Il deputato renziano, Luigi Marattin, uomo di cultura, ha avuto l’incarico di spiegare a noi poveri ignoranti le motivazioni politico-culturali alte della scissione dal Pd, annunciata da Matteo Renzi con un’intervista a La Repubblica in cui ha masticato argomenti terra terra e la cosa che è emersa è una sola:

Renzi è un leader carismatico e occorre un partito, anche piccolo, nel quale possa esercitare questa leadership. E Marattin ha scritto per la bisogna un lungo articolo apparso ieri su Il Foglio. L’incipit è complesso, un po’ astruso come del resto tutto il testo, ma ci dà un assaggio delle ragioni della scissione e dei grandi obiettivi che si pone il partito renziano. Leggiamo: “Eravamo in tanti, da un po’ di tempo, a predire (o forse semplicemente sperare) che prima o poi in Italia sarebbe iniziata una fase di scomposizione e ricomposizione dell’offerta politica, vessata da un quarto di secolo di precarietà fatta di formazioni eterogenee e instabili, di partiti personali e/o aziendali e di saccheggiamento della botanica (querce, margherite, ulivi). In tanti ci attendevamo il colpo dello starter di tale fase, per giungere finalmente a una stabilità dell’offerta politica (corrispondente alle nuove categorie del mondo globalizzato) a cui magari far, poi, corrispondere una stabilità delle regole elettorali, anch’esse oggetto negli ultimi venticinque anni di una precarietà insopportabile e inefficiente. Per poi, chissà, arrivare anche ad ammodernare la governance istituzionale della Repubblica e dare finalmente il via ad una democrazia sana, normale, efficiente”. Che grandi programmi, diceva il maresciallo De Gaulle. Quindi, secondo Marattin, dopo tanta confusione e pressapochismo, finalmente ecco il colpo dello starter, ecco l’offerta politica definitiva in linea con i tempi del mondo globalizzato che darà al nostro paese finalmente “il via ad una democrazia sana, normale, efficiente”. Il fatto che questi modesti obiettivi nazionali e globalizzati, come dice il Marattin, possono essere realizzati nell’attule contesto politico grazie alla nascita del partitino di Matteo Renzi che i primi sondaggi danno tra il 3% ed il 5% (ma poi calerà come il partitino di Bersani che doveva rifare la sinistra) è un piccolo particolare che non influirà, secondo Marattin, sulla nuova e risolutiva offerta politica. Allora, buon lavoro. P.S.: intanto Renzi, prima dello storico annuncio, con gli obiettivi che Marattin ci ha indicato, ha collocato al governo i suoi ministri, i sottosegretari e famigli che sono l’altra faccia della grande “offerta politica” di cui parla Marattin. (Emanuele Macaluso)