La Repubblica oggi apre la sua prima pagina con un grande titolo: “Zingaretti, Pd cambio tutto”. Proprio tutto. Il sommario chiarisce: “Dopo il voto in Emilia Romagna subito un congresso per rifondare la sinistra”.

“Vaste programme”, come diceva Charles De Gaulle. E lui specifica: “Partito nuovo, aperto a sardine, movimenti dei sindaci e ambientalisti. Il tema della modifica del nome”. Massimo Giannini apre la sua nota sull’argomento con quel che continua a dire Zingaretti: “Cambio tutto, sciolgo il Pd e lancio il nuovo partito”. Giannini poi nota: “Era il 10 gennaio del 49 a.C. e Giulio Cesare passava il Rubicome. È il 10 gennaio 2020 e anche Zingaretti, nel suo piccolo, il suo dado lo ha tratto”. Quindi Zingaretti fonda un nuovo partito aperto a sardine, sindaci e ambientalisti. Occorre capire e sapere se sardine, sindaci e ambientalisti aprono al partito di Zingaretti. Non basta volere una cosa, per averla. Comunque, vedremo come si svilupperà il dibattito nel Pd e nelle forze chiamate a concorrere per formare il nuovo partito che dovrebbe rifondare la sinistra. Intanto, in attesa della rivoluzione, sfogliando sempre La Repubblica, a pagina 4 leggo che sulla legge Bonafede-Salvini, che abolisce la prescrizione, ci sarebbe e non ci sarebbe un’intesa Pd-M5S per aggiustare quella legge. Ma in attesa, come detto, della rivoluzione copernicana annunciata da Zingaretti, il Pd non poteva dire che in nome della discontinuità, sempre annunciata da Zingaretti, la legge voluta dal vecchio governo andrebbe cancellata? Insomma, in attesa della rivoluzione non c’è nemmeno la discontinuità? (Emanuele Macaluso)