(SA) - A partire dal 2020 se lo Stato Italiano non rispetta la regole imposte dall’Europa sul debito pubblico, scatterà un aumento dell’aliquota IVA dal 22 al 25% e dal 10 al 13%. Una mazzata per le famiglie ed un freno sul mercato interno

che in questo modo aumenterebbe la crisi economica nella quale l’Italia si contorce da oltre un decennio. Per sterilizzare queta clausola, ben 23 miliardi della manovra approvata dal Consiglio dei Ministri, vanno a sterilizzare l’IVA bloccando ogni aumento, mentrer restano solo 7 miliardi per gli altri interventi che il Governo cerca di portare avanti. L’opposizione attacca il Governo, ma dimostra di avere la memoria assai corta. Già, perché ad introdurre le clausole di salvaguardia è stato il governo Berlusconi nel 2011 e la lega era al governo e fu consenziente e come tutta la maggioranza del governo Berlusconi sposò la cosiddetta finanza creativa inventata dall’allora ministro dell’economia Giulio Tremonti. Tutti ricordano che l’ex cavaliere fu costretto a dimettersi perché lo spred aveva raggiunto livelli altissimi incidendo non solo sul risparmio delle famiglie, ma anche sul costo della vita e sul debito pubblico. Da allora, l’Italia non si è più potuta liberare da questa spada di damocle ed è andata avanti rinnovando sempre le stesse clausole ed anzi aumentandole man mano che il debito pubblico aumenta. Il governo Monti, legò le clausole di salvaguardia all’IVA Con quell’impegno preso, il governo si impegnava a pagare 20 miliardi entro il 30 settembre del 2012. Il Governo Monti legò le clausole all’IVA che intanto passava dal 20 al 21% e poi al 22% ed avviò una serie di riforme per cercare di arginare la deriva. Tra queste riforma va annoverata anche la riforma Foriero sulle pensioni tanti invisa alla lega, ma che risultò utile a frenare la deriva in cui l’Italia era scivolata. Finito il governo Monti, il governo Renzi ha dovuto prendere atto della impossibilità di trovare i 20 miliardi previsti nelle clausole e dovette confermare le stesse, legandole oltre che all’IVA, alle accise sui carburanti. Ad oggi, non è stato possibile scrollarsi di dosso questa immensa ipoteca suk futuro, perché questo richiederebbe un aumento delle tasse e nessun governo vuole percorrere questa strada irta di spine di perdita di consenso e di sacrifici da chiedere ad un popolo chwe di sacrifici ne ha già sopportati abbastanza. A che punto siamo allora? Salvini oggi accusa il PD di avere messo le clausole, dimenticando che quando si inventò questo lacciolo, la lega era al governo con il suo capo indiscusso di allora: Umberto Bossi e con ministri come Calderoni, Maroni ed altri. Salvini farebbe bene a fare mente locale ed a chiedere scusa agli italiani, per gli errori fatti dai governi in cui la lega era presente e che ora vuole addossare ad altri. Sarebbe bene cominciare a capire come arrivare al disinnescare questa trappola mortale che per gli anni 2020 e 2021 richiede una somma di ben 52 miliardi per evitare che l’IVA balzi al 26,5%, cacciando l’Italia e gli italiani in una spirale mortale dalla quale non si potrebbe più venire fuori. Invece che cercare di scaricare responsabilità a vicenda, sarebbe auspicabile che per una volta le forze politiche presenti in parlamento facessero unitariamente gli interessi di quel popolo chiamato sempre a fare sacrifici, che oggi scivola pericolosamente verso una società dive impera la paura, il terrore e dove si potrebbe finire per invocare l’uomo forte ricacciando l’Italia indietro di oltre settanta anni verso periodi che tanto segue e sacrifici sono costati. (Salvatore Augello)