabilità di uno Stato che ha avuto una politica di disinvestimento pluridecennale- dice - ma non vorrei che in Sicilia, dove per decenni abbiamo immaginato che tutto si risolvesse alla Regione, adesso si chiedesse tutto allo Stato. Non può funzionare". Infine sui Comuni sciolti per mafia: "Hanno bisogno sicuramente di un affiancamento amministrativo - ha concluso Provenzano -. Anche per riguadagnare consenso nei confronti dello Stato e perché non passi l'idea che si stava meglio quando si stava peggio".