Siamo ancora tutti un po' frastornati dalle primarie di domenica scorsa. Una giornata bellissima, una partecipazione oltre le più ottimistiche previsioni, una vittoria netta di Nicola Zingaretti. Sarebbe bello potersi crogiolare ancora nella gioia per questi risultati,

per aver avuto la conferma di un risveglio democratico importante e di una evidente vitalità del nostro partito. Ma non è il momento di cullarsi sugli allori, perché il lavoro da fare è tanto e complicato. Almeno su tre terreni. Il primo: concludere la fase degli assetti interni del Pd e mantenere l'impegno di apertura e innovazione che abbiamo sperimentato con Piazza Grande. Mescolare le storie, le generazioni, le culture, trovare il modo per far circolare le idee e le proposte che nascono fuori dalla politica tradizionale, riattivare canali di confronto con i corpi intermedi, riconoscere il ruolo di chi nel territorio sta tutti i giorni a contatto con i problemi reali delle persone, delle famiglie, delle imprese. L'esperienza della campagna per le primarie è stata bella anche perché ha ricreato un clima di comunità, di incontro tra persone diverse in grado di ascoltarsi e di parlarsi. La tensione unitaria che abbiamo sentito dal popolo delle primarie può e deve trovare una traduzione anche nella definizione della squadra ma sempre avendo chiaro che occorre grande apertura all'esterno, che il Pd e il centrosinistra hanno bisogno di andare oltre il perimetro dei partiti organizzati. Questa idea è stata un valore aggiunto della proposta di Zingaretti e ora siamo chiamati a praticarla concretamente. La seconda sfida ravvicinata riguarda le elezioni europee. Anche qui in poche settimane dobbiamo dare corpo alla lista per le elezioni europee trovando il modo di rappresentare una posizione progressista ed europeista più larga di quella del solo Pd. Con grande attenzione e rispetto Nicola Zingaretti ha seguito la proposta del manifesto "Siamo Europei" lanciata da Carlo Calenda, con grande rispetto e attenzione sarà necessario ascoltare la posizione di altre realtà come " Più Europa" o le liste civiche raccolte attorno al Sindaco di Parma Pizzarotti. Siamo ad un tornante troppo importante per il progetto europeo e nella sinistra riformista il Pd rappresenta, insieme ad altri partiti come la SPD e il PSOE, una delle principali forze per radicamento e capacità di elaborazione originale. Abbiamo dunque una responsabilità grande perché - partendo dall'esperienza di questa legislatura che ci ha visti impegnati in prima fila nel gruppo dei Socialisti e Democratici - dobbiamo portare nel prossimo Parlamento Europeo una delegazione forte, autorevole, capace di contribuire alla battaglia che ci aspetta per cambiare e salvare l'Europa dai nazionalismi e dalle spinte disgregatrici. La terza grande prova che ci attende riguarda le elezioni amministrative che - dopo le Regionali in Basilicata previste per il 24 Marzo - il 26 Maggio coinvolgeranno un numero elevatissimo di città, piccole, medie e grandi. Le primarie hanno dimostrato che gli elettori di centrosinistra ci vogliono combattivi, presenti sui temi della vita quotidiana: il lavoro, l'istruzione, la sanità, la lotta alle diseguaglianze, la salvaguardia dell'ambiente. In ogni città, in ogni territorio dobbiamo cercare di mobilitare le energie migliori delle comunità, mettendo il Pd al centro di coalizioni larghe e aperte, costruite sui contenuti e attorno a personalità credibili. Nell'insieme si tratta di un lavoro enorme che certo non potrà fare da solo Nicola Zingaretti e neppure la nuova squadra che dovrà comporre nei prossimi giorni. Serve la partecipazione e la mobilitazione di tutti, dei segretari regionali e locali del nostro partito, delle forze sociali, di tutti coloro che hanno a cuore la qualità della convivenza nelle nostre città e che non vogliono consegnare anche il governo locale nelle mani della destra di Salvini. Non disperdiamo il calore che abbiamo sentito nelle primarie di domenica scorsa, pensiamo a quelle file, alla generosità dei nostri volontari, al sentimento di sollievo e di entusiasmo che abbiamo avvertito per un partito che finalmente si rimette in moto. Possiamo tornare a vincere, se non deluderemo quelle persone, se saremo capaci - già dalle prime scadenze - di cambiare davvero e di essere uniti. (Marina Sereni)