(SA) - Non è facile reggere con questa precarietà che aleggia sempre attorno ad un governo che avrebbe bisogno di compattezza per prendere le necessarie decisioni che hanno carattere di urgenza e di immediatezza. Grossi sono i problemi in campo che minano sia l’economia italiana che l’occupazione ed il lavoro:

l’ex ILVA, l’Alitalia, i dazi americani, l’ndemico problema del Sud, la ripresa dell’emigrazione ed altri ancora. Non parliamo poi dell’emergenza maltempo, della ennesima frana in Liguria che ha visto il crollo di un’altro ponte che riapre il problema generale della viabilità in Italia e dell’isolamento in cui la città di Genova e non solo viene a trovarsi. Molti infatti sono i viadotti preclusi al traffico per paura di crolli. La domanda è: può l’Italia andare avanti con questa spada di damocle sulla testa? Stiamo pagando un prezzo altissimo all’incuria, alle lentezze burocratiche, alla corruzione dilagante. Il Modulo Sperimentale Elettromeccanico (MOSE) fermo da anni e la cui costruzione è iniziata nel lontano 2003 ancora fermo perché travolto da una inchiesta giudiziaria per corruzione nel 2014, per il prolungarsi del fermo potrebbero rendere già obsoleti l’85% dei lavori già realizzati. E’ difficile spiegare tanto tempo perso nel completare un’opera tanto utile, un’opera che se non completata mette in pericolo una città come Venezia e la sua laguna, con tutto l’immenso patrimonio storico e culturale che si trova sparso in tutta la città. E’ necessario accelerare la chiusura dell’indagine e comunque fare in modo che i lavori possano andare avanti per evitare ulteriori danni al turismo ed alla popolazione residente. Cosa dire di quello che sta accadendo a tante opere incompiute, specialmente al Sud, dove si sono spesi diecine di miliardi senza che parecchie di esse abbiano raggiunto il completamento e la messa a disposizione della collettività. Questo è quello che avviene con strade ed autostrade, con ferrovie e rete viarie provinciali alle quale vanno aggiunte tante altre situazioni problematiche aperte dal maltempo, o causati da avvenimenti tellurici, dalla natura che si vendica da cattivo trattamento che ne fa l’uomo. Senza dire che l’Italia resta sempre divisa in due con trattamenti che a volte sono fin troppo evidenti. Se si allaga Venezia o un’altra località del Nord, si mobilita subito sia il governo che la società civile che lancia sottoscrizioni o altre iniziative di giusta e legittima solidarietà. Se si allaga Licata, Catania o Palermo o qualsiasi altra città del Sud la stessa televisione dopo avere dato la notizia con dovizia di immagini e particolari, fa cadere tutto nel silenzio e non se ne sente più parlare. Siamo sempre al metodo dei due pesi e due misure? Certo non possiamo mettere Licata allo stesso livello di Venezia, me ne guarderei bene, ma anche quella popolazione ha diritto all’sttenzione delle istituzioni come qualsiasi altra parte d’Italia. Vero è, che la cronaca giudiziaria ci aggiorna su fatti inerenti la dilagante corruzione, l’uso delle mazzette, della malavita che si intrufola dove c’è lavoro e soldi pubblici, ma non sarebbe meglio ed anche più logico perseguire il colpevole, il corrotto, il corruttore, il malavitoso, invece di colpire il popolo che in questo modo si vede privato di un’opera? Con questi e tanti altri problemi deve confrontarsi il governo cercando di risolverli invece di andare avanti tirando a campare nella precarietà più totale, in balia di alleati politici che si battono per mettere bandierine, per realizzare promesse elettoralistiche spesso sono irrealizzabili o addirittura vanno contro l’interesse collettivo oltre che contro i più elementari valori umani come l’atteggiamento della lega contro gli immigrati colpevoli solo di volere sfuggire a guerre, fame, stenti e soprusi, dittature ed altri flagelli. Forse alcune forze politiche dovrebbero capire che un conto è fare l’opposizione, mentre cosa diversa è stare al governo con tanti problemi da risolvere. Così come altri dovrebbero capire che stare in una alleanza, avere fatto unanimemente un accordo con determinati obiettivi, poi gli stessi vanno rispettati, senza fare finta che altri abbiamo scritto e sottoscritto un accordo e che loro da corresponsabili di governo sono lì solo per fare l’opposizione interna con chiari e meschini calcoli elettorali, che alla fine sminuiscono anche il valore della politica. (Salvatore Augello)