Dovevamo intuire che mettere nelle mani di Toninelli (foto accanto) un’opportunità così interessante avrebbe condotto al suo ennesimo fallimento, ma non immaginavamo che si sarebbe spinto a tanto Da Parigi a Berlino, da Madrid a Bruxelles, ovunque in Europa le grandi città puntano su ambiente e innovazione e negli ultimi anni

hanno dato grande spazio alla micromobilita elettrica, sempre più in espansione. La mobilità è uno dei diritti fondamentali – troppo spesso negato – dei cittadini del XXI secolo e la mobilità urbana sta cambiando volto in tutto il mondo. Il numero delle persone che scelgono la mobilità sostenibile è in continuo aumento così come l’offerta dei mezzi in condivisione. In questo quadro, ormai in tutta Europa e non solo, si inserisce la mobilità elettrica di piccola taglia. Ossia i piccoli mezzi dedicati al trasporto di una sola persona. Monopattini, monoruota, segway, skate, hoverboard, leggeri e facilmente trasportabili (in treno, in metro, in auto), ricaricabili a casa o in ufficio, stanno riscuotendo un successo crescente per i piccoli spostamenti urbani. Non inquinano, rappresentano la soluzione ideale per gli spostamenti di piccolo e medio raggio (dai 3 ai 5 km) sono perfettamente intermodali (consentono un facile abbinamento con un tratto in treno, in metro o sul bus), non hanno bisogno di grande spazio e consentono di bypassare lo stress da traffico e la ricerca, spesso vana, di un parcheggio. Ed è anche un settore di impresa in grande espansione. Pensate che lo scorso anno in Italia si sono vendute meno di 2000 auto elettriche a fronte di quasi 50 mila micro veicoli a una o due ruote. Per ogni auto elettrica, nel mondo si vendono da 30 a 100 volte più veicoli elettrici a una, due, tre ruote. Vantaggi per tutti: amministrazioni, ambiente, cittadini, turisti, imprese. Da tempo ormai l’Italia aspetta una regolamentazione che impedisca utilizzi impropri e che autorizzi solo mezzi che garantiscono adeguati standard di qualità e sicurezza. Per questo credevamo fosse arrivato il momento che anche l’Italia si occupasse di questo fenomeno, come hanno chiesto a gran voce tanti sindaci e tante realtà ambientaliste, prima tra tutte Legambiente. Proprio insieme a loro, come PD, siamo riusciti, nel dicembre scorso, a far approvare all’interno della disastrosa legge di Bilancio di Salvini e Di Maio un emendamento – e un successivo ordine del giorno – a mia prima firma che finalmente vincolava il governo ad avviare la sperimentazione emanando le linee guida a disposizione delle città entro 30 giorni. Dovevamo intuire che mettere nelle mani di Toninelli un’opportunità così interessante avrebbe condotto al suo ennesimo fallimento, ma non immaginavamo che si sarebbe spinto ad una simile follia. Non solo ha fatto trascorrere sei mesi, nonostante l’impegno preso a occuparsene in trenta giorni, ma dopo sei mesi ha predisposto una bozza di decreto attuativo che di fatto bloccherà ogni sperimentazione e lascerà proliferare soltanto abusivismo e insicurezza. Non solo si prevede l’utilizzo solo per i maggiorenni, quando sono sopratutto i ragazzi a farne uso in tutta Europa, ma si arriva a vietare che si possa trasportare con se anche solo uno zaino o una busta delle spesa, si elenca una serie di misure e di prescrizioni che renderanno la vita impossibile a utenti, imprese che vogliono attivare servizi di sharing e sopratutto amministrazioni comunali. Che dovranno censire le zone in cui autorizzare e – incredibile ma vero – installare una segnaletica apposita in città. Insomma, un ginepraio insensato di divieti che di fatto impedirà questa sperimentazione che sarebbe stata perfetta nei mesi estivi, così come era stata prevista e vedrà sfumare ancora una volta investimenti privati e posti di lavoro. Incalzeremo il governo per impedire questo ennesimo scempio, ma ancora una volta, al di là della propaganda di facciata e delle tante parole sprecate sull’ambiente, dal governo dei condoni e dei debiti, arriva un nuovo stop al futuro del Paese, innovativo e sostenibile. (Luciano Nobili)